Storia e ritorno in passerella delle creeper
Da simbolo delle sottoculture a moda
09 Marzo 2024
Le iconiche scarpe platform sono passate all’immaginario comune come simbolo della sottocultura punk, ma sono anche fonte d’ispirazione per brand come Prada e Vivienne Westwood e da decenni animano le passerelle dell’alta moda nelle loro declinazioni più stravaganti. La loro ultima apparizione? La FW24 di Gucci, la prima collezione menswear del direttore artistico Sabato de Sarno che ha riportato in passerella la silhouette caratteristica della scarpa. Se fino a prima conoscevamo Gucci per i suoi mocassini, la nuova collezione lo reinterpreta attraverso il look delle classiche Creeper, aggiungendo la suola zigrinata e spessa ad una calzatura slanciata. Non è la prima volta che queste scarpe fanno il loro debutto per un brand di lusso, con l'ultimo esempio che arriva dalla Pre-Fall 2021 di Marni, ma le loro origini appartengono alle strade inglesi. Scopriamo insieme la storia delle creeper.
Il dopoguerra e le Brothel Creeper
1945. La guerra è finita e anche i soldati britannici che hanno combattuto nei deserti del Nord Africa tornano a casa. Cercando di dimenticare l’orrore e di lasciarsi i campi di battaglia alle spalle, una volta a Londra passano le loro giornate e le loro notti vagando per le strade, i night club e i bordelli di Soho e King's Cross con ai piedi uno strano paio di calzature. Non passano inosservate, e proprio per la zona in cui vengono “avvistate” qualcuno inizia a soprannominarle Brothel Creeper. Si tratta di stivaletti in resistente camoscio, dotati di una spessa suola rigida con ramponi antighiaccio, realizzata con fogli stratificati di lattice coagulato, che, inizialmente forniti dall’esercito per affrontare il difficili clima desertico, diventano per tanti reduci una sorta di divisa involontariamente cool.
Il restyling e la nascita della sottocultura Teddy Boy
Il primo ad intuire il potenziale commerciale di queste scarpe è nel 1949 la George Cox Footwear, un’azienda americana con sede a Wellingborough nel Northamptonshire che ne lancia una propria versione dalla silhouette più alla moda, The Hamilton: suola para alta dai 4 ai 6 cm, allacciatura a quattro anelli e tomaia in pelle lucida o scamosciata. Il restyling di Cox è un successo e, complice il contemporaneo affermarsi delle prime controculture giovanili, il nuovo prodotto diventa parte integrante del look insieme a ciuffo a banana, blazer scuri, dolce vita dal collo alto, pantaloni slim, corti e con gli orli ripiegati in modo da lasciare libera la caviglia dei Teddy Boys, che con il loro mix di codici sartoriali risalenti al periodo, il dandismo e ribellione rockabilly, invadevano i quartieri in Europa e negli States. Ad un certo punto le Creepers (secondo qualcuno il nome deriva da una canzone e una danza in voga tra Teds dei primi anni '50: "The Creep", di Ken Mackintosh) diventano così popolari che Elvis dedica loro uno dei suoi pezzi più celebri “Blue suede shoes”.
L'arrivo della controcultura punk
Negli anni '70, rifiutando il look hippie che andava per la maggiore, Malcolm McLaren riporta in voga lo stile Teddy Boy comprando un paio di suede D-ring creeper da Mr Freedom. Ne resta tanto entusiasta che, quando ormai è già diventato manager di una band destinata a fare la storia della musica, i Sex Pistols, decide di ordinare altri modelli alla fabbrica per venderli nella boutique Let It Rock, poi SEX e infine Seditionaries, aperta al civico 430 di King's Road insieme alla sua socia e compagna di vita, Vivienne Westwood. Molti anni dopo, ricordando l’importanza delle sue creeper nell'affermazione dello stile punk dei Sex Pistols e di Westwood, McLaren dichiarerà:
«Il mio paio di George Cox è stata probabilmente la cosa più importante che abbia mai comprato. Erano una dichiarazione di stile, che si allontanava da tutto quello che indossavano e pensavano gli altri. Mettere un paio di quelle scarpe era un atto simbolico.»
Le creeper oggi
Dopo un relativo periodo d’oblio negli anni '90, le creeper sono tornate protagoniste della moda dal 2000, riesumate e rielaborate da tantissimi stilisti e celebrity: Alexander Wang, Chanel, Rihanna per Fenty PUMA, Prada, che ne ha fatto una versione mash-up con le espadrillas, Yamamoto, Comme des Garçons Homme che le ha portate in passerella durante la PFW FW19, adidas Originals e Kazuki Kuraishi, fino alla Monk Strap Creeper di Nicholas Daley & George Cox. Il ritorno della suola zigrinata in passerella alla Milano Fashion Week Uomo di quest'inverno conferma che le creeper sono un fenomeno iconico che, nonostante il continuo cambiare di mode, continua a suscitare il fascino dei più cool.