5 momenti di Paco Rabanne che ricorderemo per sempre
Dalla moda come armatura allo stile Space Age per Barbarella con Jane Fonda
03 Febbraio 2023
Paco Rabanne, lo stilista di origine spagnola sinonimo dell'estetica Space Age e di profumi best-seller dall’elegante boccetta oro, è morto all'età di 88 anni a Portsall, in Francia, a confermarlo il gruppo spagnolo Puig, che controlla la casa di moda e la relativa azienda di profumi. Nato nel 1934 alle porte di San Sebastián, in Spagna (vicino al luogo di nascita di Cristóbal Balenciaga, per il quale sua madre lavorava come sarta), Rabanne ha vissuto fin da giovane in Francia, rifugiato dalla guerra civile spagnola. A 17 o 18 anni ha iniziato a studiare architettura all'École Nationale des Beaux Arts di Parigi, disegnando gioielli e bottoni, per poi buttarsi nella moda, inizialmente, con scarso successo. «La maggior parte dei couturier mi ha dato il benservito» era solito ricordare. Ma Elsa Schiaparelli, Balenciaga e Hubert de Givenchy lo accolgono, così come Roger Jean-Pierre, un gioielliere che rifornisce la couture. Famoso per la sua personalità stravagante - in televisione affermava di aver vissuto diverse vite compresa quella di una prostituta ai tempi di Luigi XV, di aver conosciuto Gesù, di aver visto Dio tre volte, di essere stato visitato da extraterrestri e molto altro - la sua estetica rispecchiava certamente il suo temperamento. Abiti gioiello, cotta di maglia, look edgy che hanno vestito le personalità più importanti dagli anni ‘70 in poi e che oggi compongono un archivio infinito di suggestioni. Per celebrare una delle figure più brillanti della storia della moda, ripercorriamo 5 momenti della sua carriera che resteranno cristallizzati nell’immaginario collettivo per sempre.
Il debutto nel 1966
A 30 anni, Rabanne presenta i suoi primi disegni di moda, solo due anni dopo, nel 1966, debutta con la sua prima sfilata dal titolo a dir poco provocatorio, Twelve Unwearable Dresses in Contemporary Materials. Presentata al George V di Parigi, la collezione rompeva completamente con le convenzioni del tempo, utilizzando la musica (scelta inusuale per l'epoca) e includendo modelli di colore nel suo casting. Come riporta Vogue, sostenendo che "cucire è una schiavitù", non realizzò abiti in tessuto, ma in carta ecologica, plastica e metallo, assemblati con fili di ferro e colla (in seguito avrebbe venduto kit per il fai da te composti da dischi, anelli e pinze). Gli abiti di Rabanne rivelavano più di quanto nascondessero, ma la stampa non si scandalizzò tanto per quel tripudio di forme femminili quanto piuttosto per la sua tecnica: "Kit di cucito di Paco: Pinze e fili", titolava il New York Times. La sua collaudata tecnica da gioielliere incontrava un'esigenza ideologica del tempo: «In Francia, durante gli anni '60", ha detto in un'intervista del 2002, "abbiamo avuto un movimento di liberazione delle donne simile a quello americano... È stato un momento in cui le donne sono emerse per essere guerriere, perché avevano bisogno di affermare il loro desiderio di emancipazione. L'armatura era quasi necessaria».
I profumi
Nel 1979 lo stilista lanciò Métal, una fragranza "per giovani donne che adorano gli accessori metallici". Nel 1968 il gruppo spagnolo PUIG acquistò la licenza per profumi di Paco Rabanne e cominciò a lanciare sul mercato fragranze memorabili, a partire da Calandre nel 1969, una fragranza floreale decisa e intensa nata con l'aspirazione di sfidare direttamente la profumeria tradizionale. Da allora la produzione non si è più fermata e ha visto anno dopo anno nuovi prodotti mietere successi nelle vendite, tra tutti 1 Million, passato alla storia come il profumo più famoso e venduto al mondo nel settore della profumeria maschile.
Artiste in Paco Rabanne
Brigitte Bardot sfoggiava Rabanne nel video musicale della canzone Contact, Mina indossò le creazioni dello stilista in diverse apparizioni pubbliche così come Audrey Hepburn. Ma se c'è una star che è davvero passata alla storia come volto icona del marchio è sicuramente Jane Fonda con i suoi costumi futuristici nel film Barbarella del 1968 diretto da Roger Vadim. Una pellicola di fantascienza mutuata dai comics di Jean-Claude Forest che dei comics riflette lo spirito giocoso e a volte sornione, specie quando indugia sui particolari erotici. In perfetto spirito con il tono audace del film, Paco Rabanne crea per Fonda aderenti bustini metallizzati, tutine attillatissime, corpetti con applicazioni in plexiglas effetto nude, giubbini argentati in stile astronauta e sexy mise in lamè. Un look ispirato dall’imminente sbarco dell’uomo sulla luna, spunto che avrebbe creato, nella moda, un nuovissimo filone, interpretato dallo stesso Rabanne, insieme a Courrégès e Cardin, e intitolato Space Age.
La cult bag
Coco Chanel non era una fan di Rabanne, tanto che era solita chiamarlo in tono dispregiativo "il metallurgico". La borsa "it" Le 1969, nacque come risposta scherzosa a questo nomignolo pungente. All'epoca, Chanel stava lavorando alla sua borsa con manico a catena, in tutta risposta, Rabanne decise di utilizzare anch'egli un manico, ma invece di usare maglie placcate d'oro, optò per una rozza catena per lo sciacquone del bagno. Il designer dopotutto, non era interessato a disegnare abiti da indossare: “Creation must shock” era solito ripetere. La borsa a tracolla Le 1969 presentava una semplice forma rettangolare a busta, realizzata con dischi di metallo della dimensione di una moneta fissati insieme con anelli. La reazione fu immediata: Brigitte Bardot e Françoise Hardy la portarono in giro per la città e ancora oggi, più di cinquant'anni dopo, è al braccio delle donne più cool della moda.
I bikini y2k
L’y2k per lo storico brand si tradusse in un’interessante mix di mini skirt glitterate, bikini in cotta di maglia, abiti che rivelavano molta più pelle di quanta ne coprissero, in tempi in cui far sentire le donne sexy sembrava essere l’unica aspirazione per i designer. Tra le creazioni più interessanti di quegli anni sicuramente il mini dress in pvc trasparente cosparso di polka dots colorati, l’abito in cotta di maglia con inserti a forma di cuore e i bikini in metallo (all’apparenza scomodissimi) sfoggiati con nonchalance da una Karolina Kurkova per la SS04.