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I migliori momenti della Copenaghen Fashion Week SS25

Dai pupazzi y2k di (di)vision alla poesia finlandese di Ekroth

I migliori momenti della Copenaghen Fashion Week SS25 Dai pupazzi y2k di (di)vision alla poesia finlandese di Ekroth

La SS25 della Copenaghen Fashion Week ha dimostrato non solo che la capitale danese può competere con i rivali europei, ma anche che lo stile scandinavo è ad oggi tante cose, non solo minimalismo. Dai pupazzi y2k di (di)vision alla poesia finlandese di Ekroth, ecco tutto quello che vi siete persi della CPHFW.

STEL

Astrid Andersen, founder dell’omonimo marchio di streetwear cult tra i cool kids di tutto il mondo, fa ritorno sulle scene e porta il suo apporto al womenswear con il suo nuovo marchio, Stel, e lo styling dell'amico di vecchia data Asap Nast. Il legame del brand con il design danese è evidente sin dalla scelta della location, una gru trasformata in alloggio di lusso nel porto della capitale, The Krane. Combinando  funzionalità e uno specifico gusto industriale, Stel rappresenta una versione "2.0" dell'arco progettuale di Andersen, 15 anni dopo il lancio del marchio omonimo. I capi sono versatili e inclusivi, i materiali inaspettati, con un price point che si ripromette di accontentare anche i clienti aspirazionali.

(di)vision

La collezione SS25 di (di)vision presenta un mix eclettico di abbigliamento maschile e femminile, con pezzi unici upcycled ispirati al massimalismo urbano e ai videogiochi. Denim vintage, pizzo, jersey, stampe animalier, plaid e un tripudio di pupazzi aggiungo un tocco giocoso ad un universo che mescola grunge e y2k. Tra le sorprese della sfilata una capsule collection creata in collaborazione con la it-girl brasiliana Livia, protagonista anche della precedente campagna AW23 di (di)vision. Si aggiunge inoltre la partnership con The Ordinary, il marchio che ha democratizzato la cura della pelle, celebrata con un abito interamente realizzato sfruttando il packging dei prodotti beauty.

Han Kjøbenhavn

Nell’immaginazione di Jannik le fiabe danesi incontrano Demna. Un universo fatto di tinte scure, abiti strutturati, footwear oversize, con qualche accenno di femminilità e dolcezza, soprattutto sul finale: un velo bianco che si fa abito. Capi scultorei con scollature profonde, stivali grossi e spalle esagerate hanno dominato la passerella: «Il denim e l'ecopelle hanno un ruolo importante in questa collezione, in quanto sono riferimenti personali alla mia giovinezza e agli abiti che i ragazzi indossavano al centro commerciale locale», racconta il direttore artistico di Han Kjøbenhavn, Jannik Wikkelsø Davidsen. Descrive la collezione come un tributo alla sua educazione e al modo in cui la gioventù ha plasmato le relazioni e le amicizie di allora: «È una storia di ragazzi - i reali di cemento».

Henrik Vibskov

Nonostante il marchio omonimo si avventuri occasionalmente anche nei palinsesti delle capitali della moda canoniche, Henrik Vibskov riporta in Danimarca la collezione SS25, "The Orchestra of the Soft Assistance", che aveva debuttato già a Milano lo scorso giugno. Drappi bianchi sollevati da corde e mani rosse nel setting: un’esplorazione simbolica dell'empatia (o della sua mancanza) tra il regno umano e quello animale. Mani, zampe e “tentacoli di ogni specie” sono stati il motivo ricorrente, tra stampe colorate e silhouette tra il fiabesco e il futuristico.

Rolf Ekroth

Musica tradizionale, stampe variopinte e una mascolinità poetica nella nuova collezione di Ekroth. Ispirata al "lavatanssit" - un ballo tradizionale, svolto solitamente all'aperto o in un fienile, la SS25 di Ekroth - la collezione attinge a piene mani dalla cultura finlandese, tanto che il designer ha ammesso di essersi servito di una serie di libri illustrati finlandesi per trarre ispirazione nella progettazione dei capi. Stampe floreali e foulard allacciati al collo vengono smorzati da felpe e Puma Speedcat, un romanticismo fatto di contrasti.