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VF Corporation vuole vendere Supreme?

A meno di 4 anni dall'acquisizione da $2.1 miliardi

VF Corporation vuole vendere Supreme? A meno di 4 anni dall'acquisizione da $2.1 miliardi

Secondo quanto riportato da WWD, VF Corporation starebbe valutando l'opzione di vendere Supreme, solo quattro anni dopo la storica acquisizione da $2.1 miliardi. Se la cosa fosse vera, riguarderebbe una sfiducia nei confronti del brand che, dopo un 2023 buono ma traballante, è tornato a crescere ma che parrebbe aver perso definitivamente il suo lustro. Secondo le speculazioni, VF Corporation, già proprietaria di brand come Vans, Timberland e The North Face, ha già l'abitudine a ridurre il proprio portafoglio per concentrarsi a brand più adatti alla propria strategia. Supreme è un brand che ha dovuto affrontare moltissime difficoltà negli ultimi tempi. Da quando è passata da Carlye Group a VF Corporation, Supreme ha riscontrato diversi problemi nella supply chain, precisamente nel 2022, una criticità inattesa data la solidità con cui VF Corporation si è sempre distinta in quest'area. A ciò va ad aggiungersi il fatto che Supreme non riesca a ritrovare la coolness che la contraddistingueva un tempo: sembrerebbe che il brand sia di fatti "schiavo" del proprio status, che nel corso della sua storia trentennale ha probabilmente settato uno standard troppo alto e difficilmente replicabile con continuità. Inoltre, a fine agosto 2023, l'ex direttore creativo del brand Tremaine Emory ha rassegnato le dimissioni dalla sua posizione parlando di "razzismo sistemico" all'interno della struttura aziendale.

@storeya.com Did you know that supreme made an exit two years ago, after the brand struggled to gain mainstream traction in the 2000s? Now they are a multibillion dollar brand that comes with exclusive bragging rights! #supereme #business original sound - StoreYa.com

Le accuse di razzismo sistematico sarebbero nate dalla frustrazione di Emory per il modo in cui la dirigenza aziendale aveva gestito una collaborazione pianificata tra Supreme e l'artista afroamericano Arthur Jafa: in realtà è stato chiarito più tardi che lo scontro era nato dopo che il management del brand si era rifiutato di includere una grafica che rappresentava un linciaggio, portando a un conflitto più generale con Emory. Nonostante questa controversia, Supreme continua ad ottenere ottimi risultati in termini di introiti ma deve affrontare un serio cambio di brand perception. L'apertura ad agosto del nuovo store a Seoul ha riscosso risultati impressionanti su diversi parametri, un solido punto di prova che attesta che la strategia di crescita di Supreme possa di fatto avere un futuro roseo. «Il brand mira a espandere l'accesso al marchio a un maggior numero di consumatori a livello globale», ha detto il CFO di VF Corporation agli investitori. Dunque, il timore di VF Corporation sarebbe quello di non sapere come veicolare la percezione del brand, facendolo tornare "quello di una volta", quello delle file chilometriche fuori gli store, quello per cui i fan attendevano trepidanti ogni drop settimanale.