Sia la sartoria classica che gli abiti quotidiani e d’ispirazione sportiva afferenti al mondo streetwear hanno una comune radice nel focus che Chavarria pone sul prodotto finale – vestiti che lui stesso indossa nel suo guardaroba personale che, per l’appunto, esiste senza soluzione di continuità con la sua proposta di moda. Chavarria attribuisce le sue radici californiane e la cultura di strada all’ispirazione per l’interazione tra elementi formali e informali nel suo lavoro, chiamando in causa «una sensibilità molto americana, anzi molto californiana» che «deriva dalla cultura di strada, dove acquisti questi capi sportivi come i tuoi pezzi di lusso principali. Potresti investire in una maglia da football che diventa il tuo capo di moda numero uno, e quello è ciò che indossi con i pantaloni eleganti o una giacca. È molto naturale che queste cose si uniscano». E in questo gioco di ampiezze, streetwear e sartoria che copre e scopre il corpo gioca un importante ruolo «l'idea della sensualità attraverso l'espressione del mio abbigliamento mi piace un po' di più della sessualità. Perché la sessualità è molto facile. Quindi penso che quando il corpo è coperto un po' di più, è un po' più invitante, ed è per questo che alcuni look come quello di Paloma, per esempio. Il suo abito è molto aderente, ma arriva fino al collo ed è a maniche lunghe, ma è molto aderente e imbottito sui fianchi. In questo modo accentua la sensualità, pur rimanendo coperto». Anche la sua collaborazione con adidas includeva «uomini bellissimi, supereroi, con corpi meravigliosi, shorts fantastici e scarpe incredibili—proprio come guerrieri». Per Chavarria «anche con tutta l'oppressione che vediamo attualmente nel mondo, c'è un movimento molto eccitante di espressione sessuale che è più nuovo e più lungimirante di quanto si sia mai visto prima». È, come dicevamo, una visione ampia ma dai confini piuttosto netti: si può dire immediatamente quando un certo look è firmato da Chavarria che, per l’appunto, considera l’integrità della visione è «ciò che distingue un buon designer. Perché credo che quando i marchi o le aziende hanno bisogno di studiare le tendenze per costruire il loro business o per far sì che il loro business vada in un certo modo, questo priva immediatamente il brand di passione e identità. Quindi penso che se si guarda ad alcuni dei marchi più forti, come Rick Owens o Ralph Lauren, sono brand che perseverano secondo il proprio ritmo. Fanno le loro cose. Ogni tanto dettano le tendenze. A volte la tendenza li salta, ma rimangono intatti nella loro integrità. E questo è più forte di qualunque trend».