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Our trend, your wardrobe: Chainmail man

Our trend, your wardrobe: Chainmail man

Conosco bene la definizione di trend, e sono sincera, ne ho sempre ignorato il reale significato, in quanto gelosa e accanita sostenitrice dell’unicità degli stili. Ho sempre sognato di guardarmi attorno e godere dell’espressione dell’io altrui nell’abbigliamento, evitando così di vedere fotocopie e facendo sì che il semplice osservare, divenisse un’esperienza di arricchimento e stimolo creativo reciproco. Purtroppo conosco i reali meccanismi della moda, quella moda che fa girare l’economia, quella moda che, giustamente, guarda al fatturato, ma conosco anche la mia indole e so bene che mi fermo prima che siano tirati in ballo i soldi e che quindi, nel mio modo di vedere le cose, ho anche un mio modo di interpretare l’etichetta di trend.

Ecco che, in questo spazio, vorrei parlare di estrosità reinterpretabile ed indossabile a proprio gusto e piacimento, cercando di suggerire un elemento di base, che possa stuzzicare e divertire, così da essere inserito nel proprio guardaroba in modo personale. Questa il mio trend, o forse, la mia copertura del trend….
Non c’è niente da fare, il mio occhio viene catturato dai contrasti, che siano di volumi, materiali o colori, non importa, ciò che conta è il loro effetto finale. Succede così che si incontrano pelle, gomma e metallo per un risultato dirompente. In principio fu la storia a darcene conoscenza, con le famose cotte di maglia dei guerrieri medievali, semplici armature di anellini di metallo per l’epoca, pane per i denti di creativi di ieri e di oggi.

Paco Rabanne negli anni 60 fu il loro riscopritore, regalandoci una moda figlia della ferramenta, fatta di tubini interamente forgiati in ferro e placchette metalliche, “cucite” l’una con l’altra con pinza e saldatrice. Nello stesso decennio, adotta questa tecnica anche per i costumi dell’eroina “Barbarella”, interpretata da una Jane Fonda strizzata in mini bustiè armatura che hanno fatto sognare.

Oggi, grazie alla sperimentazione, siamo lieti di accogliere l’antica cotta di maglia, nei nostri guardaroba. Veri e propri outfit da guerriero, o semplice rivisitazioni sul tema, è ciò che serve per il nostro trend. L’emblema della chainmail medievale, ottenuta con la tecnica dei quattro anellini in uno, si trova nell’ultima collezione dell’emergente Asjer Juel Larsen, che è riuscito a creare una maglia con tanto di cappuccio, da far invidia a qualsiasi cavaliere della storia, che si sposa perfettamente con i classici trousers risvoltati e ricchi di pances. Degna di nota, l’abbinata con la camicia…da pensarci su!! Ma non solo, per gli intolleranti al ferro, Asjer ci regala anche una rivisitazione del tema in gomma intrecciata effetto catena, montata su maglie over, che ci ricorda le vecchie armature, da portare con skinny in pelle o vinile.
A fare compagnia a queste proposte, arriva il lavoro di Gareth Pugh, che ha portato in passerella creazioni basate sul semplice concetto della corda e dell’intreccio, ottenendo delle armature del duemila, figlie del lurex, del leather mood e del bandage, che si incontrano nella costruzione più sfrenata.

Avete paura della manutenzione del metallo? Complex of Geometry ci da la soluzione, con maglie corte ed ampie che ricordano il chain motive sulla manica a pipistrello, in un total black affascinante e convincente.
Nel mio profondo spero che opterete per il metallo…. Armatevi di antiruggine. correte in ferramenta e dite che vi manda Naplestreetstyle!