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La storia dei jeans più antichi del mondo venduti per 114.000 dollari

Predecessori dei nostri Levi’s?

La storia dei jeans più antichi del mondo venduti per 114.000 dollari Predecessori dei nostri Levi’s?

Da quando il mondo della moda d’archivio è entrato a far parte della cultura mainstream della moda, un’intera nicchia di mercato composta da appassionati e collezionisti si è concentrata sulla ricerca del jeans perfetto. Tessuto, tinture, paese e date di produzione, sottigliezze di design degne di un gioielliere – gli appassionati di denim storico (tra cui figura, nel mondo della finzione, Carmy di The Bear) hanno l’occhio fino ma soprattutto ci hanno fatto scoprire quanta arte possa nascondersi dietro quelli che sembrano solo dei vecchi jeans. Proprio questa sub-cultura è stata scossa, un paio di mesi fa, dal ritrovamento dell’equivalente denim del Sacro Graal, un ritrovamento paragonato alla bandiera americana sulla Luna per rarità. Si tratta di un paio di pantaloni da lavoro dell’epoca della Corsa all’Oro, appartenuti a un uomo di nome John Dement, un mercante dell’Oregon che aveva combattuto nella guerra messico-statunitense tra 1846 e 1848, e recuperati dal relitto della S.S. Central America, detta anche la Nave d’Oro, affondata a largo della costa del North Carolina nel 1857 con a bordo 425 passeggeri e un enorme carico d’oro del valore pari a 756 milioni di dollari attuali. Il relitto fu trovato solo nel 1988 e per i decenni successivi si svolse la difficile e complessa vicenda del recupero del suo tesoro che non includeva solo l’oro ma anche centinaia di oggetti personali appartenuti ai passeggeri, tra cui i celebri jeans che, messi all’asta lo scorso dicembre da Holabird Western Americana Collections, sono stati venduti lo scorso dicembre per 114.000 dollari.

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A questo punto però si è sviluppato un dibattito sul produttore di quei jeans. Il catalogo della casa d’aste dice i jeans rappresentano uno dei primissimi modelli prodotti da Levi Strauss. Gli esperti hanno infatti scritto che «la chiusura a cinque bottoni è quasi identica, se non tecnicamente identica, ai Levi's di oggi, compresi lo stile, la forma e la dimensione dei bottoni stessi. Non crediamo che si tratti di una coincidenza». C’è però un piccolo ma cruciale problema: la S.S. Central America è affondata 16 anni prima che Levi Strauss aprisse bottega nel 1873. Esaminati dal capo archivista di Levi’s, la storica Tracey Panek, i pantaloni non possiedono davvero i contrassegni del brand, con bottoni e rivetti del tutto diversi dai modelli storici e branding assenti. «Questi pantaloni non sono dei Levi’s né credo che fossero appartenuti a un minatore», ha dichiarato Panek alla stampa. 

Un altro storico Robert D. Evans aveva però già affrontato la questione proprio nel catalogo d’asta, inserendo un intero saggio che, per abbreviare, conclude che Levi Strauss avrebbe introdotto i rivetti di rame nel ’73 ma avrebbe in realtà iniziato a produrre abbigliamento da lavoro già nel ’57. In base a un certo numero di prove materiali, come il fatto che i pantaloni fossero praticamente nuovi e soprattutto non composti da materiali di lusso, probabilmente comprati da Dement poco prima di imbarcarsi a San Francisco, lì dove Levi Strauss era il più grande produttore e distributore di denim, Evans conclude che «questi pantaloni assomigliano così tanto a dei Levi’s odierni per così tanti versi che pare improbabile che qualcun altro li abbia prodotti».