5 storie napoletane che potrebbero ispirare il nuovo film di Sorrentino

Qualche giorno fa, Andreas Wiseman di Deadline ha riportato un'esclusiva sostenendo che Paolo Sorrentino sarebbe pronto a iniziare le riprese del suo nuovo film, dopo aver concluso la fase di pre-produzione. Se inizialmente si parlava di un progetto incentrato sul mito della sirena Partenope - dopo aver toccato quello del Munaciello in È Stata La Mano di Dio - secondo quanto scritto da Deadline quella storia non sarebbe in realtà vera. Magari la sirena che ha ispirato il nome stesso di Napoli ci sarà, ma il film racconterà un'epopea napoletana, ambientata tra Napoli e Capri. Con questi pochi elementi a disposizione, abbiamo provato a immaginare quale potrebbe essere il protagonista del prossimo film di Sorrentino, che spesso privilegia storie vere sulle quali ricamare incredibili romanzi visivi. 

Edmundo, O' Animal

Sono i primi anni 2000, e il mondo del calcio italiano è al suo massimo splendore. Dopo essere passato per la Fiorentina arriva a Napoli Edmundo. Brasiliano, tecnico, con un carattere tanto difficile da essere soprannominato "O' Animal". L’avventura a Napoli di Edmundo, inizialmente accolta con grande euforia, non inizia mai davvero: infortunio all’esordio e 4 gol complessivi. Fuori dal campo invece, è tutta un’altra storia: due anni prima dell’arrivo a Napoli Edmundo era stato arrestato e messo in semi-libertà, e dopo il suo passaggio a Napoli, le cose non andranno per niente meglio. Una storia di talento e cadute, molto molto profonde.

Pino Daniele

Un film su Pino Daniele sarebbe il fil rouge ideale con La Mano di Dio, dove sui titoli di coda suonava Napule è. Difficile da spiegare cosa ha rappresentato Pino Daniele per Napoli, una storia strana e complicata, che parla del miglior cantore della storia napoletana che non viveva però più a Napoli, "strangolato" dal suo stesso successo. Come Sorrentino, ma per motivi diversi, Daniele si trasferì a Roma, e iniziò a vedere e raccontare da lì la sua città. Vedere rappresentato Pino Daniele, il suo rapporto con la Neapolitan Sound e con Gigi D’Alessio, da Sorrentino, sarebbe il compimento massimo della napoletanità. 

Carmine, Raffaele e Luigi Giuliano

Una delle foto più celebri dell'esaltante esperienza di Maradona a Napoli è anche una delle più controverse: lo ritrae su un divanetto a forma di conchiglia, in compagnia di Carmine e Raffaele Giuliano, all’epoca, assieme al nipote Luigi, boss di Forcella, uno dei più centrali e storici quartieri di Napoli. La storia della famiglia Giuliano è stata spesso avvolta da un’aura di misticismo: Carmine veniva definito ‘o lion (il leone) mentre Luigi “Love”, per la sua abilità con le donne. Sorrentino non ha mai nascosto la sua ammirazione per Maradona, così come la sua capacità nel rappresentare il male. Il racconto della camorra sotto una chiave sorrentiniana si sposerebbe con l’idea di “epopea napoletana che attraversa varie generazioni” che il film parrebbe raccontare. 

Massimo Troisi 

Qualche anno fa su Twitter cominciò a diffondersi una lettera che un giovane Sorrentino scrisse a Massimo Troisi, icona della comicità napoletana, chiedendogli di poter lavorare assieme. Troisi ha rappresentato, per chiunque volesse fare cinema a Napoli in quegli anni, il più alto punto di arrivo, non è difficile immaginare dunque un film su di lui firmato da Sorrentino, il che garantirebbe anche alla storia l’ennesimo risvolto autobiografico. Come si legge nella lettera infatti: "spero di poter fare cinema piuttosto che lavorare in qualsiasi altro campo con la mia futura laurea in Economia e Commercio". 

Curzio Malaparte

Se, come parrebbe confermato, il film si svolgerà anche a Capri, chi meglio di Curzio Malaparte potrebbe rappresentare un perfetto soggetto sorrentiniano? Lo scrittore, saggista e letterato rappresenta agli occhi del mondo l’identikit della persona capace di innamorarsi di Napoli e di Capri in maniera viscerale. Proprio a capri sorge infatti Villa Malaparte, nella quale è già stata girata una scena della Grande Bellezza.