Cosa sta succedendo tra Sanremo e la Rai?
Chissà come potrebbe essere il Festival della Musica su Mediaset
06 Dicembre 2024
L’appalto della Rai per il Festival di Sanremo potrebbe essere destinato a concludersi presto. Lo scorso giovedì, il TAR della Liguria ha dichiarato «illegittimo l'affidamento diretto alla Rai, da parte del Comune di Sanremo, dell'organizzazione del festival». Un fulmine a ciel sereno, arrivato a meno di una settimana dal reveal dei Big in gara per l’edizione del 2025. Tuttavia, secondo quanto dichiarato, la prossima edizione dovrebbe essere al sicuro, ma a partire dal 2026 l’evento di punta della cultura italiana potrebbe essere trasmesso su qualsiasi emittente televisiva. La ragione? Il Tribunale della Liguria ha rilevato che, nel marzo 2023, la società Just Entertainment aveva manifestato interesse nei titoli e nei diritti «dello sfruttamento economico e commerciale del Festival di Sanremo», oltre che nei diritti di marketing, promozione e diffusione. In precedenza, i diritti erano stati affidati alla Rai per le edizioni del 2022 e 2023, con un prolungamento per l’edizione del 2024, tutte sotto la direzione artistica di Amadeus. La Rai, però, ha prontamente risposto alle accuse tramite un comunicato stampa ufficiale, dichiarando che il Festival resterà sul primo canale e che non esiste «alcun rischio che la manifestazione canora, nella sua veste attuale, possa essere organizzata da terzi».
Il problema principale sollevato dal TAR non riguarda tanto il Festival come format, quanto il suo immaginario come brand. Sebbene la Rai detenga solo i diritti televisivi, secondo l’azienda il format e il marchio sarebbero ormai inseparabili, rendendo impossibile affidare il Festival a un altro soggetto. In base a questa visione, solo la Rai potrebbe continuare a gestirlo. Tuttavia, il TAR non ha condiviso questa interpretazione, infatti i giudici hanno stabilito che marchio e format non coincidono, ordinando di conseguenza l’avvio di una procedura pubblica per l’assegnazione dell’evento. La sentenza chiarisce che «il comune è titolare del marchio ed è, pertanto, libero di associarlo (previa procedura di evidenza pubblica) a format diversi da quelli della Rai». A complicare ulteriormente la situazione, il Codacons è intervenuto accusando la Rai di aver costruito un «incomprensibile monopolio che favoriva la rete di Stato a discapito della concorrenza di altri operatori, un vulnus su cui ora i giudici si sono espressi dichiarando l’illegittimità dell'affidamento diretto». Qualora l’ente di Viale Mazzini dovesse davvero perdere i diritti di Sanremo, le ripercussioni sul fatturato sarebbero gravissime. Dal punto di vista pubblicitario, il Festival della Musica Italiana è da qualche anno diventato quasi il Super Bowl italiano: l’edizione del 2024 ha raccolto 60,2 milioni di euro grazie agli spazi pubblicitari, con un incremento di 10 milioni rispetto all’anno precedente. Infatti, secondo i bilanci del 2023, i ricavi generati dai cinque giorni di Sanremo rappresentano circa un decimo degli introiti annuali della Rai. Dopo tutto, sembrerebbe che Amadeus ci avesse visto lungo.