Alessandro Simonetti
New York, New York
Share
Fotografo / Creative Consultant
New York City, New York
La tua quarantena: paure e sogni?
In quanto freelance e creativo indipendente a NY, ho sempre dovuto fare i conti con un certo senso di paura che ti può suscitare la città, legato principalmente a due problemi: soldi e lavoro. Mi ci sono abituato ormai e non ho più paura. Da quando metti piede a NYC vieni spinto aggressivamente a lavorare, e questo stop forzato ci ha portato ad un insolito stato mentale in cui siamo stati costretti a pensare e ripensare. Ovviamente tutto ciò accompagnato dalla paura di ammalarsi, dato che il sistema americano è estremamente egoistico. D'altra parte, il mio sogno è restare seduto per otto ore di fila sulle spiagge di Gaeta, perché è lì che ho passato gran parte della mia infanzia, in una sorta di comunità hippy/dolce vita all'inizio degli anni Ottanta. L'idea di non potermi muovere liberamente è ciò che mi pesa di più in questo lockdown globale.
Passo la maggior parte del mio tempo a fotografare il mio quartiere dal rooftop al tredicesimo piano del mio palazzo. Non sono un grande appassionato di sport e non mi sono mai interessate chat su Zoom, live su Instagram, tutorial ecc. Non mi piacciono i predicatori di nessun genere, così come i life coach di Instagram. Ho apprezzato molto le persone del settore e gli artisti in generale che hanno usato davvero questo tempo, senza sentirsi costretti a sovra produrre contenuti e a condividere a tutti i costi. In generale mi sento abbastanza positivo, credo che ne usciremo con un approccio più riflessivo ed energico.
Qual è la tua colonna sonora?
La radio WBGO del New Jersey. Una vera stazione jazz OG. Ma molto spesso mi trovo ad ascoltare vecchi classici italiani, come Casino Royale, Colle Der Fomento, SXM, perdendomi tra Mina e la Vanoni.