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Su la maschera!

Su la maschera!

Carnevale è ancora di là da venire, Halloween al contrario è già passato, eppure tutte le celebrities di quest’universo (del fashion, ovviamente) continuano ad esibire preziose e sensualissime maschere. Sarà per la febbre suina, mi viene da pensare mentre ascolto il telegiornale con gli ultimi aggiornamenti? Non penso, mi rispondo subito. O forse non semplicemente.
La maschera è un ornamento antichissimo, che ha una sua storia e un significato profondo, che non può essere ridotto a una fobia di massa contro il novello virus n1h1.
Essa serve a celare l’identità dell’indossatore, a farlo sembrare altro rispetto se stesso. La maschera da sempre è il mezzo per esprimere personalità multiple e differenti, che attraverso la protezione del viso, vengono fuori e si palesano. I guerrieri la indossavano per proteggersi il volto e la vita in battaglia mentre, mentre, invece le signore, durante le feste in maschera, potevano per un momento scrollarsi di dosso codici comportamentali e inibizioni legate al loro rango ed essere libere di essere.


Oggi, la maschera diviene gioco e capriccio di chi la usa come un mero oggetto di sfoggio, al pari della borsetta griffata e del vestito nuovo. In una società come la nostra, dove essere diversi fa tendenza ed esporsi in tutto e per tutto è un nuovo credo, la maschera ha perso un po’ la sua connotazione protettiva (d’indentità) per divenire strumento che fa notizia. Le gemelle Olsen che calcano il tappeto rosso di una premiere a Los Angeles con addosso maschere bianche sono solo un esempio. Lady Gaga che se ne ricopre il volto con una che sembra un burka, un altro ancora. Micheal Jackson in questo caso ne fu pioniere. Lui però poverino voleva solo difendere la privacy sua e dei suoi figli, passeggiando per Hollywood.  Ci sarà mai riuscito? Non credo.
La maschera salta all’occhio e attira l’attenzione. Allora, perché si usa? A mio avviso per sfruttare il potere simbolico dell’oggetto ma, in maniera inversa. Se la maschera serve a nascondere, o almeno serviva, adesso serve a sovraesporre, a magnificare l’effetto della visione che provoca: sappiamo chi la porta, ne conosciamo bene i tratti, eppure rimaniamo affascinati dalla sua volontà di celarsi per meglio rappresentarsi.

In questo caso, non voglio suggerirvi, di uscire maschera-muniti di casa, la prossima volta che sarete invitati ad un party, realmente potreste rischiare di essere confusi per affetti da influenza ed esiliati. Voglio però ricordarvi che a volte è bene, o divertente, prendere parte al gioco delle identità. Far finta di essere qualcun altro, sorprendere e divertire chi vi sta vicino con una parte di voi misteriosa, sconosciuta, diversa. Sul web, sono milioni i siti che vendono maschere fashion, di raso, plastica, con paillettes e brillantini. C’è solo l’imbarazzo della scelta. E poi, se proprio non trovate il coraggio, di esibirle altrimenti, c’è sempre Carnevale che alla fine arriverà. Della serie, compra l’arte e mettila da parte…