Jennifer Gervasi
NABA, Nuova Accademia di Belle Arti
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Fashion Design, III anno
24 anni
Milano
Com’è cambiata la tua quotidianità? Che cosa fai per impegnare la tua giornata?
La mia vita è cambiata completamente, sono passata dalla continua necessità di spostamento nel territorio milanese, a rimanere per settimane chiusa in un bilocale che affaccia su Piazza Buozzi. Mi sveglio con la luce del sole, le sveglie sono diventate inutili; fino alle 11:00 riesco a prendere qualche raggio di sole e osservo chi esce per le strade, cercando di capire perché lo sta facendo; il vento tra gli alberi, nel frattempo, mi fa pensare tanto alla mia vita e scelgo di cosa ho bisogno per sentirmi bene nelle prossime ore. Cosa fare oggi? Sarà passare ore al pc negli e-store? Sarà continuare Nostra Signora di Parigi di Hugo? Sarà riallineare i chakra con profondi respiri e yoga? Oppure porterò avanti i miei impegni scolastici senza troppe pressioni. Non lo so, fatto sta che questi sono momenti dove riusciamo a divertirci anche con un vaso di terra.
Il tuo lavoro si nutre di creatività. In questa quarantena qual è la soluzione per continuare ad essere creativi? Quali sono i tuoi spunti?
Gli spunti sono rimasti gli stessi, siamo ragazzi che vivono, incontrano, si fanno ispirare e imparano attraverso i social fin dall’adolescenza, Instagram e Tik Tok restano le prime fonti, ma adesso grazie a delle convezioni e aperture di archivi, mi sto addentrando di più nei magazine online e leggo molti più articoli giornalistici di prima. I libri, ho scoperto i libri, tutti quelli che ho comprato e collezionato per estetica grafica adesso li sto leggendo, for real. In effetti una cosa che ho sperimentato è che sento di più il desiderio di fare altre cose che non sono quelle di cui mi devo preoccupare, o che prima non necessitavo, per lo più capricci, ma questi inconsciamente liberano la mia mente dalle pressioni e fanno emergere idee, pensieri e fantasie, che solitamente vengono represse. La soluzione non esiste davvero, varia da quello che sei e da quello che stai provando, soltanto annullandoti e isolandoti capisci quello di cui veramente hai bisogno, indaga tu stesso. I miei compagni universitari nonché amici nonché supporter morali sono quelli che ringrazio adesso.
Qual è la tua paura più grande in questo momento?
Di smettere di andare avanti.
Stai già immaginando un futuro post-Coronavirus?
Ci penso ogni giorno, ma dopo che succede? In questo futuro ci toccheremo tutti di meno esternamente, ma ci sentiremo più vicini interiormente? La quarantena ci ha spinti ad essere più solidali e a guardare meno noi stessi? Devo ammettere che il mio pensiero a riguardo è già malinconico. Mi mancheranno tanto i limoni alle feste, gli assembramenti al mercato delle pulci, entrare in una spiaggia affollata senza pensare che abbiamo passato tanto tempo a debellare un ospite indesiderato. I rapporti tra di noi saranno sempre più controllati e meno liberi e spontanei, così come è successo dopo l’AIDS, dopo gli attacchi terroristici, dopo qualsiasi evento traumatico che ti ha insegnato a diffidare di più di chi sta accanto a te.