People are wearing: il pataccone!
09 Gennaio 2010
Della necessità, strettamente modaiola, di esibire un orologio dal cinturino e la cassa dorati, me ne ero resa conto da tempo. Da quando, almeno, presa da una grave forma di Olsenmania – la compulsiva tendenza, cioè, ad innalzare a ruolo di guru le gemelle Ashley e Marykate - mi sono fatta arrivare da Hong Kong, via e-bay, un orologio “24 carati”, con le lancette e il fondo nero. Divino.
Immaginatevi la mia contentezza: dopo solo “28” giorni d’attesa, potevo fieramente ostentare al polso un bel Casio (chissà se originale) e tutto d’oro (naturalmente, in apparenza, giacché la spedizione mi era costata più dell’oggetto in sé).
Ora, a circa un anno dal lieto arrivo, ancora mi compiaccio di vederlo lì sul comodino a fare tic-tac, preciso come uno svizzero, anche se di origine asiatica.
Del resto, da quando il nostro tempo è denaro e le ore sono divenute preziose come le pietre, si sente nell’aria il bisogno di comunicare tale esclusività, attraverso la ricchezza dell’oggetto che ne è il simbolo palese. Ecco perché si va in giro con questi massicci contaminuti, facendo intuire all’altro che abbiamo di fronte (con su un modello semplice o insignificante) che noi, il “nostro tempo”, l’abbiamo sfruttato al massimo, ottenendone adesso vistosi lauti benefici. Presso i nostri nonni, era certamente questo il significato che aveva il pataccone. Chi non gliel’aveva fatta, rimaneva indietro, accontentandosi di quello dal cinturino di pelle, che presto invecchiava, sfilacciandosi tutto.
Oggi, più per moda che per status, l’orologio d’oro è tornato in voga, costringendoci ad operare una scelta di fondo: comprarcelo o no. Per alcuni, infatti, fa un po’ CAF (cafone, cioè), nel senso che se non dosato bene e maneggiato con cura, fai in un attimo la fine di MR T., il mitico personaggio dell’A - team, che lo accompagnava ad ogni sorta di collana, braccialetto e medaglietta, che aggiunger si voglia.
Con un piglio più minimalista, al contrario, magari accompagnandolo a pochi braccialetti, ben selezionati e ad una mise semplice, t-shirt+jeans, abitino+stivaletti e nient’altro, diventa segno raffinato di stare al passo con i tempi e distintivo di chi ce l’ha fatta, se non nell’economia o nella politica, almeno nello stile; dove lui, il pataccone ormai esce vincente.
Naturalmente, non vi sto qui spingendo alla donazione di un organo – provate con i reni, sembrano essere gettonati- pur di averne uno vero e pesante, ma semplicemente solleticando l’attenzione al fine di farvi scegliere quello più luccicante, quando in giro per strada, vi imbatterete distrattamente in un ambulante, che li ha lì a portata di mano. Anche il reperimento archeologico – leggi vecchio “scassone” di famiglia che comunque fa bella figura- vale, l’importante è che sia esibito come pezzo vintage, funzionante ed ereditato.
Io, nella speranza un giorno di comprarmene uno vero, per il momento continuo ad uscire con il mio fake gold watch e vi saluto. Mi sono appena accorta guardandolo, che si è fatto tardi. A presto.