I 5 migliori show della Shanghai Fashion Week SS24
Quest’anno, la settimana della moda cinese è diventata virale su tutti i social
17 Ottobre 2023
Pur essendo nell’era della connessione digitale, per molti europei la Cina è un mondo lontano e indistinto, specialmente per quanto riguarda la moda. Non di meno, il semplice fatto che alcuni tra i migliori tessuti del mondo (soprattutto la seta, ma in realtà davvero tutto) provengano proprio dalla Cina ci può dare una misura di quanto sia vivace la scena della moda nazionale – e quanto sia ignorata da tutto l’Occidente che, però, così facendo, si perde degli show e delle collezioni semplicemente superlativi, e spesso superiori a quelli che si vedono a Milano o Parigi. Quest’anno, l’edizione della Shanghai Fashion Week tenutasi la scorsa settimana ha avuto una risonanza decisamente nuova, e una rinnovata attenzione si è rivolta verso le passerelle cinesi.
Ecco dunque i 5 migliori show della Shanghai Fashion Week SS24.
Markgong
Il nome del brand si scrive tutto attaccato, quello del designer, Mark Gong, separato. Con dieci stagioni già alle spalle, Gong ha organizzato quest’anno lo show più virale dell’intera Shanghai Fashion Week, che ha visto modelle vestite in outfit da ufficio tinti di sportività ed erotismo entrare in passerella timbrando il cartellino ai tornelli all’ingresso. Corsetti, giarrettiere, giacche croppate, micro-completini di pelle o négligé trasparenti si sono mescolati a tailleur dalle spalle aggressive, tubini di paillettes, abiti grigi. Uno dei look, che non è quello che ci è piaciuto di più ma sicuramente il più notevole, è un tailleur di denim pesantemente rovinato con tasche cargo sulla gonna – perfetto quando si ha una call alle 11:00 e un rave alle 12:00.
Moromoro
La caption Instagram di Moromoro recita: «50% retro, 25% sweet, 25% cool». Frase che spiega bene, ma non completamente, l’intrigante vision di un brand che mescola maglieria colorata folk-chic, vibe melensi da lolita anni ’90, un approccio vagamente punk al distressing, gale e fiocchetti ma anche una specie di patina post-apocalittica manifestata nei colori terra, nei fili vaganti e in quel gusto dell’anticato e del non-finito.
Xander Zhou
Zhou, che ha fondato il suo brand nel 2009, è una delle figure più celebri della scena nazionale. Per la SS24 Zhou aveva in mente i nuovi luoghi di lavoro, un futuro robotizzato e tagliato al laser, abiti troppo funzionali per un mondo che chiede troppo da noi, protesi da cyborg. Molti dei modelli, ricoperti da armature di plastica, mascherati come strani replicanti, equipaggiati per chissà che mondo distopico tenevano uno smartphone trasparente in mano dove si leggeva la scritta I love you, quasi a dire che anche quando avremo code di dinosauro cibernetiche non scorderemo i nostri sentimenti.
Hemu
Brand nato nel 2010 e ispirato direttamente alla ricca storia e cultura della Cina, Hemu ha una bellezza oscura e potente con i suoi design, i suoi ricchi drappeggi e quello styling che può risultare estraneo al pubblico europeo ma che viene da così lunghi secoli di storia e di tradizione. Nell’accumularsi di strati, consisdtenze e colori, il brand è in grado di creare una silhouette molto precisa, il cui romanticismo supera di gran lunga i confini culturali ed è comprensibile a tutti. La drammaticità del suo stile è una visone sicuramente benvenuta in una stagione molto incentrata sul presente e sul futuro ma forse dimentica del passato. Qui sembra di respirare la storia.
Le Fame
Le Fame è un brand nato nel 2015 sulla scorta del romanticismo un po’ barocco sbocciato nella scia di Alessandro Michele. Negli anni il brand ha sviluppato una voce propria, e per la SS24 ha presentato una collezione incredibilmente misurata, portando in passerella una serie di preziose sirene barocche con abiti interamente di perle, con la stoffa che imita la spuma del mare, conchiglie di raso che coronano i corsetti e un fascino bon-ton marinaresco che restituisce pienamente quella sofisticazione del lifestyle di Shanghai che il brand vuole comunicare.