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I gattari votano per Kamala Harris

«Se sei ancora indeciso, chiedi al tuo gatto chi votare!»

I gattari votano per Kamala Harris «Se sei ancora indeciso, chiedi al tuo gatto chi votare!»

Qualche mese fa, in un post su Instagram a sostegno di Kamala Harris Taylor Swift si è firmata “Childless Cat Lady”, ovvero “gattara senza figli”. Nella foto la cantante statunitense abbraccia uno dei suoi tre gatti, Benjamin, con cui era già stata ritratta in occasione di un servizio di copertina del Time. La sua era una palese critica alla campagna elettorale di Trump: alcune settimane prima, infatti, era emersa un’intervista del 2021 a Fox News di J.D. Vance, candidato repubblicano alla vicepresidenza, in cui aveva detto che gli Stati Uniti erano governati da «un gruppo di gattare senza figli che non sono soddisfatte della propria vita». Vance si riferiva in particolare ad alcune esponenti del Partito Democratico, tra cui la stessa Kamala Harris, che citò esplicitamente. «Quando Vance dice che Harris è una delle tante gattere senza figli [...] esprime una serie di idee sessiste e razziste, secondo cui solo certe donne possono essere considerate “vere donne”. Vale a dire le madri sposate, mentre tutte le altre sono eccezioni della società», ha scritto la giornalista Tressie McMillan Cottom sul New York Times. In risposta a queste accuse molte persone hanno espresso solidarietà alla candidatura di Harris postando online e sui social network le immagini dei loro gatti. Ne sono poi nate delle vere e proprie campagne, come Pet Lovers for Kamala o Cat Ladies For Kamala, che tra le altre cose contribuiscono a raccomandare alle persone di iscriversi ai registri elettorali e andare a votare. «Se sei ancora indeciso, chiedi al tuo gatto chi votare!» ha scritto un utente commentando un reel di Cat Ladies For Kamala, che con le sue iniziative e il merchandising a tema ha raccolto oltre 400mila dollari a sostegno della candidatura di Harris.

Ma l’uscita di Vance non è stata l’unica che ha reso i gatti protagonisti della campagna elettorale statunitense. Durante il dibattito televisivo tra i candidati alle elezioni presidenziali, tenutosi lo scorso settembre, Trump disse che a Springfield, in Ohio, gli immigrati irregolari ruberebbero gli animali domestici dei residenti per mangiarli – una teoria del complotto, questa, proveniente dagli ambienti dell’estrema destra statunitense. L’episodio ha dato il via a numerose campagne d’odio online nei confronti della comunità haitiana, e nelle settimane successive sui social network hanno iniziato a circolare anche immagini realizzate con l’intelligenza artificiale in cui Trump appariva circondato da animali, tra cui gatti e cani. Lo stesso candidato repubblicano ha postato sui propri account immagini del genere create con l’IA – una di queste mostra un gatto arancione con un cartello su cui c’è scritto «Kamala mi odia». Questa strampalata strategia del partito repubblicano ha attirato molte attenzioni, e ha dato il via a numerose battute e meme sui social network, che hanno finito per mettere ulteriormente in cattiva luce la retorica di Trump. La stessa Kamala Harris, durante il loro dibattito televisivo, si è messa a ridere mentre il candidato repubblicano spiegava la storia assurda dei migranti che mangiano cani e gatti, e in seguito ha sfruttato queste sue affermazioni per dimostrare l’estremismo dell’avversario.

@kamalahq

icon behavior

original sound - Kamala HQ

Grazie alle bizzarre dichiarazioni di Trump e Vance sugli animali domestici il tema scelto per la celebre parata di Halloween di New York è stato proprio quello dei gatti. ​​«Eravamo un po’ persi, poi un giorno Vance ha detto quella cosa sulle gattare senza figli e tutto è cambiato. [...] Poco dopo Trump ha iniziato a parlare di immigrati che mangerebbero i gatti: per noi è stata la tempesta perfetta», ha spiegato al Manifesto Jeanne Fleming, la produttrice artistica dell’evento – che nell’edizione 2024 si è intitolato “Miao”, e come ogni anno ha richiamato decine di migliaia di partecipanti, tra cui moltissimi travestiti da gatti.Tutta questa narrazione sembra stia favorendo Harris, che nelle ultime settimane ha colto l’occasione per presentarsi maggiormente come una candidata non divisiva, in grado cioè di tenere insieme tutti i cittadini e le cittadine statunitensi, anche quelli che non voteranno per lei. Per questo ha iniziato a usare toni più positivi e solari, dicendo che la sua è una politica della gioia, e non è basata sull’essere contro qualcosa, ma sull’essere per qualcosa. Trump, invece, anche durante gli ultimi giorni di campagna elettorale ha continuato a prediligere toni aggressivi e violenti, insultando e minacciando le persone e le istituzioni che non lo sostengono.