Cover up need: Native Son.
08 Settembre 2010
Back in Black, back to suit! Questa la necessità fisiologica percepita dopo un paio di mesi di guardaroba leggero, poco costruito, decisamente privo di sovrapposizioni.
La voglia ora è quella di tornare all’acquisto di capi in lana, lavorazioni pesanti e tramate, giacche, pants plissettati da abbinare ad old school shoes laccate, basse, decorate con il classico motivo a coda di rondine, da cui far spuntare calorosi socks, rigorosamente dark.
La proposta per il menswear arriva da Los Angeles, base strategica di Native Son, marchio creato da Kyle Fitzgibbons, volto a esaltare il lato sartoriale della moda, attraverso completi, generalmente spezzati, camicie e più in generale outwear. L’intento è quello di creare un’elite forgiata nel tailoring, il proprio figlio appunto, vestito di tutto punto con una tavolozza di colori scarna, ma del tutto affascinante: nero, grigio, deep blue, neutral tan e bianco. Una moda asettica, da rendere personale nel modo di indossare un capo, nel come ci si muove, nel come lo si vive.
Pezzi pregiati, 100% made in U.S.A. i cui retailers, che vanno sotto il nome di Confederacy, Opening Ceremony, Estnation (Japan) e Beams International Gallery (Japan) sono la punta di diamante di un percorso produttivo quasi hand made, che fa della vestibilità e del tessuto le sue parole d’ordine.
Per non parlare del meraviglioso cappotto spigato, il doppio petto ed il suo taglio, come la Black satin stripes jacket…..Looking forward to Winter!