
5 momenti chiave dello show di Kendrick Lamar al Superbowl
Tra attivismo e dissing, è stato uno degli halftime show più significativi di sempre
10 Febbraio 2025
«Too loud, too reckless, too ghetto!», ha urlato Samuel L Jackson a Kendrick Lamar durante l’halftime Super Bowl di ieri sera, che si è tenuto al Caesars Superdome di New Orleans. Il rapper di Not Like Us e All the Stars ha unito provocazione e speranza, hip hop e pop, moda e musica in uno degli show più politici di sempre. Di fronte a tutti gli Stati Uniti (e al Presidente Donald Trump, presente alla partita), Lamar ha ricordato a tutto il mondo il vero valore del rap, pur aggiungendo alla performance qualche frecciatina nei confronti di Drake - chissà come se la starà passando adesso. Affiancato dalla collega SZA, che ha cantato insieme a lui i brani Luther e All the Stars, Kendrick Lamar è stato il primo artista hip hop a esibirsi da solo nella storia del Super Bowl: in un’intervista dello scorso autunno, quando era stata annunciata la sua partecipazione, ha detto «la musica rap è ancora oggi il genere di maggior impatto, e io sarò lì a ricordare al mondo perché. Hanno preso quello giusto». Ma non è stata la prima volta che Lamar si esibisce all’evento sportivo più seguito d’America: nel 2022 aveva calcato lo stesso palco insieme a Dr. Dre, Snoop Dogg, Mary J. Blige, 50 Cent ed Eminem. Al tempo, erano stati messi diversi divieti agli artisti (a Snoop Dogg era stato impedito di indossare una bandana blu, così il rapper si era vestito nella stessa fantasia dalla testa ai piedi), ma con l’esibizione di ieri Lamar ha dimostrato che le performance migliori riescono a portare a casa il messaggio giusto scavalcando qualsiasi barriera. Touchdown. Oltre al magnifico fit di Lamar, in varsity jacket firmata Martine Rose e jeans boot cut di Celine, ecco cinque highlight che ricorderemo di questo halftime show.
Samuel L- Jackson nelle vesti di Uncle Sam of America
Bruh got Samuel L. Jackson as “Uncle Sam” at the Super Bowl lmfaooo 10/10 pic.twitter.com/9L5s7QdKpo
— Big Boss (@LordBalvin) February 10, 2025
In giacca, papillon e cappello a stelle e strisce, il premio Oscar Samuel L Jackson ha inaugurato l’halftime show del Super Bowl vestito come Uncle Sam, storica personificazione degli Stati Uniti d’America. Il personaggio ha commentato tutto il concerto di Lamar con un forte senso di ironia, dal «Too loud, too reckless, too ghetto!» iniziale al «That's what America wants, nice and calm» dopo la melodia di All the Stars. A rendere iconica l’apparizione di Uncle Sam durante lo show non è stata solo l’interpretazione del grande Samuel L Jackson ma la sua performance stessa, che raccontava in diretta i commenti che qualsiasi repubblicano (e Trump stesso) avrebbe potuto dire guardando il concerto.
La collana “a minor” e le frecciatine a Drake
Nonostante la vittima del dissing Drake abbia recentemente fatto causa all’etichetta Universal Music Group per la diffusione (e il successo) di Not Like Us, che Kendrick Lamar l'avrebbe portata al Super Bowl c’era da aspettarselo. Prima di cominciare a rappare una delle canzoni più ascoltate del 2024 e vincitrice di due Grammy, Lamar ha fatto un teasing prima sbucando sul palcoscenico con una catena al collo e il ciondolo “a minor”, in riferimento al verso della canzone «trying to strike a chord and it's probably a minor» (e alla società creativa che ha Kendrick Lamar fondato insieme a Dave Free nel 2020, PGLang), poi lanciando una frecciatina al rapper canadese, «I wanna play their favorite song but you know they love to sue».
Serena Williams fa la crip walk in diretta nazionale
Oltre a Samuel L Jackson, altre icone della pop culture americana hanno fatto un cameo all’halftime show di ieri sera. Il producer Mustard, noto per le sue collaborazioni con Kendrick Lamar e altre artisti internazionali del calibro di Rihanna, Travis Scott e Drake, ma anche la leggenda del tennis Serena Williams. Per la sua apparizione, Williams ha rivendicato uno dei momenti più polemizzati della sua carriera, facendo la crip walk (un balletto originario di Compton che è storicamente associato alla gang afroamericana dei Crips ma che oggi non ha alcuna associazione criminale). L’atleta aveva fatto lo stesso ballo a Wimbledon durante le Olimpiadi del 2012, dopo aver vinto la medaglia d’oro, una scelta che allora aveva procurato ondate d’odio e di critiche nei confronti della vincitrice. Ieri sera, la partecipazione di Williams all’halftime show e le sue mosse hanno mandato il pubblico in delirio.
I ballerini formano la bandiera americana
Come ogni halftime show che si rispetti, ieri non sono mancati corpo di ballo, costumi appariscenti e una coreografia studiata nei minimi dettagli. I ballerini erano tutti afroamericani, ed erano vestiti dalla testa ai piedi (durag incluso) in total white, red o blue. I colori sono stati scelti per rappresentare la bandiera americana, che si disfaceva e si scontrava in una coreografia ritmata e dinamica. A un certo punto della performance, i ballerini si sono raggruppati sulle scale insieme a Lamar, che in piedi al centro del gruppo “divideva” la bandiera: l’immagine ha avuto un forte impatto su tutti gli spettatori del Super Bowl, che l’hanno repostata migliaia di volte sui social.
Compare la bandiera palestinese
Shoutout to the guy was waving the palestinian flag behind kendrick #SuperBowl
— vids that go hard (@vidsthatgohard) February 10, 2025
pic.twitter.com/OZL35jrNEa
Come se non bastasse, Lamar ha voluto cogliere l’occasione unica di trovarsi in uno stadio di fronte a 65mila spettatori e centinaia di milioni a casa per lanciare un ultimo messaggio politico senza neanche volerlo. Dopo che Lamar aveva celebrato la comunità afroamericana degli Stati Uniti, il potere dell’unione e la lotta alla discriminazione, un manifestante ha portato sul palco del Caesars Superdome la bandiera palestinese. Negli spazi bianchi, un cuore e una mano chiusa a pugno affianco ai nomi Sudan e Gaza. La cosa più interessante è che di tutto lo show Trump (noto per i suoi tweet) non ha commentato nulla, è solo tornato a criticare Taylor Swift dicendo che è stata fischiata dallo stadio. «MAGA non perdona!» ha scritto il presidente degli Stati Uniti sul social Truth. Sì, ma Kendrick Lamar neanche.