'The Deuce' - Anatomy
Le ispirazioni dietro la nuova serie di David Simon e George Pelecanos
23 Novembre 2017
Negli anni ’70 c’era una strada a New York, un particolare tratto che andava dalla quarantaduesima strada a Times Square, soprannominato 'The Deuce', un luogo frequentato da papponi e prostitute, spacciatori di droga e criminalità organizzata.
Oggi The Deuce diventa una serie tv di HBO firmata dal creatore di 'The Wire' David Simon e dal suo collaboratore George Pelecanos, ambientata proprio in quel frammento di NYC.
Si tratta di otto episodi che raccontano gli albori dell’industria pornografica e la sua evoluzione dalle pellicole vendute clandestinamente, passando attraverso i peep show, fino alle proiezioni vere e proprie.
I protagonisti sono i personaggi che popolano la strada, dalle prostitute ai tre protettori di colore che si contendono le ragazze più avvenenti, dalla studentessa stanca della sua vita ordinaria a Candy (Maggie Gyllenhaal), la prostituta indipendente che, per dare un futuro migliore al figlio, entra nel mercato emergente intuendone le potenzialità economiche.
Lei è la figura di riferimento della serie, insieme ai fratelli gemelli Vincent e Frankie Martino, entrambi interpretati da James Franco. Il primo è un barista dalla vita personale travagliata che cerca di sbarcare il lunario onestamente, finendo però col cedere alla pressione della mafia cittadina, anche per colpa di Frankie e dei debiti del fratello accumulati con il giocatore d’azzardo.
Infine c’è il sesso, ingrediente fondamentale della maggior parte delle serie HBO, nel progetto di Simon ritratto con crudo realismo, lontano da ogni morale. Niente glamour. Niente corpi stereotipati. Niente confini. Il sesso di 'The Deuce' è rappresentato senza vergogna, ed è di ogni tipo: etero, omosessuale, di coppia, di gruppo, piacevole, brutto, violento, imperfetto, funzionale a descrivere meccanismi di potere e personalità delle persone.
Questa scelta è sicuramente uno dei punti di forza della serie, ma ancor di più lo è la polaroid anni Settanta’70 con il suo spaccato di umanità intrigante e decadente che s’imprime negli spettatori, perfetta nei suoi colori rarefatti, nei dialoghi, nelle scenografie, nei costumi e nella colonna sonora, tutti curatissimi.
Feel like: Leon Levinstein
Nato nel West Virginia, Leon Levinstein si trasferisce a New York nel 1946 dove lavora come graphic designer dedicando le serate e i fine settimana alla fotografia.
Il suo territorio sono i quartieri di Times Square e da Lower East Side a Coney Island, i suoi soggetti preferiti sono persone ai margini della società come le prostitute o individui dall’aspetto strano, tutti quelli che catturano il suo obiettivo con un dettaglio inconsueto.
Gli scatti in bianco e nero di Levinstein sono affamati della poesia della vita reale e animati dallo spirito antiborghese della Beat generation, ma umanizzati sempre da un’insolita compassione.
Nonostante Alexey Brodovitch, direttore artistico di Harper’s Bazaar, avesse sostenuto il suo talento, questo maestro della fotografia di strada resta sconosciuto al grande pubblico.
Dress like: Saint Laurent, Prada
Se c’è un periodo storico che è continua fonte di ispirazione per la moda, è sicuramente il decennio dei 70s, a tal punto che brand come Saint Laurent o Prada, hanno mostrato totale amore per quell’epoca .
Lo stesso entusiasmo provato da Anna Terrazas quando ha saputo che avrebbe lavorato ai costumi per 'The Deuce', una serie incentrata su una NYC di reietti in cerca di emancipazione, lontana dal glamour che accompagna una certa idea degli anni ’70 esplorata in show come “Vinyl”.
"È stato un progetto molto interessante" -ha spiegato la donna - "perché, per la prima volta, ho potuto pensare di più ai personaggi e all’uso dei vestiti, [a problematiche] come ad esempio il modo in cui le ragazze avrebbero pagato per i vestiti".
Come sottolineare in modo sottile le difficoltà finanziarie di Candy e delle altre ragazze? Il team della sartoria ha trovato la risposta: aggiungendo su gonne e top piccoli strappi o bruciature di sigarette, al fine di dare ai capi un look più vissuto.
L’ispirazione per creare il guardaroba adatto ad ogni personaggio è frutto di una vasta ricerca online e nei vintage store americani, ma anche di film, soprattutto 'Taxi Driver' e la pellicola del 1971 con Al Pacino 'The Panic in Needle Park', storia d’amore tra una prostituta e un eroinomane e della loro discesa nel mondo della droga.
Per Candy la costumista ha creato una sorta di divisa composta da parrucche, halter top e shorts succinti; mentre per distinguere più facilmente la coppia di gemelli Vincent e Frankie, interpretati entrambi da James Franco, Anna ha puntato sulle giacche in pelle, rigorosamente marrone per il primo e nera per il secondo. Altro elemento caratterizzante sono le scarpe che determinano un andatura differente: scarponcini piatti per il barista e Cuban heels per il giocatore d’azzardo.
Eccesso e stravaganza, sempre usati con equilibrio e parsimonia, sono elementi riservati ai protettori, pensati da Terrazas come “pantere che escono di notte indossando il completo migliore che possono mettere insieme”. La maggiore fonte di idee? Arriva dal libro di Bob Adelman del 1972 'Gentleman of Leisure: A Year in the Life of a Pimp'.
Think like: “The Other Hollywood. The Uncensored Oral History of the Porn Film Industry” by Legs McNeil and Jennifer Osborne
“The Deuce” racconta l’esordio dell’industria del cinema porno, stesso argomento trattato da “The Other Hollywood. The Uncensored Oral History of the Porn Film Industry” .
Il libro scritto da Legs McNeil e Jennifer Osborne racconta l’evoluzione del fenomeno dai suoi primi passi fino all’epoca di Internet, attraverso centinaia di interviste originali, resoconti tratti dai giornali, rapporti di polizia, testimonianze di tutti coloro che hanno vissuto quei giorni in prima persona.
All’interno delle pagine compaiono cineasti, altri operatori del settore e stelle del genere come Linda Lovelace, John Holmes o Traci Lords.
Se, invece, vi state domandando quale testo abbia studiato Maggie Gyllenhaal per prepararsi ad interpretare Candy, allora leggete 'Porno Star' scritto dall’attrice di film per adulti Tina Russell.
Sound like: “(Don’t Worry) If There’s a Hell Below We’re All Going to Go” by Curtis Mayfield
"Questa è stata l’occasione per richiamare molta della musica che amavamo quando stavamo crescendo" - ha raccontato il co-creatore della serie George Pelecanos, specificando - "Ma doveva sempre adattarsi ai personaggi."
"Al giorno d’oggi c’è molta nostalgia degli anni ‘70 e la musica del periodo è molto familiare" - ha aggiunto Blake Leyh, supervisore musicale dello show - "Abbiamo preso la decisione consapevole di mettere in evidenza le tracce meno conosciute, sebbene ci siano alcuni dei preferiti più ovvi come James Brown e i Velvet Underground quando appropriati."
Così molte delle canzoni scelte per comporre la soundtrack di 'The Deuce' sono tracce pop, funk o R&B dal suono classico, ma nulla di mainstream.
Se vi state domandando quale sia la hit che introduce ogni episodio della serie, la risposta è “(Don’t Worry) If There’s a Hell Below We’re All Going to Go” di Curtis Mayfield, tratta dal suo album di debutto del 1970 'Curtis'.
Taste like: Campbell’s potato soup
Love like: Maggie Gyllenhaal
È Maggie Gyllenhaal la vera star di 'The Deuce'.
È lei ad illuminare ogni scena, riuscendo a tratteggiare un personaggio profondamente umano, per certi versi femminista. C’è qualcosa nel suo viso, nel modo di recitare, di muoversi che riesce a regalare grazie anche alle scene ed ai film più crudi, da 'Secretary' alla serie di HBO.Da vedere la sequenza durante la quale la sua Candy, quando un cliente si rifiuta di pagarla, si lancia in un discorso sull’etica del lavoro.