Molti brand stanno dicendo "adieu" alle sfilate, che sia la fine delle fashion week?
Demna e VLONE lasciano e gli altri che faranno?
07 Giugno 2017
Ieri A$AP Bari mandava a quel paese la sua partecipazione alla settimana della moda di Parigi, smentendo via Twitter la possibilità di presentare la nuova collezione di VLONE con un negozio pop-up nella Ville Lumiere.
Qualche giorno prima era toccato a Demna Gvasalia annunciare la decisione di uscire dalla Fashion Week, dichiarando, durante un'intervista con Sarah Mower di Vogue:
"Mi sono annoiato. Penso che [Vetements] abbia bisogno di entrare in un nuovo capitolo. Gli spettacoli di moda non sono lo strumento migliore. Abbiamo fatto lo sfilate in un sex club, in un ristorante, in una chiesa. Abbiamo portato avanti la stagione, abbiamo mostrato uomini e donne insieme. È diventato ripetitivo e faticoso”.
Il nuovo guru georgiano del mondo della moda pianificherà, invece, per il primo luglio una mostra a Parigi i cui dettagli sono ancora da definire.
Che sia l’ennesimo segno della morte delle fashion weeks?
Forse. Negli ultimi anni si discute spesso sulla valenza effettiva di questo strumento: ha ancora senso nell’epoca dell’iperconnessione organizzare eventi così brevi, costosi e dedicati ad un pubblico tutto sommato ristretto? C'è ancora innovazione e hype o solo mediocrità e ripetitività?
Stilisti, retailer, giornalisti si lamentano e gli organizzatori rispondono accorciando la durata delle fashion week, ma non basta a fermare l’esodo dei brand sempre più alla ricerca di una soluzione che soddisfi tutti e allo stesso tempo mantenga i loro prodotti desiderabili. Qualcuno come Alexander Wang o Burberry adotta la formula del "see now buy now", con cui si dà la possibilità di acquistare, già a poche ora dalla sfilata, capi e accessori appena presentati. Altri ancora come Gucci accorpano collezioni uomo e donna, sottolineando anche la realtà contemporanea del no gender. Qualcuno sceglie parate in luoghi originali molto diversi da quelli affollati dalla folla di fashionisti, come Gosha Rubchinskiy fece in Russia a gennaio con il suo spettacolo Kaliningrad o J.W.Anderson a Firenze per Pitti Uomo.
Qualcosa sta cambiando nel mondo della moda, e le fashion week ne sono un termometro. Le settimane della moda potrebbero essere solo un format obsoleto che ha bisogno di una rivoluzione e, chi invocherà la soluzione più pratica e raffinata, vincerà.
Qualche idea?