Cosa vuol dire portare il Y2K al Festival di Sanremo 2023
E cosa c’entra la moda
05 Dicembre 2022
Ci eravamo lasciati con il camp, la lotta all’omofobia, al razzismo, al sessismo e al cyberbullismo portati avanti, con successi e insuccessi, durante la 72esima edizione del Festival di Sanremo. Temi di cui ormai il pubblico, soprattutto quello più giovane, è abituato a discutere abitualmente e che hanno trovato nei testi e nei volti di Mahmood e Blanco una chiave di lettura del contemporaneo. Intanto, pochi giorni fa Amadeus ha annunciato i nomi dei Big in gara per il Festival di Sanremo 2023 e l'hashtag #Sanremo2023 è finito in tendenza. La 73esima edizione del Festival, in calendario dal 7 all’11 febbraio, sarà condotta da Amadeus e Gianni Morandi - Chiara Ferragni, invece, sarà sul palco dell’Ariston probabilmente la prima e l’ultima serata - e si prepara a rimescolare le carte in tavola, (ri)portando sulla scena personaggi chiave dell’estetica e della scena del Y2K italiano. Un escamotage, quello di rievocare gli anni 2000, che va ben oltre la volontà di rispolverare il denim e i glitter esibiti sul palco di Sanremo o di Festivalbar da Paola e Chiara che le ha rese dei personaggi cristallizzati nella cultura pop italiana tra ricordi e meme.
«Il Festival di Sanremo deve puntare sulla tradizione imprescindibile per la sua forza, ma anche, se non soprattutto, sui giovani. In modo concreto: dandogli una vera opportunità. Mettendoli in campo e facendoli giocare da titolari» ha dichiarato Amadeus a proposito di quest’edizione. «E' stata una scelta difficile, ma sono felicissimo di questi 22 cantanti. Ringrazio tutti coloro che mi hanno fatto ascoltare una loro canzone, o più di una canzone, la discografia, i cantanti, tutti. E' stato un lavoro meraviglioso. Pensate che ho ricevuto almeno 300 brani» ha continuato il conduttore. Quello che però ha determinato l’ hype intorno alla 73esima edizione del Festival è il fatto di aver scelto di dare voce ad artisti che hanno segnato l’immaginario estetico degli anni ’90 e dei primi anni 2000. Tra i nomi dei cantanti in gara, il cui merito è quello di aver istantaneamente catturato l’attenzione mediatica di tutti, ci sono quelli di Paola e Chiara, Giorgia, Anna Oxa così come gli esordi degli Articolo 31 e dei Cugini di Campagna. Ma cosa vuol dire trasportare un linguaggio estetico colorato e provocatorio - un qualcosa con cui la moda dialoga da due anni ormai - su un format televisivo come quello di Sanremo? La scorsa edizione ha raggiunto, nel corso della prima puntata e per la prima volta in assoluto, un pubblico composto da una fascia di età di 20-24 anni con una media share del 72.65% come riporta Wired e di 15-19 anni (71.54% di share).
@c4midrive Sanremo 2023: commentiamo i nomi dei big in gara (PARTE 1) #sanremo #sanremo2023 #fantasanremo #elodie #giorgia #marasattei #marcomengoni #leogassmann She Share Story (for Vlog) - 山口夕依
Un target quello della Gen Z, che, è bene ribadirlo, è sulla bocca e nel database di tutti. Ma al di là dell’obiettivo di riuscire a creare una narrazione interessante anche per una generazione più giovane, c’è forse da considerare un aspetto più legato ai meccanismi del fashion system. «Quando Elodie mi chiese di seguirla per Sanremo, mi è venuto naturale visualizzarla scendere la scalinata come se fosse quella degli Europe Music Awards di MTV! Il problema però era far passare questo concetto anche alle maison, che hanno sempre dei pregiudizi nei confronti dei cantanti italiani, ma soprattutto, snobbano la tv, e raramente vestivano i cantanti in gara, preferendo concentrarsi sui guardaroba delle vallette» raccontava la celebrity stylist Ramona Tabita su Marie Claire Italia. Da una parte quindi i professionisti possono offrire ai brand la possibilità di esporsi attraverso un format precedentemente inesplorato per pregiudizi di diversa natura, dall’altra gli artisti hanno la possibilità di instaurare nuovi tipi di relazione artistica e trarne profitto di conseguenza. In questo tipo di contesto, il revival Y2K potrebbe quindi rivelarsi come una scelta strategica potenzialmente di successo dal punto di vista dell'entertainment, in quanto permetterebbe di far rivivere dei momenti cult della storia e dell’estetica italiana a una generazione che ne ha vaghi ricordi o è semplicemente desiderosa di approfondirne l’heritage. Gli artisti in gara, invece, potrebbero tornare alla ribalta e legarsi per la prima volta a brand di moda ed essere coinvolti in nuovi progetti creativi. La Gen Z, d'altra parte, sta già mostrando il suo entusiasmo su TikTok, palesando la chiara intenzione di Sanremo di attirare con i giusti mezzi una generazione sempre più giovane. Il dubbio, però, rimane: come sarà gestito dal punto di vista comunicativo un revival così pieno di contraddizioni? Dopotutto «Perché Sanremo è Sanremo» è più di un semplice slogan.