Una vita sempre in tour - Intervista a Carl Brave
Abbiamo parlato di moda, collaborazioni con grandi artisti e di Nameless Music Festival
20 Maggio 2019
Sono già passate tre estati da quando Carl Brave è entrato nelle nostre playlist. Dopo l'incredibile successo di Polaroid insieme a Franco 126 e al progetto solista Notti Brave, a giugno inizierà un nuovo tour, per il quale sono già fissate oltre 15 date in tutta Italia, che avrà come prima tappa il Nameless Music Festival, in programma a Barzio (LC) dal 7 al 9.
Il tour di marzo ha portato in giro per i teatri un Carl Brave inedito, con alcuni arrangiamenti insoliti capaci di darci un' immagine ancora diversa della Roma notturna, malinconica e spensierata da sempre raccontata dall'artista.
Durante la seconda giornata di Nameless Music Festival si esibiranno con lui artisti del calibro di Alison Wonderland, Noyz Narcos, Rkomi e Samuel Heron, a completare una line up che vede anche nomi come Alesso, Dark Polo Gang e Steve Aoki.
Abbiamo avuto modo di scambiare due chiacchiere con Carl a proposito della sua esibizione, per la quale non ci ha nascosto di avere un po' di agitazione, "sarà come un primo giorno di scuola, servirà a togliersi un po' di tensione". Non solo musica, ma anche il suo rapporto con la moda, le camicie a fiori e i sampietrini.
#1 Ciao Carl, il tuo tour partirà da Nameless Music Festival, cosa rappresenta per te questa data e quali sono le altre che stai aspettando con più entusiasmo?
Conoscevo Nameless come festival, anche se non ho mai avuto l'occasione di viverlo da spettatore, per me rappresenta tanto perché aprirà il tour, quindi sarà importante per togliermi un po' di agitazione. Altre date che aspetto con ansia sono quella di Milano del 27 giugno e ovviamente Rock in Roma il 13 luglio, la data nella mia città, in cui ci saranno tutti i miei amici. In generale ho tanta curiosità per quello che succederà questa estate.
#2 Ci hai abituati a tante collaborazioni, con quale artista italiano e straniero faresti un featuring?
Mi piace molto collaborare, unire al mio mondo altri completamente diversi. Ci sono tanti artisti che mi piacerebbe produrre o con il quale si potrebbero fare grandi cose, in Italia fra tutti Tiziano Ferro e Cesare Cremonini, mentre all'estero sceglierei Young Thug.
#3 Siamo abituati a vederti con la camicia a fiori e gli occhiali tondi, ma che rapporto hai con la moda? È qualcosa al quale hai sempre tenuto?
Vivo la moda con molta leggerezza, la prendo come viene senza pensarci troppo, le camicie mi aiutano a esprimere ciò che sono ma poi il tocco in più lo mette la mia stylist. Ora sto collaborando con Etro e per me è un onore, ma comunque continuo a vivere tutto in modo naturale. I vestiti fanno il personaggio e aiutano a definire anche ciò che sei artisticamente, gli occhiali in questo senso significano molto per me, indosso sempre un modello realizzato da un mio amico con vecchie tavole da snowboard.
#4 Che differenze ci sono tra la scena musicale/rap romana rispetto a quella milanese?
La principale differenza è la città, se vivi a Roma non puoi far finta di non accorgerti della luce gialla dei lampioni di Trastevere, così come la bellezza dei monumenti. La malinconia di Roma influenza molto gli artisti e a Milano questa cosa c'è meno.
#5 Hai mai pensato che essere così Roma-centrico ti avrebbe allontanato da una parte di fan, soprattutto all'inizio?
All'inizio non avevo fan, quindi non mi sono mai posto questo tipo di problemi, ciò che mi importava era solo tirare fuori quello che avevo dentro, la gente poi ha capito all'improvviso ciò a cui mi riferivo perchè sotto sotto tutti viviamo le stesse situazioni. Anche a Milano ci si riunisce in piazza o nei bar, i sampietrini e i "nasoni" ci sono in tutta Italia, anche se vengono chiamati in modo diverso, ognuno poi ha fatto sue le mie parole, immaginandosi un proprio mondo.