Cos'è BitClout, la criptovaluta delle celebrities
E perché potrebbe avrebbe un problema etico prima che economico
01 Aprile 2021
Dopo le opere d'arte e le sneaker, era solo una questione di tempo prima che il mondo delle criptovalute si spostasse sugli esseri umani. Presentato ufficialmente come un social network con la possibilità di investire su persone e post attraverso soldi reali, BitClout permette ai propri utenti di acquistare un asset rinominato Creator Coins, una valuta digitale legata a una lista di celebrities che vanno da Elon Musk a Kanye West, fino a creator e youtuber come Logan Paul e Jake Paul. Il valore dei Creator Coins può variare in base al social clout della persona a cui fanno riferimento in una vera e propria borsa condizionata dalla percezione social intorno ai vip e alla celebrità. Per fare un esempio, se BitClout fosse esistito lo scorso anno il valore dei Creator Coins di Kanye West sarebbe cresciuto in concomintanza con l'annuncio del suo accordo con Gap, mentre quelli di Logan Paul avrebbero perso valore quando nel 2018 filmò un corpo senza vita per un video Youtube.
Descritto come "gli NFT per le persone", BitClout somiglia piuttosto al naturale punto d'incontro tra il mondo dei social e quello delle criptovalute facendo leva su una bolla che permette a un tweet di far perdere soldi reali a centinaia di persone e aggiungendo così ulteriore pressione a un mondo già al limite come quello delle celebrities e del loro rapporto con i social. La vera questione dietro BitClout è però più etica che economica e cioè se è legale per qualcuno guadagnare sfruttando delle persone senza che queste abbiano dato il loro consenso. Molte delle 15.000 celebrities chiamate in causa non hanno infatti dato autorizzazione a trasformare il proprio profilo in una possibile miniera d'oro virtuale, mentre la policy di BitClout sembra quasi un obbligo ad assecondare le regole del loro gioco. Secondo le FAQ pubblicate dal social network, ogni influencer può reclamare il proprio account semplicemente twittando la propria BitClout public key, avendo così accesso ai propri dati sul sito e a una percentuale dei Creator Coins associati al loro profilo.
Adopting Bitcoin's aesthetic to raise VC funding to carry out unethical and blatantly illegal schemes like @nadertheory's @Bitclout_: not cool pic.twitter.com/dZQjtOMMGt
— Brandon Curtis (@bcmakes) March 24, 2021
Solamente pochi giorni fa Brandon Curtis di Radar Relay ha inviato un avviso legale al creatore di BitClout Nader Al-Naji per aver utilizzato il suo nome e altre informazioni senza alcun permesso, trasformando di fatto una persona in un asset economico senza il consenso di quest'ultima. L'azione di Curtis oltre a creare un precedente importante rende ancora più evidente il meccanismo di BitClout, che qualcuno non ha esistato a chiamare "truffa", in cui per riscuotere parte di una cifra economica guadagnata da qualcuno utilizzando i nostri dati siamo costretti a far parte dello stesso meccanismo che ha generato profitti "rubandoci" l'identità. Se il fenomeno degli NFT poteva sembrare l'apice della bolla per mondo delle criptovalute, BitClout somiglia decisamente a un esperimento distopico che vuole portare la nostra percezione del denaro e delle dinamiche sociali verso il punto di non ritorno.