Longsleeve e t-shirt, il layering prima del layering
Lo stile prediletto da Kurt Cobain e Sheldon Cooper
26 Ottobre 2023
Cosa accomuna Kurt Cobain, icona per antonomasia del grunge, e gli attori protagonisti di serie tv e film dei primi anni 2000? Di certo, l'ossessione di sovrapporre una t-shirt a una longsleeve in un unico outfit. Sul perché questo stile si sia diffuso, forse non serve scervellarsi più da tanto, ma ha decisamente senso provare a ripercorrere la storia di un trend. Sì, perché la combo maglietta a maniche corte e maglietta a maniche lunghe è associata ad attitudini, mood, generi musicali, subculture spesso molto diverse tra loro. Partendo dalla musica di Kurt Cobain negli anni '90 è uno dei primi personaggi noti ad aver insegnato al mondo della moda che si può abbinare una maglietta a maniche lunghe con una a maniche corte. Ma se esistono t-shirt, crewneck e hoodie, che utilità ha stratificare i due capi in questa maniera? Sarà stata la sana incoscienza e sfacciataggine di Kurt e dunque forse un caso la scelta di accostare i due elementi, ma si rivelerà poi uno stile di abbinamento iconico negli anni a venire, dovuto anche alla forza e l'impatto che il suo personaggio ha esercitato sulla cultura mainstream e l'immaginario dei brand. Dopo la morte dell'artista, l'impatto della musica grunge nella cultura pop sfuma, lasciando spazio, nella musica e nell'estetica, all'ingresso a nuovi stili musicali (il britpop, prima in Regno Unito e poi a livello globale, e il pop punk poi), si iniziano a prediligere tematiche più accessibili, più colorate e meno problematiche rispetto a quelle descritte dai Nirvana. Iniziano a diffondersi i leggerissimi teen drama ma anche i film di fantascienza, come The Faculty (1998) dove sulle note di Stay Young degli Oasis (a proposito di britpop) Zeke Tyler, interpretato dal teen-idol Josh Hartnett, indossa proprio una maglietta a maniche corte abbinata a una longsleeve. Una cosa è certa: il trend sopravvivrà a Cobain.
Il match maglietta a maniche lunghe-maglietta a maniche corte guadagna la sua buona dose di fama grazie anche all'esplosione della cultura dello skateboarding, bisognerà attendere però l'inizio degli anni 2000, con l'uscita di Lords of Dogtown (ambientato però nel 1975), in cui il look è presente in maniera ricorrente. E proprio per rimanere in tema skateboarding, i menù di personalizzazione dei videogiochi appartenenti alla saga Tony Hawk's Pro Skater iniziano a rendere disponibile l'opzione di vestire i personaggi creati durante lo storyline del gioco con la doppia maglietta: il motivo? Possiamo ipotizzare che una longsleeve indossata sotto una t-shirt, per uno skater, funzionasse a mo' di effetto placebo, facendogli credere di avere una sorta di protezione in più per attutire le cadute dalla tavola e limitare gli infortuni. Ma allora - considerati i personaggi menzionati fino ad ora e i relativi contesti di diffusione - la combo longsleeve e t-shirt, è da considerare cool? Lo è stato, ma a intermittenza. Lo è stato prima che l'abitudine di matchare questi due capi d'abbigliamento venisse considerato infantile e da teenager; parzialmente "colpa" del personaggio socialmente inadeguato di Sheldon Cooper in The Big Bang Theory. Si tratta di uno stile che si è ritrovato a orbitare sul confine del cool e dell'infantile per anni, diventato iconico nell'universo del Y2K, riesumato - come ben sappiamo - dalla fashion industry negli ultimi anni.
Walter Van Beirendonck, Sunnei, Mowalola e Givenchy hanno deciso di riportarlo in passerella durante la FW23, seppure in modo molto diverso tra loro. I primi due puntando su colori sgargianti facendo risaltare la combo longsleeve e t-shirt in maniera molto evidente, Mowalola, invece, secondo l'illuminazione di Lotta Volkova, ha integrato perfettamente lo stile in questione in un magnifico esercizio di layering. Al giorno d'oggi, difatti, la combinazione potrebbe inserirsi perfettamente nel trend del layering. Letteralmente "stratificazione", con il termine ci si riferisce all'indossare più "strati" d'abbigliamento invece che indossarne di essenziali e pesanti; sappiate che se quest'inverno vedrete più persone vestite con camicia, vest, maglione e trench tutti insieme piuttosto che con hoodie heavyweight e puffer, è perché i brand - indipendentemente dalla loro fascia di prezzo d'appartenenza e dal loro pubblico riferimento - stanno cercando di dare grande attenzione proprio al layering (e farvi comprare più prodotti del necessario per stare al caldo). Ne vediamo nei lookbook di Woolrich e Aimé Leon Dore, oltre che da Supreme, marchio cultore e propulsore del look, specialmente in occasione dell'ultima collaborazione con Stone Island con la Two Tone L/S, una maglietta maniche lunghe che simula l'effetto della stratificazione. In questo periodo di revival generale la nostalgia certamente gioca un ruolo chiave; e d'altronde come si può non essere nostalgici dell'unico stile che ha accomunato cool kid e loser negli anni?