
Mark Gong è semplicemente il più cool di tutti
Lo show FW25 presentato ieri a Shanghai è stato un trionfo
27 Marzo 2025
Su Shan Leong
Sono solo quattro le collezioni all’attivo di Mark Gong, giovane designer cinese che ha debuttato nell’ottobre del 2023 alla Shanghai Fashion Week e che nel giro di pochissimo è diventato il designer più internazionalmente amato di Shanghai. Lo show FW25 di ieri, poi, arrivava come una specie di “giro della vittoria” dopo che una delle creazioni di Gong era apparsa a febbraio indosso alla megastar thailandese Lisa durante la cerimonia degli Oscar. Oltre all’impeccabile styling e alla straordinaria coesione delle sue collezioni, ciò che rende speciale Mark Gong e i suoi show è un senso della narrazione e della teatralità che sembra derivare direttamente dagli “show a tema” che resero leggendari Galliano e McQueen negli anni ’90. Il suo primo show ruotava intorno al mondo dell’ufficio e alle donne in carriera, il secondo immaginava una serie di donne eleganti che dopo aver bevuto troppo andavano via dalla casa del loro amante nel pieno della notte; il secondo, riprendendo Sex & The City, immaginava una serie di altolocate casalinghe newyorchesi che si ribellavano ai compiti domestici e quello di ieri, invece, era dedicato alle it-girl dei primi anni 2000 come Paris Hilton, Lindsay Lohan e Britney Spears. E la bravura di Gong è emersa pienamente nella sua capacità di canalizzare quell’immaginario senza citarlo direttamente: piuttosto che ricalcare, il designer ha reinterpretato – rendendo i propri riferimenti chiaramente manifesti ma senza per questo ridursi a una piatta citazione nostalgica.
A fronte di una serie di look molto forti con giacche a clessidra dai baveri impellicciati e ensemble con gonna insieme eleganti e provocanti, c’era qualche elemento che poteva sembrare derivativo: le mega-giacche con la vita calata indossate sopra vestiti impalpabili, così come certe bluse trasparenti, ricordavano un po’ Saint Laurent; i cardigan e i maglioni croppati abbinati a gonne workwear e pantaloni sartoriali ammiccavano a Miu Miu; certe soluzioni di styling più Y2K riecheggiavano l’allegra irriverenza di DSQUARED2. Eppure tutti questi echi (che non rappresentano una cosa negativa, dato che un po’ qualunque brand oggi sta pescando a piene mani dalle collezioni di Prada e Miu Miu) rimanevano echi senza diventare semplici copie - Gong inglobava questi rimandi nel suo stile e li faceva propri. Particolarmente validi erano i blazer dress dal sapore anni ’60 ringiovanito però dal cortissimo orlo della gonna; i look da giorno, con pantani over e mini-cardigan, invece, parevano versioni idealizzate di uno stile che molti inseguono oggi con quel mix di rude e di lezioso; i look topless dove il busto delle modelle era coperto solo da una pelliccia o una giacca. Non mancava un autoironico senso del camp: la t-shirt “I love Mark Gong, Money & Boys” era divertente così come la statuetta degli Oscar portata in giro da una modella che ammiccava al look di Lisa visto alla cerimonia degli Academy di quest’anno. Un tipo di ironia Internet-friendly che oggi è quasi introvabile – specialmente se abbinata a una serie così formidabile di mini-tubini, tacchi vertiginosi e altere stole di pelliccia.

La visione di Gong era così vivida perché le suggestioni e i riferimenti che faceva alle it-girl del passato rientravano tutti in un piano estetico che rendeva la collezione, come dicevamo prima, particolarmente coesa: prima di tutto sul piano dei colori ma anche di più su quello del tono, dell’atteggiamento. La cosa non è secondaria perché proprio quelle reference non erano nuovissime, anzi – eppure mantenevano intera la propria freschezza proprio grazie al fatto che fossero riferimenti e non dirette citazioni. In altre parole, la visione di Gong emerge così chiara e affascinante perché il designer si sforza di essere originale senza né prelevare di peso le proprie idee da altri o esagerare col design dei suoi look rendendoli astrusi. Le cosiddette “Gong Girls” non sono solo sexy – sono anche estremamente cool. Tanto che nel seguire la progressione della carriera di Gong e dopo averlo visto vestire una delle principali dive del pop mondiale viene da domandarsi quanto servirà attendere prima che un grande gruppo del lusso europeo gli consegni le chiavi di una delle sue maison: rimossi i molti capi ricoperti di tasche cargo che Gong pare amare (e che ha inserito con molta moderazione nello show di ieri) il suo tocco sarebbe perfetto per diversi brand italiani o parigini che al momento sono un po’ creativamente persi. In generale, le collezioni di Gong potrebbero tranquillamente essere presentate a Parigi senza temere il confronto con altri brand.