Ludovica Corti
IED Milano
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24 anni
Lecco
Com’è cambiata la tua quotidianità? Che cosa fai per impegnare la tua giornata?
È cambiata molto per il semplice fatto che sono abituata ad essere sempre in movimento, mi piace cambiare ambiente, luoghi in cui studiare, posti da visitare, amo moltissimo camminare a piedi o andare in bici per la città e scoprirla. Ora, non potendo muovermi da casa, oltre a seguire le lezioni e portare a termine le mie progettazioni, concentro le mie attenzioni verso attività più “statiche” che per via del mio carattere esplorativo, negli ultimi tempi ho trascurato: suono il pianoforte, guardo film e leggo di più. L’attività che però mi rilassa maggiormente e mi libera nei momenti più difficili è disegnare. Ho diversi libretti in cui racconto e mi racconto, tramite il disegno veloce, realizzo sketch di quello che provo, fatti e pensieri che mi divertono.
Il tuo lavoro si nutre di creatività. In questa quarantena qual è la soluzione per continuare ad essere creativi? Quali sono i tuoi spunti?
Sicuramente tenere la mente impegnata con qualcosa che libera i pensieri. Nel mio caso è il disegno, però può essere qualsiasi altra cosa, c’è chi si rilassa cucinando o suonando uno strumento. È molto importante pensare alla situazione ma non esserne ossessionati, pensare al dopo ma allo stesso tempo godersi il presente. Questa è inoltre una grande opportunità per prestare attenzione a quello che solitamente ignoriamo. La noia è parte funzionale al processo creativo.
Un altro aspetto da non cambiare sono le abitudini, per me è importantissimo mantenere gli stessi orari che avevo prima della reclusione, dormire di notte e lavorare di giorno. A inizio di ogni settimana, su un foglio di carta che poi appendo sul muro, scrivo il calendario con i vari progetti o scadenze che devo portare a termine.
Per me è anche fondamentale curare l’aspetto fisico, quindi vestirsi come se si dovesse uscire di casa; anche se nessuno mi può vedere, mi fa stare bene e spesso senza accorgermene, mi mette di buon umore.
Qual è la tua paura più grande in questo momento?
La mia unica paura è la possibilità di tornare a una pseudo-normalità in cui le persone sono molto diffidenti le une verso le altre. La distanza sociale durerà ancora molto, spero che ognuno di noi sappia gestirla nel miglior modo possibile senza eccedere nella diffidenza.
Stai già immaginando un futuro post-Coronavirus?
La mia speranza è che semplicemente bisognerà essere più accorti nei luoghi con tante persone e avere una particolare cura di chi è più vulnerabile. Purtroppo sono meno ottimista dal punto di vista economico del Paese, però penso anche che siamo un popolo poliedrico e in grado di reinventarci anche questa volta, trovando soluzioni speciali.