Intervista ad eego
Il fondatore dell'etichetta elettronica doubledoubleu ci presenta WW006, il suo ultimo progetto
04 Maggio 2018
WW006 è la compilation-manifesto di doubledoubleu, label milanese tra le pochissime realtà discografiche italiane con una forte impronta elettronica che attraversa diversi generi, dall’Avant-Pop agli sperimentalismi, fino alla world music.
Abbiamo avuto il piacere di intervistare il suo fondatore, eego, per chiedergli com'è nata doubledoubleu e per sapere qualcosa in più sulla scena elettronica italiana, così da farci immergere totalemente in questa raccolta di remix e collaborazioni che hanno visto la luce nei primi due anni dalla fondazione dell’etichetta.
Ecco la nostra intervista:
#1 Ciao Antonio, o meglio eego. Chi sei e cosa dovremmo sapere su di te? Da dove vieni e come mai hai scelto questo nome d’arte?
Io sono innanzitutto un terrone di provincia che solo da poco si è abituato a ritmi, luci, dinamiche di una grande città europea come Milano. Con la label sto cercando di unire gli aspetti migliori di queste due realtà. Diciamo che in provincia si crea, a Milano si espone.
Il mio nome d’arte altro non è che uno scherzo perché sono un egocentrico ma con una sete infinita di incontri, relazioni, emozioni e stimoli che si traducono nel mio modo di gestire l’etichetta doubledoubleu (in vero fondata con Arua e Niko Cutugno anche se poi operativamente sono il solo ad occuparmente). Proprio Arua, autore e produttore dei primi due brani della compilation è l’esempio lampante di quello che dico, essendo presente nella maggior parte dei miei lavori e dei miei live.
Mi tocca continuare con le tante persone che hanno lavorato con me alla compilation o in passato: da Szlug, mio conterraneo, a Filoq con cui ci si è incrociati in mille modi, a Grand River, con cui ebbi l’onore di suonare 10 anni fa e che è presente ancora qui con la sua voce nei cori sui remix di night e che mi ha fatto conoscere e amare Vito. Poi Federico Altamura, fonico, amico e commensale di gradevoli pranzi.
Insomma dietro eego e dietro la doubledoubleu si nasconde molto più di me soltanto.
#2 Partiamo dall’ABC: è il produttore che cerca gli artisti con cui collaborare o sono gli artisti a cercare il produttore?
Ho un approccio fatalista a questa parte del mio lavoro ed alla musica in genere. Di solito io e la musica che ascolto, che produco o che semplicemente distribuisco su WW, ci incontriamo, ci piaciamo e da li nasce qualcosa. Ad esempio scopro molta più musica andando ogni sera in un posto diverso che leggendo o spulciando spotify.
Molto passa dai rapporti umani, dalle amicizie e dalle esperienze. Spesso ho bevuto un bicchiere con degli artisti prima ancora di ascoltarli.
#3 WW006 è il titolo della tua compilation-manifesto di 6 tracce. Questo numero non mi sembra un caso, cosa vuole comunicare?
In realtà nasce tutto da un caso, stavamo lavorando alle uscite primaverili dell’etichetta: gli EP di Filoq e i Veltune (piccola anteprima che faremo finta di non avervi detto).
Ho notato che avevo sull’hardisk un po’ di materiale raccolto nel primo anno e mezzo di esistenza dell’etichetta. Erano 6 tracce, anche distanti l’una dall’altra ma che in qualche modo rappresentavano quel primo pezzo della nostra storia.
In quel momento l’ultimo disco pubblicato da doubledoubleu aveva come numero di catalogo ww005.
Ho pensato che quel 6 potesse significare qualcosa e ho deciso (in maniera abbastanza poco pianificata) di far uscire questa compilation di 6 tracce e di fare del suo numero di catalogo anche il titolo e il numero ricorrente.
Giuro che non c’è nulla di satanico!
#4 Per te la musica elettronica italiana d’oggi è competitiva con quella estera?
La musica elettronica è molto competitiva. Quello che non funziona è il modo con cui viene promossa in Italia. Il problema è che c’è troppo spesso un familismo negativo. Ed io non sono contro il familismo in sé, anzi. Esperienze come la comunità torinese che intorno a un festival, un paio di brand, un paio di bar ed un paio di studi di registrazione è riuscita a creare una scena ne sono un esempio positivo. Come quello che succede a Milano tra il macao e alcune altre realtà che vi girano intorno.
Purtroppo nel nostro mondo troppo spesso vieni spinto o no in base all’indirizzo che manda la mail, non al contenuto musicale inviato.
#5 Da DJ, c’è una canzone che non smetteresti mai di suonare?
Ho fatto il dj poche volte nella vita in realtà, molto più spesso ho selezionato musica quindi parlerò di qualcosa che è molto lontano dai club e dalle mode, forse può risultare banale, ma è una traccia che proprio in questi giorni ha compiuto 20 anni di vita:Teardrop di Massive Attack. Con la Frasier alla voce (che amavo già dai tempi dei Cocteau Twins) e con i tre componenti del gruppo alla produzione. Loro sono il mio riferimento più forte, per come lavorano con i loro ospiti nei dischi, per come hanno gestito le loro energie tra produzione e live, per come sono stati contemporaneamente avanguardia e musica senza tempo e per come hanno messo la faccia in certe battaglie politiche.
Ecco, se posso concludere così, il mio obbiettivo rimane quello di fare e proporre musica che duri nel tempo e capace di trasmettere sempre la sua responsabilità culturale e sociale, che va contro prodotti sempre più a scadenza breve creati per un mercato schizofrenico che rischia di collassare mentre tenta disperatamente di andare sempre più veloce.
Ed ora ascoltatevi questa compilation-manifesto!