La storia dell'orologio preferito di Matthew Williams
Com’è nato l’Audemars Piguet Royal Oak, l'orologio che il designer di 1017 Alyx 9SM ha portato verso nuove altezze
01 Settembre 2023
L'orologio Royal Oak di Audemars Piguet è da tempo considerato un'icona nel mondo degli orologi di lusso. Questo orologio è stato recentemente rimodellato da Matthew Williams per una collaborazione con 1017 Alyx 9SM che fa seguito a quella che il brand fondato da Williams firmò nel 2019 con MAD Paris e che ottenne un così largo successo da portare a un link-up diretto fra i due. A dire il vero, forse più di ogni altro produttore di orologi, Audemars Piguet ha sperimentato con il format delle collaborazioni negli ultimi decenni: ci fu l’Audemars Piguet Offshore co-firmato da Arnold Schwarznegger per il film Giorni Contati nel ’99; poi quello del 2006 che venne customizzato da Jay-Z, che per molti rappresenta la freccia di Cupido che scatenò l’amore tra il produttore di orologi svizzero e il mondo hip-hop poi proseguita anche collaborando con Quincy Jones e Mark Ronson. Altre importantissime collaborazioni furono con LeBron James, che firmò un modello in edizione limitata nel 2015 e poi apparve in una campagna celebrativa nel 2018; con Lionel Messi, Michael Schumacher e Serena Williams.
Il brand è legato anche all’arte, contando link-up con Damien Hirst e Richard Orlinski nel corso degli anni; e con il cinema, tramite la sua recente collaborazione con Marvel. Nessuna di queste collaborazioni, però, ha avuto l’impatto mediatico del modello Audemars Piguet che MAD Paris customizzò con Matthew Williams cinque anni fa – impatto mediatico che, secondo stessa ammissione di Williams, è stato alla base della collaborazione più ufficiale che 1017 Alyx 9SM e il produttore di orologi svizzero hanno stretto adesso. La versione del Royal Oak che Williams concepì nel 2019 e ora ha ulteriormente raffinato, dal quadrante “muto” di metallo spazzolato, è rapidamente diventata una delle più interessanti e imitate di quelle viste in questi anni – ma non potrebbe essere arrivata da nessuna parte senza l’iconicità del Royal Oak originale di Audemars Piguet.
La Storia del Royal Oak
Esisteva un’epoca in cui i classici produttori di orologi meccanici, per lo più operanti in Svizzera, dovevano produrre orologi più robusti per coloro che intendevano impiegarli in attività sportive. Ma entro i primi anni '70, l'avvento della tecnologia giapponese al quarzo, che scatenò anche una crisi di approvvigionamento del prezioso minerale su scala globale, minacciava la supremazia degli orologi meccanici. In quest'era di cambiamento, Audemars Piguet, fondata nel 1875, si trovava di fronte alla sfida di ridefinire l'orologeria di lusso per contrastare degli economici, resistenti orologi al quarzo che iniziavano a dilagare nel mercato. Per evitare di essere scalzata dal proprio primato, l'azienda decise di osare e provare a creare un modello radicalmente nuovo. Ispirati dai feedback provenienti dal mercato italiano, il produttore si mise all'opera per creare un orologio in acciaio rivoluzionario che fondesse senza soluzione di continuità sportività ed eleganza. Il giovane e già celebre designer di orologi Gerald Genta, che aveva già lavorato per i nomi più importanti dell’orologeria svizzera, fu scelto per questo compito. Il design del Royal Oak trasse ispirazione da un casco da sub, con la sua lunetta ottagonale fissata da otto viti esagonali d'oro visibili e un quadrante adornato da un distintivo motivo blu petit tapisserie. Questo orologio sottile ma incredibilmente resistente, con un diametro di cassa di 39 mm e un profilo di 7 mm, fu completato da un complesso bracciale in acciaio inossidabile che rendeva il modello quasi simile a un gioiello da uomo.
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L’orologio venne marketizzato come un’ode all'acciaio, il metallo-simbolo del XXI secolo; quelle viti a vista in oro a 18 carati che tanto avevano scandalizzato i tradizionalisti divennero nel tempo un simbolo di sicurezza, di solidità come anche al suo cristallo di zaffiro inscalfibile; il suo movimento era il più sottile al mondo, ognuna delle sue componenti segnata da un numero seriale che dava l’impressione di un meccanismo che avrebbe mostrato la propria eccellenza per generazioni, passando di padre in figlio attraverso interi alberi genealogici. Negli anni ’80 venne prodotta una pubblicità che anticipava le obiezioni di chi credeva che l’orologio fosse troppo costoso per essere d’acciaio. «Compreresti mai un Rembrandt per la sua tela?» diceva la pubblicità. «Il valore del Royal Oak è più una conseguenza del modo in cui il metallo è stato utilizzato, del design che riflette la sua forza e il suo carattere, che del materiale stesso. In qualsiasi ambito artistico e artigianale, come ho fatto notare al mio amico, i materiali da soli non fanno un capolavoro. Ciò che conta è la maniera in cui sono utilizzati. E chi li usa».
L'introduzione del movimento Calibro 2120 nel 1967, un sforzo collaborativo tra Jaeger-LeCoultre, Audemars Piguet, Patek Philippe e Vacheron Constantin, gettò le basi per l'eccezionale movimento del Royal Oak. Questo movimento automatico ultrapiatto, battente a 19.800 vibrazioni all'ora e con un'altezza di appena 3,05 mm, rappresentava una meraviglia tecnica che si adattava alle esigenze di un orologio sportivo. Il nome "Royal Oak" era un omaggio alla storia navale britannica, facendo riferimento a una serie di navi della Royal Navy britannica, in linea con il design della lunetta ottagonale. Nel 1972, alla fiera di Basilea, il Royal Oak fu svelato. L’elevatissimo (per l’epoca) prezzo di 3300 franchi svizzeri, più alto di un orologio d'oro, posizionò il Royal Oak come simbolo dell'alta orologeria, dimostrando che prestigiosi orologi potevano essere realizzati in acciaio senza ricorrere a metalli preziosi. Nonostante lo scetticismo iniziale sul suo design non convenzionale, sulla guarnizione e sulle viti visibili e sul bracciale integrato, l'attrazione e la qualità del Royal Oak conquistarono gradualmente il pubblico, facendone nel corso degli anni l’icona più significativa di Audemars Piguet. Il percorso del Royal Oak non si concluse con la sua introduzione. L'iconica serie A del riferimento 5402, riconoscibile dalle iniziali AP poste sopra le 6, rimane il favorito dei collezionisti. Audemars Piguet continuò a innovare, introducendo variazioni, metalli preziosi, cinturini in pelle e gomma e nuove complicazioni, tra cui il Calibro 2120/2800 con Calendario Perpetuo, il più sottile al mondo.
Come è nata la collaborazione con Matthew Williams
La collaborazione tra Matthew Williams e Audemars Piguet non è solo un impegno creativo, ma è il culmine di ricordi personali che risalgono all'adolescenza del designer. Sin da giovane, Audemars Piguet ha avuto un posto speciale nel cuore di Williams, influenzato dal migliore amico del padre, un rivenditore di orologi d'epoca. Nel tempo, Williams ha sviluppato un profondo apprezzamento per gli orologi e l'arte che si nasconde dietro di essi. Crescendo, il suo legame con il marchio è continuato ad evolversi. Williams ha ricordato, parlando con Interview Magazine, e di aver ricevuto un orologio poco costoso da suo padre al momento del diploma, ogni volta che Williams poteva permettersi la spesa, andava dall'amico del padre a permutare l'orologio precedente in un nuovo modello, salendo via via nella scala di qualità e bellezza, con sempre in mente l'idea di comprare un Royal Oak d'oro. Questa base sentimentale ha gettato le basi per l'affinità di Williams nei confronti di Audemars Piguet. La sua collaborazione con il marchio non è solo un'alleanza creativa, ma una fusione di nostalgia personale, un profondo apprezzamento per l'artigianato e una passione condivisa per l'orologeria.
Inoltre, la collaborazione tra Matthew Williams e Audemars Piguet segna una pietra miliare significativa come primo ingresso di Audemars nel mondo della moda. A differenza delle collaborazioni precedenti, Williams ha goduto di una libertà creativa senza precedenti, dando vita a una collezione di cinque orologi distintivi. Tra di essi c'è un orologio unico nel suo genere destinato ad un'asta, il cui ricavato beneficerà Kids in Motion e Right to Play, due organizzazioni caritatevoli a favore dei bambini svantaggiati. La gamma include due Royal Oaks e due Royal Oak Offshore, oltre al pezzo unico. Con prezzi che vanno da $73,500 a $111,500. Williams ha eliminato i segni tradizionali per i subdial, optando per un approccio più minimale e utilizzando una "finitura satinata verticale" invece dei celebri motivi del quadrante tapisserie. La collaborazione presenta un'elegante giustapposizione di oro giallo e bianco, mentre il pezzo unico combina oro giallo e acciaio inossidabile, in omaggio all'estetica decisamente contemporanea del suo brand.