I migliori Album del 2017
Da "Flower Boy" di Tyler, The Creator a "Aromanticism" Moses Sumney
23 Dicembre 2017
Un anno di nuove scoperte e sonorità, con relative conferme che fanno ancora ben sperare per il futuro della musica.
Vi presentiamo la nostra classifica dei migliori album del 2017.
Kendrick Lamar - DAMN.
Attraverso riflessioni sull’equilibrio, il karma e l’ego, Kendrick Lamar esplora le intersezione tra divinità e umanità. Un monologo interiore risuona in tutto l’album, spingendo il rapper di Compton a ricercare il suo posto nel mondo, nella sua comunità, nel suo corpo e nella sua prossima vita.
Sangue e DNA si ergono come marcatori di forza vitale, identità e patrimonio, ciò che otteniamo dai nostri antenati e tramandiamo ai nostri figli.
Tyler, The Creator - Flower Boy
Per anni, nelle sue canzoni, Tyler, The Creator, ha cercato di arrivare alla radice della sua solitudine, ed è proprio in Flower Boy che ci si avvicina più che mai. Più snella e più concentrata, questa è la sua collezione di canzoni più disarmante ed accessibile: sottomessa, malinconica, permissiva e riconoscibile.
Flower Boy è personale e complicato, rivelando pensieri a lungo trattenuti sulla razza e sulla sessualità: "tell these black kids they can be who they are” canta in Where This Flower Blooms. E dentro queste canzoni abbaglianti, raccoglie il suo stesso consiglio, uscendo alla luce per la prima volta.
King Krule - The Ooz
Come King Krule, l'intransigente londinese Archy Marshall, si è sempre manifestato in un trip-hop cupamente melodico che non si allontana mai dal portare alla luce le sue più profonde paure ed emozioni.
In The Ooz, passa in rassegna i detriti della vita quotidiana, sbattendo contro quelli che percepisce essere i suoi limiti artistici mentre esamina le conseguenze di una relazione fallita.
Marshall è un maestro nel creare atmosfere, creando interi ecosistemi che convivono all'interno della propria opera, regalando un'esperienza di ascolto immediata ed avvincente.
Arca - Arca
Alejandro Ghersi, nel suo primo album omonimo, sfrutta i bordi frastagliati e le impefezioni naturali del suo canto, sprofondando in meditazioni sull'intimità, la solitudine e la morte.
In pochi possono rivendicare Bjork come proprio mentore, ma Alejandro Ghersi dimostra sempre di più di essere degno di questo onore.
Moses Sumney - Aromanticism
Per molti anni, Moses Sumney, si è aggiudicato il primo posto come artista su cui si riponevano più speranze per il proprio album di debutto, non a caso, David Byrne, ne aveva già colto il talento invitandolo a suonare con lui nel 2016.
Aromanticism, si dimostra più che all'altezza delle aspettative, portando la sua voce ultraterrena, che ricorda un sassofono con una vecchia canna, e la sua complessa scrittura a strati, direttamente su un piano etereo.
Il ventiseienne di San Bernardino, trova nuovi modi per parlare della solitudine, delle relazioni a distanza, della capacità di vedersi ma non essere trattenuti. Il tutto ricondotto ad un mondo ormai solitario, spezzato e repressivo, dove si è incapaci di amare.
Era dai tempi di D'Angelo, Frank Ocean e Jeff Buckley, che un cantautore non esordiva con un album così singolare e brillante. Sumney è un enigmatico cantautore, capace di una bellezza al di là delle parole e legato ai fili più profondi e istintivi del cuore.
Mac DeMarco - This Old Dog
La cosa che porta le persone ad amare Mac Demarco, è la stessa che le porta ad odiarlo. Per i fan, è un cantautore decisamente senza pretese con uno strano senso dell'umorismo. Le sue buffonate extrascolastiche, sono la prova che non ci si prende troppo seriamente, e giustamente, pensa che il rock dia spazio anche al divertimento e alla pazzia. Per i suoi detrattori, invece, queste acrobazie sono un marchio fastidioso di un'artista, che a parer loro, non vuol fare i conti con l'età.
A questo punto un cambiamento radicale per Mac DeMarco non avrebbe senso, ha il suo stile, funziona. Ma è proprio con This Old Dog, terzo album per l'artista canadese, che si nota una crescita repentina.
Il nuovo album risulta meno ingombrante, c'è più chitarra acustica e meno elaborazione che lo libera dal contesto post-chillwave che aveva condraddistino i lavori precedenti.
Mac DeMarco è un ragazzo, che nonostante viva improvvisando, compone canzoni senza tempo scomodando cantautori di una epoca passata.
Kamasi Washington - Harmony Of Difference
In Harmony Of Difference, Kamasy Washington rafforza ancor di più il suo ruolo come principale artista jazz della sua generazione.
L'ep, se pur non ambizioso come il suo precedente lavoro The Epic, un viaggio onirico suddiviso in tre ore, risuona sempre nell'impegno di Washington di diffondere pace e amore attaverso la sua musica. Vera opera d'arte la traccia conclusiva, Truth.
LCD Soundsystem - American Dream
Nel lontano 2011 si concluse magicamente, con un concerto al Madison Square Garden, la straordinaria carriera dei LCD Soundsystem. Al termine della serata, dopo quasi dieci anni in cui la band statunitense aveva rivoluzionato il concetto di dance music apportandolo al punk, i palloncini caddero dal soffitto e i fan iniziarono a piangere.
Ma come un novello Odisseo, James Murphy, sentiva ancora il bisogno di esplorare nuove sonorità e tecniche di composizione, realizzando all'inizio del 2015, più canzoni di quante mai ne avesse prodotte nella sua carriera.
A sette anni da This Is Happening, arriva American Dream, un album che apparentemente potrebbe sembrare una critica nei confronti dell'attuale politica americana, ma dove il tema principale è la disillusione che si avverte durante l'invecchiamento, la fine dei sogni di una gioventù ormai passata.
Questo è tutto ciò che potremmo chiedere in un album degli LCD Soundsystem nel 2017. Per quasi 70 minuti di musica, Murphy, crea un mondo dove tutti i suoi peccati possono essere estirpati e, in un certo senso, è un sogno che si realizza.
Drake - More Life
La playlist di World Music, che si manifesta in More Life, è la naturale realizzazione di quello che già si intravedeva in VIEWS. Un miscuglio di house sud africana, dancehall, grime e pop-rap.
La musica è più ampia ed il roster più vario, ma c'è ancora lo stesso Drake nei suoni e negli accenti. Una star paranoica in cerca di conforto, un re del rap non ancora sobrio dei suoi successi.