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Una questione di identità Intervista con MOWALOLA

Negli ultimi anni, l'industria della moda ha visto sempre meno designer disposti a sfidare i suoi rigidi sistemi, sia per mancanza di audacia che di interesse. Un nome che tuttavia continua a sfidare il sistema è quello della designer anglo-nigeriana Mowalola Ogunlesi. Con il suo brand omonimo, Mowalola, e collaborazioni con figure di alto profilo come Kanye West e JT, è presto diventata una delle designer più discusse del momento. Il suo audace approccio multidisciplinare fonde moda e arte in un brand che invita il grande pubblico a interagire con la moda a un livello più profondo. Al centro del successo di Mowalola c'è una visione unica della moda e dell'identità. Nata a Lagos e cresciuta alla periferia di Londra, Mowalola ha avuto un'esposizione precoce alla moda grazie a sua madre, a sua volta designer. «Il suo marchio era folle perché si trattava di vestiti per bambini, e penso che si ispirasse da noi, dai suoi figli», riflette Mowalola. «Faceva queste sfilate di moda, mettevamo in scena una vera e propria performance. Quindi questo aspetto dell'intrattenimento legato alla creazione è sempre stato radicato in me.»

Questa immersione precoce nella creatività e nella performance ha posto le basi per i suoi studi alla Central Saint Martins, dove ha affinato la sua arte. Sebbene inizialmente intimorita dall'idea di creare una collezione finale, Mowalola alla fine ha trovato la sua strada: «Quando sono arrivata all'ultimo anno, sembrava che avessi semplicemente messo insieme tutte le cose che mi erano piaciute negli anni. È stato tutto molto facile». Gli studi alla Central Saint Martins sono stati definiti non solo dalla crescita tecnica, ma anche dalle connessioni che ha instaurato lungo il percorso che si sono rivelate essenziali nella costruzione del suo brand. Dopo aver conseguito la laurea, Mowalola ha intrapreso un percorso di master, ma ha deciso di abbandonarlo, una scelta che lei stessa descrive come la cosa più liberatoria che potesse fare. «Quando ho abbandonato l’università ho iniziato a uscire, a incontrare persone e divertirmi. È lì che ho incontrato il team che ha curato lo styling, il trucco e il casting per la mia prima collezione», ricorda. Durante questo periodo di esplorazione Mowalola ha trovato l'ispirazione per Coming For Blood, tratta dalla sua esperienza in una relazione turbolenta. «Era la prima volta che stavo con una ragazza, e non mi ero mai innamorata così follemente. La collezione descrive tutti i dolori brutali di essere in una relazione tossica.»

«Non capisco perché la moda faccia arrabbiare così tanto le persone. Altre forme d'arte vengono accettate molto di più. Non mi interessa rientrare in una scatola: il mio obiettivo nella vita è avere la libertà di creare come voglio» «Non capisco perché la moda faccia arrabbiare così tanto le persone. Altre forme d'arte vengono accettate molto di più. Non mi interessa rientrare in una scatola: il mio obiettivo nella vita è avere la libertà di creare come voglio»

Diversamente da molti designer che seguono i trend, il lavoro di Mowalola batte al ritmo di un'artista, traendo ispirazione da momenti profondamente personali e reali, una pratica che spesso conferisce un tono politico alle sue collezioni. Tuttavia, rimane indifferente alle controversie: «Non capisco perché la moda faccia arrabbiare così tanto le persone. Altre forme d'arte vengono accettate molto di più. Non mi interessa rientrare in una scatola—il mio obiettivo nella vita è avere la libertà di creare come desidero». Con una visione spregiudicata dell’auto espressione, la designer continua a sfidare le norme convenzionali della industry. Non rientrare in alcuna scatola è proprio uno degli elementi chiave del successo di Mowalola, così come la sua capacità di oltrepassare i confini della moda attraverso collaborazioni con creativi di altre discipline. Che si tratti di musica, cinema o performance, usa la moda come mezzo per raccontare storie. «Perché dovrei mai limitarmi a una sola cosa? La musica e il cinema ispirano la moda e viceversa. Mi sento connessa a tutte queste diverse discipline e nel mio lavoro devo esplorarle a fondo.» Una delle sue collaborazioni più iconiche è stata la campagna Beats by Dre con la rapper JT. Inizialmente, il brand voleva usare Bella Hadid, ma Mowalola ha spinto per una narrativa diversa. «Anche se amo Bella, volevo che fosse più incentrato sul dare risalto e valorizzare l'espressione di sé delle donne nere nel rap. Quando crescevo, avevamo Aaliyah e Lil' Kim, e il rapporto che i designer avevano con queste rapper femminili ha creato cose incredibili».

Anche l’amicizia con Kanye West ha giocato un ruolo significativo nel  percorso artistico di Mowalola, dal nominarla direttore creativo della sua partnership con GAP al supportarla nei suoi show. «Il nostro rapporto è molto più profondo della moda. Quando abbiamo iniziato a lavorare insieme, mi ha chiamato e abbiamo parlato per ore di tantissime cose. Alla fine sono andata a Calabasas a trovarlo e ho deciso di non voler ancora lavorare con lui perché volevo davvero prendermi il tempo per capire chi fossi come persona e come brand, e questo era più importante di qualsiasi altra cosa. Poi è arrivato il lockdown e mi ha chiesto di fare dei look per il compleanno di North, che è stato molto divertente, e alla fine mi ha chiesto di unirmi a lui da GAP, ma si trattava davvero di conoscerci creativamente, perché mi ha insegnato tantissimo». Nonostante le preziose lezioni apprese dalle sue collaborazioni, l'esperienza di Mowalola con le grandi aziende come il ruolo di direttore creativo per la partnership di Kanye con GAP le hanno rivelato anche i limiti di lavorare con grandi corporazioni. «Mi ha insegnato quanto siano rigide le aziende nel processo creativo. Non rispettano davvero il percorso che serve per arrivare a buone idee.» Tuttavia, rimane indifferente, sottolineando l'importanza della libertà creativa e della costruzione di comunità: «Ci sono così tanti designer e creativi là fuori che vogliono lavorare, quindi bilanciare il lavoro con persone che vuoi vedere prosperare è cruciale. Nel mio team ora ci sono persone dalla Corea, dalla Nigeria, dalla Spagna, dall'America e da altri paesi. Prosperare in questa industria significa costruire comunità.»

«Perché mai dovrei limitarmi a una cosa sola? La musica e il cinema ispirano la moda e viceversa. Mi sento connessa a tutte queste discipline diverse e nel mio lavoro ho il dovere di esplorarle adeguatamente» «Perché mai dovrei limitarmi a una cosa sola? La musica e il cinema ispirano la moda e viceversa. Mi sento connessa a tutte queste discipline diverse e nel mio lavoro ho il dovere di esplorarle adeguatamente»
CREDITS:

Photographer Valerio Nico 
Ph. Assistant Caterina Colapietro
Interview Jordan Anderson 

Throughtout the story full look MOWALOLA.