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Il futuro incerto del wearable tech nella moda

Che piacciono alla Gen Z ma costano troppo

Il futuro incerto del wearable tech nella moda  Che piacciono alla Gen Z ma costano troppo

In un momento di crisi per l’industria della moda, il wearable tech sta conquistando una fetta sempre più ampia del mercato precedentemente occupato dalla moda di lusso. Sarà che il connubio tra i due è ormai consolidato da anni, sarà che il fenomeno trova terreno fertile tra Millennial e Gen Z, ma il settore del wearable tech sembra stare vivendo un periodo rinascimento dopo le incertezze affrontate negli ultimi anni. Il report del 2024 Fast Moving Tech- Fast Peaced Fashion ha evidenziato come la Gen Z preferisce spendere in tecnologia e accessori elettronici rispetto a Millennial e Baby Boomer. L'interesse ha indirizzato investimenti importanti nel wearable tech e previsioni di crescita del settore più che favorevoli. Secondo le stime di Fortune Business Insight, il wearable tech ha raggiunto un valore di 120,5 miliardi di dollari nel 2023 ed è destinato a raggiungere il trilione entro il 2032, con una crescita del 34,6% di anno in anno. Il motivo di questo successo è semplice: i nativi digitali si fidano della tecnologia, la vogliono indossare e vogliono che si abbini al loro abbigliamento. Non basta che lo SmartWatch sia in grado di tracciare i dati sulla salute, deve essere anche alla moda. E i brand hanno riconosciuto le grandi opportunità di guadagno che offre il settore, entrando a gamba tesa con collaborazioni sempre più creative.

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Aziende come Apple, Oura, Google, Qualcomm Technologies e Garmin da tempo collaborano stabilmente con i più importanti brand per creare smartwatch, fitness tracker, dispositivi per la realtà virtuale e visori per la realtà aumentata. Sembrano essere passate ere geologiche da quando Moschino uscì nel 2015 con la sua cover french fries per l’iPhone. Nel frattempo, Louis Vuitton è arrivato alla terza generazione dell'orologio Tambour Horizon Connected creato per la prima volta nel 2017 assieme a Google e Qualcomm Technologies, mentre Hermès lo scorso settembre ha presentato una nuova collezione di cinturini e quadranti personalizzati per l’Apple Watch Series 10. Nello stesso periodo, Chanel ha introdotto il suo Premier Sound, un orologio con una catena in acciaio intrecciato rivestita in oro 18 carati con cuffie staccabili che possono essere collegate a qualsiasi smartphone, e Oura ring (un anello intelligente che monitora parametri come la qualità del sonno e l'attività fisica), dopo la collaborazione del 2022 con Gucci che ha consacrato lo smartring nel mondo della moda, è arrivato alla quarta generazione in risposta al Galaxy ring di Samsung presentato questa estate. Anche il mondo degli speaker firmati è in espansione: a inizio 2024, Fendi ha lanciato il portable Hi-Fi speaker Fendi x Devialet Mania; questo novembre, Fred Perry ha stretto una partnership con Ruark per una limited edition di speaker; Hidden.ny ha firmato un paio di cuffie con il brand danese AIAIAI, mentre Bottega Veneta ad agosto ha inserito una cover per Airpod Max nella linea “Tech Rubber Family”.

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Il dispositivo più apprezzato dai brand di moda che vogliono collaborare con il mondo della tecnologia sembrano essere gli SmartGlasses. Dopo l’evidente interesse di Mark Zuckerberg nei confronti della moda, Meta ha rinnovato la partnership a lungo termine con EssilorLuxottica come conseguenza del successo dei Ray-Ban Meta Glasses. Gli occhiali erano stati presentati nel 2021 con il nome di Ray-Ban Stories, sfondando il mercato dei wearable con più di 700.000 paia venduti. Come afferma in un'intervista a Vogue Business Rocco Basilico, chief wearables officer di EssilorLuxottica, « Ray-Ban ha «fatto un buon lavoro per rendere gli occhiali un oggetto di moda, e ora [stanno] cercando di fare lo stesso con la tecnologia [non prima] di raggiungere un equilibrio tra moda e tecnologia». In risposta al successo degli SmartGlasses di Meta, secondo quanto riportato da Bloomberg Apple starebbe «esplorando la possibilità di entrare nel mercato degli smartglasses con uno studio interno sui prodotti attualmente in commercio, ponendo le basi affinché l'azienda segua Meta Platforms Inc. in una categoria sempre più popolare». 

Ma arriviamo al punto forte del wearable tech: la personalizzazione. La moda, come detto, è in crisi e sta cercando di trovare in qualsiasi modo le combinazioni giuste per riprendersi dalle sfilze di percentuali negative. La vittoria di Trump ha dato uno scossone al mondo delle cryptovalute - che si pensava se non morto almeno stagnante - e come effetto domino si sono risvegliati gli interessi della moda nei confronti del Metaverso e degli NFT. Niente di nuovo, i phygital show e i capi NFT erano già stati esplorati in un mondo pre e intra pandemico, ma adesso sembrano fare sul serio. Guerlain, dal 25 novembre, ha messo a disposizione degli oggetti NFT sulla piattaforma Web3 The Sandbox, continuando l’esperienza “The World is Our Garden” tra sostenibilità e awareness sulla biodiversità, e Balenciaga ha collaborato con Ledger, produttore di portafogli per crypto, per una custodia in pelle con logo e chip NFC disponibile da inizio novembre.

Una grande criticità che riguarda wearable e NFT è il costo.  Millennial e Gen Z sono il target definito degli accessori elettronici, i clienti che più possono capire e lasciarsi ammaliare dal settore, ma piattaforme come Bain & Company prevedono un calo del 2% nella moda rispetto all’anno scorso causato proprio da un allontanamento generale da parte della Gen Z. Il motivo? Non c’è potere d’acquisto. Allo stesso tempo però, sempre secondo il report di Bain & Company e Altagamma, la Gen Z mostra un crescente interesse per accessori e wearable tech, creando un paradosso significativo: mentre le aziende investono in collaborazioni e innovazioni per attrarre le nuove generazioni, queste ultime, limitate dal loro potere di spesa, tendono a non acquistare. Parallelamente, anche i consumatori più maturi affrontano spesso il problema dei prezzi elevati, suggerendo quindi che il costo rappresenti un ostacolo trasversale e parziale. Se l’obiettivo è sedurre la Gen Z, sarà fondamentale trovare un equilibrio sostenibile tra prezzo, domanda e capacità di spesa dei diversi target. A complicare ulteriormente la situazione si aggiungono le conseguenze legate alla sostenibilità e all'obsolescenza programmata, nonché la problematica, sempre sottotraccia, della produzione di chip e silicio che, nonostante abbia una previsione di crescita importante come riporta il Sole 24 ore, si basa su una filiera estremamente delicata e vulnerabile perché fortemente legata a questioni geopolitiche. Fino a quando non verranno sciolti questi nodi, sarà difficile che emerga un mercato combinato moda-tech capace di rilanciare un sistema ormai in panne e soprattutto sarà difficile convincere le nuove generazioni a spendere in device costosi e dall’incerta sostenibilità.