5 errori da non fare quando indossate la polo
In un mondo ideale, c’è la prigione per chi tiene il colletto alzato
22 Agosto 2024
La polo è un capo molto particolare del guardaroba maschile: è un classico storico dello sporty-chic che non solo è molto politicamente connotato ma, nella sua apparente semplicità, può prestare occasione a infiniti errori. Che l'estetica che avete in mente nell'indossarla sia preppy o meno, lo styling della polo deve essere sempre qualcosa di disinvolto e non deve tradire lo spirito originale dell'indumento. Quando René Lacoste la inventò per il tennis, la polo costituiva un'alternativa elegante all'ingombrante camicia e cravatta che i giocatori erano obbligati a indossare in campo. La polo dunque rappresenta un indumento classico ed elegante ma anche sportivo: deve, per così dire, essere portata allo stesso modo dentro un ipotetico country club ma anche su un qualunque campo da gioco. Purtroppo, negli ultimi decenni, la polo ha trovato più popolarità come capo safe - e per questo è diventata, insieme alle camicie blu, il simbolo di una certa estetica convenzionale e conservatrice. Ma niente è più sbagliato di considerarla così: la polo è un classico con una stupenda tradizione alle spalle e va trattata di conseguenza.
Per aiutarvi a indossarne una in maniera plausibile, nss magazine ha stilato una lista dei 5 errori da non fare quando indossate la polo.
1. Il colletto alzato
Tenere il colletto della polo alzato costituisce peccato mortale. Punto. La gravità di questo fashion crime è accostabile all'uso delle ballerine, delle bluse e gonne coi frou-frou e trine, dei pantaloni a pinocchietto e dei fantasmini con le scarpe di pelle. Il colletto della polo è lì perché rende l'indumento più simile a una camicia che a una t-shirt, per certi versi rappresenta lo spirito dell'indumento – sollevarla non ha alcun senso tranne forse quello di dimostrare che si è voluto essere originale a ogni costo senza veramente riuscirci. In modo alquanto notevole, Prada ha rivisitato questo stile nella sua collezione SS18 – ma il disastro è stato evitato grazie a un lavoro di styling dalla perfezione pressoché chirurgica e al fatto che Miuccia ha letteralmente inventato il concetto di ugly chic. Ma se non fosse stato ugly in primo luogo, non avrebbe mai guadagnato quello chic alla fine. E se sia David Beckham che Kanye, due pesi massimi, hanno abbandonato subito questo stile qualcosa vorrà pur dire.
2. Il fit giusto
La polo deve essere sempre equilibrata, ma mai e poi mai troppo aderente o, al contrario, troppo baggy – a prescindere dal proprio fisico, sia esso magro o meno. Anche qui c'entra lo spirito originale dell'indumento: la polo è un capo sportivo ma elegante che serviva al giocatore di tennis a mantenere un certo decoro sul campo dandogli anche la possibilità di muoversi. Inoltre, la questione della misura si applica anche alle maniche: l'orlo delle maniche dovrebbe arrivare a sfiorare il gomito o essere poco più alto, mai lasciarvi scoperto l'intero braccio o fare pieghe alla cucitura della manica.
3. Sbottonarla completamente
Dunque, se la polo è oversize è consentito abbottonare tutto fino al collo. E in generale il look buttoned-up è accettabile anche se con una certa misura di pregiudizio – necessario per chi volesse correre il rischio di accoppiare la polo al blazer, operazione accettabile ma così borderline che può essere condotta a termine solo per i più skillati. La regola aurea della disinvoltura vorrebbe che la polo cadesse rilassata (vedi punto 2) e che dunque fosse abbottonata solo in parte. Da escludere totalmente è l'idea di una polo completamente aperta – opzione decisamente cafona che prende un capo beneducato e lo trasforma in un piccolo incubo in stile anni ’70. La polo rappresenta un'unione di rilassatezza e compostezza: se volete stare a petto scoperto mettete una camicia e se volete svaccarvi indossate una t-shirt.
4. La polo a maniche lunghe
Forse l'opinione più impopolare di questa lista. La polo nasce a maniche corte perché è un capo sportivo. Una polo a maniche lunghe è come un pantalone della tuta con i passanti per la cintura: qualcosa di insensato. Questa è però anche l'unica regola a cui si possono riconoscere deroghe: se la polo a maniche lunghe è oggettivamente bella, se la si usa in un look dal sapore retrò ed è retrò essa stessa – allora si può concedere la manica lunga. Brad Pitt in questo senso è un maestro, ma anche Justin Bieber nei suoi giorni migliori.
5. Niente tasche, mega-loghi o altre decorazioni
La polo è simbolo di eleganza e di discrezione. In quanto tale rimane chic anche quando è classica, basica o noiosa. La difficoltà dell'indossarne una risiede proprio nel fatto che lo styling deve rendere vivace un capo che è plain per definizione. Ora, sono concessi pattern e fantasie varie, sono concessi loghi discreti e decorazioni con un senso. Al contrario, divieto assoluto a taschini (se volete il taschino, comprate una bowling shirt), a loghi più grandi di un paio di centimetri, a colorway scioccanti che fanno sembrare tendoni o semafori e orpelli inutili di qualunque natura. Unica eccezione è costituita dalle polo create da Raf Simons per Fred Perry, che presentano a volte spille o versioni metalliche del logo – e in generale da tutte quelle polo abbastanza di design che possano giustificare la presenza di decorazioni extra. In tutti gli altri casi si cade solo nell’eccesso.
Oltre a questi cinque passi falsi da non commettere, ne aggiungiamo un sesto che non dovrebbe essere incluso ma che non si può dare per scontato. Per fortuna questa sesta regola aggiuntiva non viene infranta troppo spesso, anche se è comunque necessaria una puntualizzazione.
Bonus: la polo si indossa a pelle
Se credete che nessuno possa notare la vostra canotta o t-shirt sotto la polo vi sbagliate: la vedono tutti ed è imbarazzante. Se state indossando una polo e sentite l'esigenza della cosiddetta maglia della salute allora forse non c’è il clima adatto a indossarla. Il layering si può fare a partire dalla polo (di nuovo, operazione borderline) ma mai mettendo qualcosa sotto alla polo.