MSCHF sta vendendo "buste firmate" a 40 dollari l'una
La nuova satira al capitalismo del collettivo artistico americano
11 Gennaio 2022
L'ultimo drop di MSCHF (il 66esimo, per l'esattezza) ha lo scopo di regalare un’illusione di ricchezza. Il controverso collettivo artistico con sede a Brooklyn, che si è reso celebre in tutto il mondo per aver rilasciato una gamma di prodotti che vanno dai plug-in alle scarpe da ginnastica, dai canali social alla spada sfoggiata da Grimes sul red carpet del Met Gala 2021, ha lanciato un e-store su cui è possibile acquistare buste brandizzate, come Fendi, Hermès, Burberry e Rolex, al prezzo di $40 ciascuna, all’insegna del motto che tutti coloro che si apprestano a compiere la scalata sociale si ripetono giornalmente “fake it, until you make it”.
I più si chiederanno perché qualcuno dovrebbe spendere 40 dollari in una busta di plastica con su sopra il logo di Supreme, ma in realtà il collettivo non ha fatto altro che porre l’attenzione su un fenomeno che dilaga sul web già da un po' e che per gli habitué delle piattaforme di reselling è del tutto familiare, visto che su Ebay, Depop, Vinted e Vestiare pullulano i rivenditori che propongono questi item a prezzi folli (20 euro per una busta di cartone con su scritto Saint Laurent? Davvero?).
"Se non puoi consumare - e sai che non puoi, o almeno non al livello che brami, non al livello che ti è stato dato in pasto dai social media e dalla finzione mediata dell'esistenza delle celebrità - puoi almeno aspirare a raggiungere l'estetica del consumo", si legge nel manifesto di OnlyBags, che oltre ai grandi marchi vende anche buste di brand che non sono proprio uno status symbol, come Sephora, IKEA e Victoria's Secret. Quindi, a cosa servono nel concreto queste borse di designer vuote? Per essere mostrate, sfoggiate sui social media, portate in giro per le strade per suscitare l'invidia dei passanti, in una società capitalista in cui l'unico vero segreto per la felicità sembrano essere i soldi, queste buste faranno credere agli altri che ne abbiate a palate. Il manifesto di @mschf descrive l'estetica e la psicologia del consumismo di cui siamo stati nutriti con il cucchiaio attraverso i media: le borse hanno uno scarso valore pratico o fisico, ma il valore che attribuiamo ai loghi e alle icone disegnate non ha prezzo.
C'è da chiedersi se i brand utilizzati per costruire questa meta riflessione causeranno una nuova ondata di problemi legali per il collettivo, visto che già release delle Air Max 97 “Satan”, le sneaker create con Lil Nas X e contenenti una goccia di sangue umano (proveniente dai membri del team MSCHF) nella suola, gli era costata MSCHF una denuncia da parte di Nike per l'infrazione del copyright. Ma i problemi legali non hanno fermato il gruppo di artisti, che ha ironicamente deciso di trovare un nuovo bersaglio per la propria satira nell'icona della cultura pop per eccellenza: Topolino. Il nuovo drop, che rimarrà top secret fino a gennaio 2024 - data in cui il copyright di Topolino diventerà pubblico dando così la possibilità a chiunque lo voglia di poterla utilizzare senza alcuna ripercussione legale - si propone di aggirare le regole della proprietà intellettuale e nell’attesa è possibile acquistare un NFT chiamato sarcasticamente Famous Mouse che darà diritto agli acquirenti di ricevere il collectible non appena le leggi del copyright cadranno. Il vero obiettivo di MSCHF non è tanto di dissacrare la proprietà intellettuali altrui, quanto quello di sottolineare l’arretratezza delle leggi che regolano il moderno concetto di proprietà intellettuale, con lo scopo di sovvertire i canoni e le leggi della moda odierna attraverso l’ironia e la creatività, decostruendo lo status e il valore di quei totem considerati “intoccabili” in una sorta di guerra iconoclasta agli odierni idoli del capitalismo, attraverso l'irriverenza e la provocazione.