Today faces, Tomorrow stars: Il bon ton di Erin Fetherston, tra sogno e realt
05 Gennaio 2010
La storia di Erin Fetherston è la storia di un sogno. E’ di una ragazza che in tale sogno ci ha creduto facendolo diventare realtà. Nata sotto il sole cocente della California e diplomata all’Università di Berkley nel 2002, la giovane designer si trasferisce a Parigi, con in tasca molti desideri da realizzare. La strada sembra lunga, ma Erin è pronta ad affrontare la salita. Nella capitale francese, infatti, frequenterà la Parsons School di Design, dove si diploma nel 2004, presentando la sua prima collezione di Haute Couture nel 2005.
Quando la sua migliore amica, la celebre fotografa Ellen Von Unwerth, la sceglie per vestire Kirsten Dunst in un cortometraggio da lei realizzato, la sua carriera ha finalmente la svolta che merita. E’ il 2006, e le sue creazioni romantiche e deliziosamente eteree, avvolgendo di fascino l’attrice hollywoodiana, creeranno un forte interesse sulla “sconosciuta stilista”, tanto che la Fondazione di Moda Ecco Domani deciderà di finanziare la creatrice californiana, che sfilerà così in occasione della Fashion Week di New York nel 2007. Ci siamo. Erin può finalmente raccontare la sua fiaba. Moderna, contemporanea, magicamente romantica, deliziosamente infantile, è questa la favola della stilista, quella che influenza la sua vita e il suo lavoro di creatrice di sogni a-porter. Le sue creazioni poetiche ed evanescenti sono incantevoli, affascinanti le commistioni di tessuti in lana mescolati a colori teneri ed aciduli, senza dimenticare i ricorsi alla vita alta.
Sempre nel 2007 arriva la consacrazione presso il grande pubblico: Target, sedotto dalla stilista, la invita a disegnare una micro collezione di abiti delicati, da bambolina teneramente sexy, maliziosamente bon-ton.
Ammicante, la sua ispirazione trae forza dalla gioia di vivere in maniera leggera, croccante. La donna cui si ispira è un’eroina “fatata” che si muove a metà strada tra Alice nel paese delle meraviglie e Cappuccetto rosso. Una che si diverte ad alternare cocktail party tra amiche in giardini fiorati a feste danzanti, dove protagonisti sono meravigliosi modelli fatti di volant, metri e metri di tulle, cascate di organza. Un’eroina rock, dal volto angelico, più principessa gaudente di Park Avenue, che regina dello streetwear, perché alle borchie e alla pelle, preferisce abiti a balze e stampe floreali, très chic. L’atmosfera, sempre sospesa tra sogno e realtà, in un limbo rarefatto in cui l’eleganza ritorna ad assumere i toni ovattati degli anni ’40.
Il vero punto di forza della collezione di Erin Fetherston sta nella reale conoscenza del corpo femminile, poiché non c’è neanche una sua creazione che non valorizzi la silhouette. Romantiche gonne a palloncino a vita alta, giacche dalle spalline sapientemente strutturate, abiti a trapezio e tessuti morbidi che fanno aderire al corpo della donna un’idea di movimento perpetuo, come se le modelle che indossano quei vestiti fluttuassero sempre in un mare vellutato, laddove i movimenti si fanno lenti, amplificati.
Con Erin Fatherston la donna torna ad essere irraggiungibile, diva, ed anche un’isola di cemento come Manhattan può diventare un bosco incantato all’ora del brunch. Basta indossare dei guanti di organza bianchi e…