Sfera Ebbasta e il tentativo di essere il Travis Scott italiano
Dopo il docufilm, il rapper di Cinisello ci ricasca con la collabo con KFC
18 Novembre 2020
In caso vi fosse sfuggito, il lancio di Famoso, il prossimo disco di Sfera Ebbasta in arrivo questa settimana, è quello che qualcuno definirebbe l'evento dell'anno. L'avevamo capito dalle affissioni che avevano anticipato l'annuncio del disco e l'abbiamo capito una seconda volta dopo l'arrivo del docufilm su Prime Video e forse iniziamo ad averlo fin troppo chiaro oggi, dopo l'annuncio della collabo tra il rapper di Cinisello e KFC che mette in chiaro una volta per tutte le intenzioni di Sfera.
Già guardando Famoso era chiaro dove volesse arrivare Sfera Ebbasta: uscire dalla convenzione della musica italiana e portare nel nostro sistema vecchio e stantio qualcosa di nuovo, qualcosa che fosse notevolmente più vicino al modo di intendere la musica e il music business negli USA rispetto alle abitudini del pop italiano. L’aveva fatto anni fa con la musica e vuole farlo adesso con il marketing, unendo il rap e il suo personale brand in un matrimonio inedito che da un lato è da lodare per il tentativo, la sua unicità e la visione dall’altro, è da analizzare per quello che mette in luce sul meccanismo che avvolge buona parte della musica nel nostro paese e i suoi limiti strutturali
Definire forzato il connubio tra Sfera Ebbasta e KFC è riduttivo, se non generoso. Se, come già detto in precedenza, il matrimonio tra Travis Scott e McDonald’s avveniva in un contesto sociale e culturale ben definito, oltre che altamente strategico per il fast-food americano (e pure non era esente da critiche sull’effettiva compiutezza dell’operazione, passata infatti immediatamente in secondo piano dopo la release della PS5 di cui Travis è stato testimonial) è complesso capire questa versione Made in Italy dove affondi le sue basi, affiancando a uno dei pesi massimi della musica italiana e non solo una realtà come KFC che qui in Italia ha avuto un impatto prossimo allo zero, con solamente 30 fast-food e un arrivo con diversi anni di ritardo per quello che fino a qualche anno fa era il mito del pollo fritto da provare al primo viaggio studio ai tempi del liceo.
La scelta di Kentucky Fried Chicken oltre forse a scontrarsi con l’idea di healty food promossa da Sfera con il suo ristorante, è la prova di come il sistema Italia non sia ancora in grado di reggere ambizioni e piani di chi prova a fare di più della media, trasformando la figura del rapper in quella dell'entertainer ma soprattutto facendo diventare il suo nome un vero e proprio asset. Nel farlo è inevitabile cadere in quelle che eticamente potrebbero essere considerate delle contraddizioni, commettere errori e finire in un limbo in cui un disco che può vantare i featuring di J Balvin (altro nome nell’orbita McDonald’s) e Diplo non riesce ad avere il sostegno commerciale che vorrebbe e che dovrebbe avere. Se la più grande star americana ha McDonald's , quella italiana ha KFC e se lui ha Netflix , Sfera (e Chiara Ferragni) ha Prime Video.
Realtà oggettiva che porta a chiedersi quale sia la soluzione, se è giusto fare sbagliando o non fare e rimanere i soliti di sempre. Una risposta che in parte ci verrà data dalla reazione di fan che faranno di tutto per portarsi a casa una tee in cui il volto del famoso Generale Sanders diventa quello dell'ancora più celebre Gionata Boschetti, ma che forse ancora non basta a rendere Sfera Ebbasta il Travis Scott italiano.