Le esibizioni più assurde del Festival di Sanremo
Irriverenza o esagerazione? La scelta è del pubblico
02 Febbraio 2024
Ogni anno, ben prima che il Fantasanremo rivoluzionasse il festival, il palco dell’Ariston ne vede di tutti i colori. Non solo Blanco e il suo scatto d'ira contro i fiori sanremesi, la storia del Festival è piena di esibizioni folli e sopra le righe, che si tratti di brani non particolarmente riusciti o gesti scenici eclatanti, la storia di Sanremo è fatta di momenti iconici passati alla storia, spesso, più per la loro unicità che per veri meriti artistici. E in attesa che anche l'edizione di quest'anno ci regali i suoi momenti di ordinaria follia, abbiamo scelto momenti passati che hanno sbalordito il pubblico, tra insulti e fischi. Del resto, come disse Blanco dopo il famoso episodio delle rose: «La cosa bella della musica è che non bisogna sempre seguire uno schema, mi sono divertito comunque.»
Achille Lauro - Me ne frego (2020)
Alla 70esima edizione del Festival, l’artista romano Achille Lauro si è esibito sulle note di Me ne frego con look e una performance da urlo. Dopo essere apparso sul palco dell’Ariston avvolto da una mantella nera, Lauro ha svelato al pubblico l’outfit che nascondeva con un gesto plateale. La tutina, color pelle, coperta di brillantini e molto smilza, è stata scelta da Lauro e il team Gucci per creare una metafora dedicata alla storia di San Francesco, quando si è spogliato dei propri abiti per dedicarsi alla vita religiosa. Inutile dire che la prima esibizione di Lauro è stata subito criticata, poi rimanendo uno dei momenti più memorabili dell’edizione.
Maria Pia e i Superzoo - Tre fragole (2003)
Presentata sul palco da uno stranito Pippo Baudo, che non ha mancato di fare commenti sarcastici, e accompagnata dalla sua band e il direttore d’orchestra Beppe Vessicchio, Maria Pia Pizzolla ha superato la selezione sanremese con una canzone più che strana, che l'artista ha interpretato con un'acconciatura vertiginosa color rosso fragola. Dal testo, che fa un diretto rimando all’uso di droghe, all’insolito modo di cantare, molto simile agli andamenti vocal arabeggianti, Tre fragole è passato alla storia come uno dei singoli più strambi presentati a Sanremo, pur avendo riscontrato un notevole successo.
Elio e le Storie Tese - La terra dei cachi (1996)
Impossibile parlare di stranezze a Sanremo senza citare almeno una delle esibizioni degli Elio e le Storie Tese. Alla loro prima comparsa sul palco dell’Ariston, la band si è classificata al secondo posto con il singolo La terra dei cachi, un pezzo colorato da un’innumerevole quantità di strumenti e dal sarcasmo che da lì ad oggi contrassegna la carriera di Elio (Stefano Belisari). Anche il loro look era degno di nota, con un’imitazione argentata dei Rockets, una gruppo rock francese anni ’70 famoso per questi outfit “stralunati”.
Dario Gai - Sorelle d’Italia (1991)
Dario Gai - all’anagrafe Dario Gay, ma il suo nome era stato fatto cambiare dalla casa discografica - è riuscito ad aggirare la censura e ad arrivare di fronte al pubblico sanremese portando al festival una canzone dedicata alle prostitute. «Evviva le signore delle serate scure/Regine indiscutibili un po' amare», cantava Sorelle d’Italia. Il testo, ironico ma rispettoso dei personaggi di cui parla, era forse un po’ troppo moderno per i tempi, e infatti non ha avuto l’accesso all’ultima serata del festival. Anni dopo, in seguito al suo coming out e alla pubblicazione di diverse sue canzoni esplicitamente queer, Dario Gay è diventata un’icona della comunità LGBTQ.
Adriano Celentano - 24 mila baci (1961)
Adriano Celentano, dopo aver ricevuto una dispensa speciale dal servizio militare dal ministro della difesa Andreotti, è arrivato secondo al kermesse del 1961 con la sua "24 Mila Baci". Il singolo, insolitamente ritmato per il palco dell’Ariston, riscosse molto successo restando in cima alle classifiche dei dischi più venduti per settimane, nonostante la performance scostante del molleggiato. Celentano, all’attacco della canzone, fece un gesto mai fatto prima: dare le spalle al pubblico. È certo che ormai non si può più definire uno scandalo, ma ai tempi fu proprio un atto irriverente.