Farfetch e ASOS sono in crisi
Due giganti del retail hanno l’acqua alle caviglie
08 Novembre 2023
Durante gli ultimi 12 mesi il gigante del retail online britannico ASOS ha registrato gravi diminuzioni di fatturato, in seguito, secondo quanto illustrato dai capi dell’azienda, all’inflazione, ad errori di buying e a sbalzi inaspettati delle temperature. La notizia giunge a solo un anno dalla crisi del 2022 e rappresenta definitivamente un trend in declino per l'azienda londinese. Siamo di fronte alla fine di ASOS? Questo novembre, ha dichiarato di aver perso più di 300 milioni di sterline nel 2023 e ha anticipato ulteriori cali di vendite tra il 5 e il 15% durante l’anno prossimo, pur prevedendo una crescita nel 2025. In risposta a questi dati, gli investitori hanno cominciato a voltare le spalle all’azienda, facendo scendere dell’11% il valore delle azioni di ASOS in borsa.
ASOS ha raggiunto l’apice del successo tra il 2015 e il 2019 grazie alla vendita online di capi e accessori di tendenza, che però appartenevano a brand principalmente di fast fashion. Attirando l’attenzione dei giovani per il metodo rapido e comodo con cui si può fare shopping sul sito, è presto diventato uno dei teen brand più amati in Occidente. Come lui, Topshop ( che ha acquisito nel 2021 ) Missguided, Forever 21, Cheap Monday, Urban Outfitters e Abercrombie & Fitch hanno fornito look alla moda a intere generazioni di adolescenti, ma tutti questi grandi nomi, eccetto Urban Outfitters, adesso si trovano in crisi. Complice l’ascesa di piattaforme come Depop, Vinted e Shein, la trazione che il vintage sta avendo sui consumatori più giovani ed un crescente interesse per l’ambiente, è l’inizio della fine per i teen brand come ASOS.
Mentre, dopo il crollo di giovedì, il valore di mercato di ASOS è tornato ai livelli precedenti - pur essendo un decimo di quelli di due anni fa - la borsa sta assistendo ad un’altra crisi nel mondo del retail. Farfetch negli ultimi due anni ha assistito ad una perdita di valore di mercato del 97% ed è stato accusato di omissione e falsa informazione ai danni dei propri investitori. Nato nel 2008 come uno dei primi retailer digitali, il successo inarrestabile di Farfetch ha preso un brutto colpo proprio a poco più di un anno dall’annuncio dell’acquisizione del 47,5% di Yoox Net-a-Porter, il suo più grande rivale, ritrovandosi a dover fare i conti con un portafoglio sminuzzato e svariate cause legali. Come ha spiegato il fondatore e CEO di BoF, Imran Amed, «quando si iniziano a cucire insieme tanti pezzi disparati si finisce per ottenere una trapunta patchwork che nessuno capisce.»
@farfetch New-era gothic beckons to the dark side this season, with structural accessories and expressive leather textures from #Blumarine, #Coperni and #Mugler son original - FYP
Di fronte a crolli del retail online come Farfetch e dei teen brand come cheap Monday e Forever 21, c’è da chiedersi se anche ASOS non sia arrivato agli sgoccioli del proprio successo. Secondo il CEO dell’azienda, José Antonio Ramos Calamonte, il primo step per guarire le ferite del fatturato sarà «ottimizzare i costi.» Verrà chiuso il secondo centro di distribuzione nel Regno Unito, cambierà la selezione marchi, verranno offerti più articoli a meno di dieci sterline e si investirà in campagne atte a «tornare di moda.»