Kanye West se l'è presa con i servizi di streaming musicale
Le dichiarazioni del rapper potrebbero creare un effetto domino
11 Marzo 2024
Il secondo volume della trilogia Vultures sarebbe dovuto uscire sulle piattaforme di streaming venerdì: come prevedibile, Ye e Ty Dolla $ign hanno rimandato il lancio a data da destinarsi, lasciando i fan in balia di snippet e spoiler delle nuove tracce del disco - già suonate durante il listening party di Phoenix e già condivise e discusse su X. Diversamente rispetto al lancio del primo volume di Vultures, rimandato più e più volte per motivi ad oggi ancora poco chiari, questa volta ci sarebbe una motivazione quantomeno ragionevole dietro al ripensamento di Kanye West. Di fatti l'artista starebbe riflettendo sulla modalità di lancio di Vultures 2, che probabilmente non sarà disponibile né su Apple Music né su Spotify. La decisione di Kanye nascerebbe dal malcontento, suo e del team, riguardo le piattaforme di streaming, che versano sempre meno denaro nelle tasche degli artisti una volta che la loro musica viene rilasciata. Il punto di vista di Kanye West emerge dagli screenshot condivisi dall'account specializzato in notizie sul rapper, YEFANATICS: «Come ha detto James Blake, lo streaming svaluta la musica che noi artisti produciamo. I prossimi capitoli di Vultures saranno in vendita sul sito di Yeezy. Ho 20 milioni di follower, se il 5% di loro compra il mio album, calcoliamo solamente un milione di copie, ne venderemmo 300.000 in più rispetto all’album più di successo dello scorso anno. Dopo il Super Bowl abbiamo venduto un milione di capi su Yeezy. So che è possibile. Se ci riusciamo non avremmo più le aziende di streaming a controllare gli artisti».
Kanye non è nuovo ad alleanze con artisti con l'obiettivo di sconfiggere un "nemico comune". In questo caso, Kanye ha trovato, proprio nella figura di James Blake, un fido compagno per combattere il gigante (apparente inscalfibile) dell'industria musicale. Il discografico britannico, meno di una settimana, fa aveva anticipato le critiche di Kanye West facendo luce sulla questione. Attraverso X, Blake aveva scritto: «Ricordate quando la mia cover di "Godspeed" è diventata virale? Né io, né Frank abbiamo guadagnato un centesimo perché era un "original sound" contenuto nei video. Gli utenti TikTok non hanno letto il mio nome da nessuna parte. La prossima volta che i vostri artisti preferiti diventano virali, ricordate che non stanno guadagnando un bel niente». Insomma, stando alle parole di entrambi, ma anche ai consensi che i due hanno ottenuto nelle ore successive alla pubblicazione social del loro pensiero, non solo i servizi streaming non pagano cifre soddisfacenti agli artisti, ma si aspettano costantemente che le tracce di questi ultimi possano diventare virali su piattaforme come TikTok, che a loro volta non generano alcun tipo di introito a chi ha realizzato la musica. Si tratta a tutti gli effetti di un cortocircuito che rischia di generare un effetto domino accrescendo l'insoddisfazione degli artisti, i quali potrebbero gradualmente scegliere di non pubblicare più i proprio prodotti sulle piattaforme musicali, optando per una vendita diretta e indipendente.
Something I keep seeing is ‘if you’re lucky enough to go viral, just use the exposure to generate income some other way’. Musicians should be able to generate income via their music.
— James Blake (@jamesblake) March 3, 2024
Do you want good music or do you want what you paid for?
Una via alternativa, pensata da Kanye stesso, riguarderebbe invece una modalità di lancio "ibrida". Sempre attraverso gli screenshot divulgati su X, Kanye starebbe pensando di lanciare i volumi 2 e 3 di Vultures prima sul sito di Yeezy, e solamente dopo qualche mese su Spotify. Così facendo, si creerebbe una modalità di rilascio analoga a quella del settore cinematografico dove, tolti alcuni prodotti (ad esempio le esclusive Netflix), le pellicole debuttano prima al cinema, e in un secondo momento sulle piattaforme di streaming. Per il futuro, non ci resta che immaginare uno scenario in cui gli artisti cercheranno di correre ai ripari in una maniera sempre più ingegnosa, considerando le insidie che nasconde l'industria musicale che sta puntando molto anche sull'intelligenza artificiale.