Cecilia Sala
Rome, Italy
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Giornalista
Roma, Italia
La tua quarantena: paure e sogni?
Ho fatto una tabella per contare le sigarette giornaliere. Cucino più di mia nonna sotto le feste. Ascolto podcast, soprattutto In the dark, che ha tirato fuori di galera Curtis Folwers, forse il più grande perseguitato d’America.
Prima che tutti paragonassero questo momento storico alla guerra e finissi per pensarci seriamente anche io - anche se stare in casa a leggere, guardare cose su You Tube e comprarne altre su Amazon non è proprio come la trincea - ho pensato che il Coronavirus fosse tipo il ‘68. Lo so, è assurdo, la pandemia è una tragedia, il ‘68 è stato anche problematico ma certo non una tragedia e soprattutto non è arrivato dal nulla e per caso. Il paragone è in questo senso: ci sarà un cambio radicale della cosiddetta “classe dirigente”, nel senso che credo che il mondo sarà talmente diverso “dopo” che chi si è esposto nel dibattito pubblico “prima” di questo fatto enorme, di portata storica, non ritroverà più le coordinate. E ci sarà un vero ricambio su larga scala, come nel ‘68. Insomma, la “narrazione” (parola che odiamo tutti ma che ha una sua utilità) del “prima” non sarà replicabile o compatibile con quella del “dopo”.
La cosa che mi manca di più è poter partire: scrivo reportage di esteri, non potrò farlo per un po’. Non vorrei sembrare incosciente ma paura vera e propria credo di non provarne.
Qual è la tua colonna sonora?
Merce Funebre by Tutti Fenomeni.