Dove gli occhi non arrivano - Intervista a Rkomi
L'artista milanese è pronto al tour estivo, che si aprirà l'8 giugno al Nameless Music Festival
03 Giugno 2019
Manca poco meno di una settimana alla settima edizione del Nameless Music Festival, che inaugura una grande stagione di eventi musicali in tutta la penisola. Tra gli oltre 60 artisti che si esibiranno sui 3 palchi di Barzio (LC) ci sarà anche Rkomi, ormai una certezza nel panorama artistico italiano e pronto a partire per il tour estivo, nel quale presenterà Dove gli occhi non arrivano, affiancato da The Night e Generic Animal in apertura.
L'album, presentato il 22 marzo, ha ottenuto il Disco d'Oro, così come i singoli Blu (Feat. Elisa) e Mon Cheri (Feat. Sfera Ebbasta), i quali ci hanno mostrato l'evoluzione musicale di Rkomi e la ricerca di nuove melodie e armonie. Se Io in Terra (Disco di Platino) era un progetto prettamente riconducibile al rap, quest'ultimo registrato tra Italia e Sudafrica con la direzione artistica di Charlie Charles è un attestato di talento e poliedricità da parte dell'artista milanese.
Rkomi ci ha raccontato quanto sia stato importante per quest'album il viaggio in Sudafrica, nel quale ha scoperto una nuova vivacità musicale e una gamma di suoni evidenti anche nelle collaborazioni con Ghali, Jovanotti, Carl Brave e Dardust. Prima di sentirlo live al Nameless Music Festival e alla data del Tuborg Open Fest, con Rkomi abbiamo parlato di quasta sua nuova avventura, di collaborazioni e di Milano.
#1 Nameless sarà la prima data del tour, cosa dobbiamo aspettarci dalla tua estate musicale?
Conoscevo Nameless per la sua fama ma mai prima di quest'anno avevo avuto la possibilità di salire sul palco, è un festival stimato e da qui voglio mostrare il grande lavoro che ho fatto sulla vocalità. Dove gli occhi non arrivano è un disco diverso e durante il tour con me sul palco ci saranno alcuni componenti di quella che sarà l'orchestra che mi accompagnerà durante il tour invernale. Si può dire che è un'anticipazione, anche se non volevo snaturare del tutto il modo in cui tutti mi conoscono, non sono un cantante quindi ci tenevo a non lasciare nulla al caso.
#2 E dal rap italiano?
Penso che in molti si stiano muovendo verso sempre di più verso la melodia. USA, Inghilterra continuano ad essere un punto di riferimento. In questo momento penso che il mio lavoro sulle sonorità e sull'acustica rappresenti una novità in Italia e mi accorgo che i brani siano anche più accessibili.
#3 In Dove gli occhi non arrivano sono presenti tanti featuring, come è stato collaborare con artisti anche molto diversi musicalmente da te come Elisa?
Ci sono tanti cantanti che fanno lo stesso genere si Elisa o Jovanotti ma per me loro hanno sempre inseguito il nuovo. Ovviamente sono onorato, ma ancor di più sono contento di aver scoperto una affinità sull'idea di intendere la musica, è stato molto formativo. Collaborare porta a fare performance migliori, e di conseguenza a crescere come artista a 360°.
#4 Quali esperienze del viaggio in Africa sei riuscito a inserire all'interno del disco?
In Sudafrica ho visto lavorare persone che si approcciavano alla musica in modo puro, spontaneo e senza preconcetti, mi sono accorto di essere lontanissimo da loro. Ho visto Jam Session in cui si mischiavano batteristi, cantanti e chitarristi di band completamente differenti tra loro e questa alchimia sicuramente ho cercato di metterla anche all'interno dell'album.
#5 E invece di Milano cosa ti ispira di più?
Certe cose di Milano le noti solo quando riesci a uscire dalla città e fino a qualche anno fa non ho mai avuto questa possibilità. Milano è molto piccola e puoi incontrare in pochi chilometri la periferia popolare e i quartieri più comodi, questa vicinanza aumenta anche il dialogo tra chi queste realtà le vive, così che ci possa essere uno scambio reciproco molto stimolante.