HA KI MO NO: il nuovo progetto dedicato al footwear giapponese
Arriva in Italia la piattaforma a metà fra innovazione e artigianato tradizionale
28 Settembre 2021
Nel corso degli ultimi decenni, tutto il mondo ha scoperto i valori artigianali e il savoir-faire della moda giapponese. Ma se già in Europa e nel mondo tutti conoscono la qualità del denim giapponese o l’avanzata tecnologia che sta dietro la produzione di outwear tecnico, la qualità dello shoemaking del paese e dei suoi brand è ancora un segreto per il mondo – fortunatamente ancora per poco. Già dall’antichità infatti, gli artigiani giapponesi iniziarono a sperimentare con diverse tecniche per la lavorazione del cuoio, che poi andarono evolvendosi all’ambito di tutta la pelletteria ed evolvendosi oggi nella fabbricazione artigianale di scarpe di pelle che unisce innovazione tecnica all’avanguardia e craftmanship tradizionale.
Per promuovere i footwear brand di ricerca del Giappone, dunque, è nato Hakimono, una piattaforma pensata per portare la cultura footwear del Sol Levante in tutto il mondo. I brand che fanno parte del consorzio sono dieci e, pur avendo ognuno la propria identità distintiva, sono tutti accomunati da tre valori generali: la sostenibilità, l’artigianalità e la funzionalità.
La sostenibilità
Anche se molti dei brand che fanno parte di Hakimono hanno già decenni di storia alle spalle, il valore della sostenibilità rimane front-and-center nella loro produzione. Un valore evidente nel lavoro di yuko imanishi+, brand nato nel 2011 a Tokyo, il cui eponimo direttore creativo ha non solo creato un modello originale di fodero ammortizzante di soletta interna modellata in gomma crêpe e crea le sue tomaie con cuoio eco-friendly con tinture vegetali, dello stesso designer è Mana, brand invece dedicato alle scarpe femminili. . Un altro brand che si occupa di eco-leather è O’Ric, che invece utilizza la costruzione italiana detta “Bologna” che vede la fodera della scarpa costruita sopra sulla forma della calzatura senza tagli né cuciture. Il brand impiega anche pellame di origine animale, ma gestisce il proprio stock responsabilmente commisurandolo alla richiesta dei clienti.
Anche HARUTA, storico brand nato a Nara con quasi un secolo di vita, produce i propri celebri mocassini in Ecopet, un materiale ricavato dal poliestere riciclato che rende le scarpe più leggere, ma anche impermeabili e facilmente pulibili mentre Numero Uno utilizza un cuoio ricavato dal pesce palla, materiale che di solito viene scartato e per cui invece il founder, Ittestu Ohyama, ha trovato una nuova vita.
L’artigianalità
I valori artigianali, oltre all’innovazione sostenibile, rimangono ancora oggi fondanti tanto per Hakimono che per tutti i suoi brand. In particolare un brand come Kyoko Sasage è un brand che possiede un approccio multi-disciplinare al design, mescolando da un lato una progettazione artistica ispirata alle linee della natura; dall’altro uno studio della biomeccanica per massimizzare l’ergonomia delle scarpe e, infine, la ricerca e la lavorazione di materiali unici come il cuoio Himeji Kurozan, la laccatura in madreperla Tsugaru e le sete di Tatsumura ma anche il tessuto Washi, dotato di proprietà deodoranti e antibatteriche. Più minimalistico è invece Brightway, marchio che produce a Osaka da quasi mezzo secolo, che non solo utilizza ancora tecniche manuali per produrre suole che si adattano all’anatomia di chi le utilizza ma rigetta anche la produzione di massa e continua a produrre solo con materiali e artigiani locali.
Un brand che invece unisce antica lavorazione artigianale a tecnologia è H. KATSUKAWA, fondato dall’eponimo designer dopo il suo periodo di studi nell’officina del grande shoemaker inglese Paul Harnden. Le scarpe del brand sono costruite in pelle Nibe, dotata di una consistenze disomogenea che crea un effetto visivo unico e che è cucita a mano su suole già dotate di tacco, creando un dettagli di filo extra che fuoriesce dalla suola e che è diventato un simbolo del designer.
La funzionalità
Un esempio incredibile di unione fra artigianato e funzionalità è Tokyo Sandal, brand che disegna le sue calzature su modelli tridimensionali per ottimizzare la loro ergonomia e poi crea la suola con due strati di cuoio che è capace di stabilizzare naturalmente il piede e si ispira alla sua tecnica di piegatura del legno di solito utilizzata nella fabbricazione degli skateboard. Il designer Takumi Inomata, invece, con il suo brand U. No. 5 ha interpretato l’idea di funzionalità come quella di un design universale, composto da un pezzo di cuoio che si avvolge intorno al piede accompagnandone i passi e replicando modelli di design universali – l’utility diventa dunque quella dei clienti stessi, che possono scegliere di customizzare i colori e le vestibilità di modelli classici decorati da un tocco artigianale unico e pensati per la vita di ogni giorno. Il marchio Shisei, invece, fondato da Mariko Yamane ha sviluppato un modello esclusivo di suola a metà fra l’utility e il fashion con Vibram che utilizza gomma naturale per le sue scarpe plastic-free e, soprattutto, utilizza solo cuoio proveniente dall’industria della carne, il 40% del quale è certificato dal Leather Working Group per standard di lavorazione sostenibile.