Gloria Valenti
Università Cattolica del Sacro Cuore
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20 anni
Catania
Com’è cambiata la tua quotidianità? Che cosa fai per impegnare la tua giornata?
La mia quotidianità è passata dal non avere un minuto libero al non avere un minuto libero, semplicemente ho stravolto le modalità con cui perseguivo tutti gli obiettivi e gli impegni giornalieri. Studio e lavoro a tempo pieno per la mia associazione, Cattolica For Fashion, in quanto fondatrice. Un aspetto è cambiato drasticamente, in positivo, mi prendo cura di me stessa, cosa che in questo ultimo anno e mezzo non ho fatto. Ho ripreso coscienza dei miei 20 anni, ho dato una forma definitiva a ciò che voglio essere e dato completo spazio alla mia personalità. Non ho particolari difficoltà ad impegnare le mie giornate, lavorare su ste stessi richiede tempo, pazienza e solitudine, questa quarantena mi ha dato esattamente questi 3 elementi, permettendomi di non sentirmi in colpa, come avrei fatto un mese fa. Non nego che sento la mancanza di tutto ciò che per me rappresenta indipendenza e tranquillità a casa mia, a Milano.
Il tuo lavoro si nutre di creatività. In questa quarantena qual è la soluzione per continuare ad essere creativi? Quali sono i tuoi spunti?
La soluzione è lasciare libera la nostra mente ed evitare di focalizzarsi sulle cose negative. Bisogna intanto accettare la situazione e successivamente trovare un modo per migliorarci e stimolarci. La creatività è ciò che in questo momento può salvare la nostra vulnerabilità, in quanto ci offre libera espressione.
Io fotografo me (ormai la fotocamera del Mac è la mia fotografa personale), la natura e tutto ciò che trovo di interessante nel mio giardino. Scrivo di me e di tutte le consapevolezze che ho maturato in questo mese di quarantena. Dedico la sera a film che mi sono sempre ripromessa di guardare ma che non ho mai avuto il tempo di farlo. Io e alcuni componenti della mia Associazione stiamo anche seguendo un corso messo a disposizione gratuitamente dall’IFM di Parigi, su Moda, business, arte e cultura. Sono anche alla ricerca delle possibilità ad oc per me una volta finiti gli studi legati alla triennale.
Qual è la tua paura più grande in questo momento?
La mia paura più grande è l’improvviso peggioramento che questo mostro invisibile potrebbe scatenare, ho paura che la gente molli la presa e smetta di collaborare proprio adesso che cominciamo a vedere la luce infondo al tunnel. Ho paura di non poter riprendere in mano pienamente la mia vita ancora per molto e di dover stare ancora distante dalla mia Milano che tanto amo e che tanto ha sofferto.
Stai già immaginando un futuro post-Coronavirus?
Immagino o meglio desidero camminare per strada e vedere la gente felice, che apprezzi ciò che si era smesso di amare o peggio ancora considerare. Desidero trovare più umanità e rispetto verso il prossimo, quest’esperienza una cosa sicuramente ci ha insegnato, che per combattere qualcosa di grande serve solo collaborazione e amore verso il prossimo.