Ariel Bretas
IED Milano
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Belo Horizonte, Brasile
Com’è cambiata la tua quotidianità? Che cosa fai per impegnare la tua giornata?
Ripensare la quotidianità, tra pochi muri, penso sia una sfida che tutti noi abbiamo davanti; io ho provato a trovare un equilibrio tra i bisogni della mia mente e gli istinti del corpo, cercando di non sacrificare l’anima. Su questo ho ripensato la mia quotidianità; non potendo muovermi di casa l’ho trasformata nel tempio di questa ricerca: me ne curo, la riordino, la trasformo. Credo sia un grande privilegio avere un luogo che ci faccia sentire protetti.
Una cosa che mi aiuta molto a “pensare” il tempo è scrivere liste di cose che non trovo mai il modo di fare; letture, film, ricerche – molto raramente ricette! Questa settimana ho guardato tutta la filmografia di Pier Paolo Pasolini. Penso che non dimenticherò mai questa quarantena anche per lui.
Il tuo lavoro si nutre di creatività. In questa quarantena qual è la soluzione per continuare ad essere creativi? Quali sono i tuoi spunti?
La creatività è una piccola magia. Chi non ha bisogno di un po’ di magia nella vita! Personalmente, mi aiuta a restare ancorato al presente, provare a viverlo, trasformarlo. Cerco di non fare progetti ma di mettere nero su bianco le idee, come se potessi realizzarle domani. Il futuro è sempre un mistero, ma oggi lo è ancora di più.
Qual è la tua paura più grande in questo momento?
La mia paura più grande è che non abbiano tutti l’aiuto sanitario, economico, psicologico necessario per superare questo momento. Mi sento molto fortunato. Ognuno di noi credo che dovrebbe, a modo suo, combattere contro questa “paura”, aiutando, donando, ascoltando gli altri.
Stai già immaginando un futuro post-Coronavirus?
Cerco di essere consapevole e creativo oggi. Credo sia l’unico modo che abbiamo per immaginare un futuro creativo domani.