Cool chitchat - Fixed addicted
Bike style!
14 Febbraio 2013
I 10 motivi per diventare FIXED ADDICTED
Bici fisse, siamo tutti in fissa.
Li avrete notati, questi sfuggenti figuri che si aggirano come dei razzi per le strade delle nostre città. Cavalcano bici dal design essenzialissimo e con il drammatico particolare di non avere freni. L’unica possibilità per la loro (e nostra) salvezza è quella di pedalare all’indietro per bloccare la ruota. Lo scatto fisso. Mille e uno modi per chiamarle: bici fisse, a scatto fisso, fixed gear, fixie. Una filosofia di vita: girare a tutta velocità e poi ad un tratto cambiare direzione, aggirare l’ostacolo e dare la svolta. Decisi, giovani e atletici. Biker uomini e donne, non c’è nessun limite. Alcuni usano le fixed come semplice mezzo di trasporto, altri ci fanno le gare e altri ancora le usano per sfidarsi a bike polo. È stato, in realtà, il primo prototipo di bici usato per la pista, quando la ruota libera non era ancora stata inventata e non serviva. Unico obiettivo: la velocità.
Vediamo un po’ quali saranno i motivi per cui impazziremo per le bici fisse e i bikers.
1. Partiamo dal mezzo: la fixie. E’ un oggetto di design, molto spesso ricavato da una vecchia bici Cinelli, Bianchi, Peugeot o Icarus. Assemblata pezzo per pezzo e limata di tutti i dettagli superflui, una linea essenziale. Due ruote, un telaio, un manubrio e una sella. Un amore maniacale per i dettagli.
2. Il ciclista. Immagine lontana anni luce da Coppi e Bartali, qua stiamo parlando di hipster veri e propri. Potete riconoscerli anche senza mezzo: barba incolta, fisicaccio leggermente palestrato niente male, stile modaiolo-swag. Amano seguire le tendenze ma non sono mai mainstream. Come dire: si, lo stile lo abbiamo ma non lo ostentiamo. Solo per intenditori. La bellezza di tutto è che c’è anche un universo femminile, le fixie girl sono numerose e davvero agguerrite.
3. Ecologico. C’è chi ha fatto di questa tendenza una scuola di vita, ci sono blog che promuovono questo mezzo come nuovo fronte per la lotta all’inquinamento. Ben venga, perché ne abbiamo pieni i polmoni.
4. Economico. In tempi di crisi non si può non notare questo particolare. Pedalate e invece di bruciare benzina (e i vostri soldi) bruciate calorie, rimanete in forma senza andare in palestra e cuccate di più. Sull’ultimo punto non possiamo garantire.
5. Meno stress. Chi avrà più problemi di parcheggio? Cercate un posto e ci arrivate direttamente davanti. Non dovrete più sopportare la calca sui mezzi pubblici. Più bulli di così è impossibile.
6. Conviene frequentare questi nuovi rider, possono tornare utili per le loro incredibili doti da meccanici. Voi, che non sapete nemmeno gonfiare la bicicletta, lasciate perdere.
7. È una vera alternativa sportiva, non si tratta solo di pedalare da un luogo all’altro. Potete sfruttare le vostri doti ginniche in gare di velocità o bike polo. Quest’ultima è una disciplina praticata da decenni in Gran Bretagna, si sostituisce il cavallo con la bici, e con mazze e palline si cerca di fare punto alla squadra avversaria.
8. Unico inconveniente è forse quello degli infortuni. Qualche volta la catena si spezza, o fate troppo i fenomeni in mezzo al traffico, e qualche volo si fa. Sbucciature e fratture renderanno la vostra vita più avventurosa. Il fascino dell’uomo vissuto può sempre tornarvi utile.
9. Se avete un’attitude particolarmente alternativa, se volete oltrepassare gli orizzonti dello scooter in città, se non avete più pezza di spendere soldi e volete risparmiare l’ultimo albero rimasto sulla terra questo fa per voi.
10. Se non avete la più pallida idea di cosa sia una bicicletta o il sudore, beh, mettetevi con un ciclista. Moderno principe azzurro, togli un cavallo e metti una bici. L’appeal e lo stesso e ci guadagnate di brutto. Bonazzi on the bike.