Chiude il McDonald's in piazza San Babila, simbolo dei paninari
Memorie di un’epoca che ancora oggi segna l’identità di Milano
05 Dicembre 2022
Il 6 dicembre chiude il fast food che, nella Milano degli Ottanta, divenne il simbolo di un’intera generazione, portando con sé le memorie di un’epoca che ancora oggi segna l’identità della città. La sede di McDonald’s in piazza San Babila, ex Burghy, a causa di un affitto in scadenza e costi di rinnovo troppo alti, chiude definitivamente. Si spengono le luci del luogo di ritrovo di un unicum italiano, quello dei paninari, uno dei cluster giovanili che più ha saputo influenzare l’estetica e il pensiero della cultura consumistica degli anni ‘80, rivoluzionando la concezione della moda giovanile e dello streetwear.
Difatti, se oggi la ristorazione ha sdoganato la passione per i fast food, il merito va anche e soprattutto ai paninari e allo storico edificio di piazza San Babila. Se in origine erano gli italianissimi panini del bar Al Panino di Piazza Liberty a far correre i primi “galli” milanesi, l’apertura del primo Burghy a Milano cambiò le regole. Gestito dalla catena di supermercati GS, Burghy incarnava il consumismo di matrice americana che animava il way of life paninaro. La catena, rilevata dal 1985 da Cremonini, arrivò a possedere 96 ristoranti attraverso tutto lo stivale entro il 1995, suscitando le mire del colosso McDonald's. L'azienda rilevò progressivamente tutti i ristoranti Burghy dello stivale, fino all’ultimo che cambiò definitivamente insegna nel 2006.
Aperto nel 1981, il primo Burghy d’Italia divenne l’icona di un cambiamento ideologico e generazionale: figli del modello americano e di un nuovo mondo di concepire i consumi, i paninari divennero il simbolo dei fast food, un concetto del tutto estraneo all’italianità del tempo che contribuì a stemperare la netta distinzione partitica che aveva caratterizzato l’interazione dei giovani del tempo (i ragazzi di destra in San Babila, quelli di sinistra in piazza Santo Stefano). Ora che McDonald's ha fatto sapere che gli attuali dipendenti della sede di San Babila non perderanno il posto ma verranno semplicemente dislocati, ci si chiede quale sarà il destino di un luogo che ha segnato la storia di Milano e il nostro modo di vivere.