Come è nata la fibbia simbolo di 1017 Alyx 9sm
Il dettaglio che è diventato sinonimo del brand di Matthew Williams arriva da un'intuizione ad un parco divertimenti
11 Maggio 2021
Quando sabato scorso Elon Musk è salito sul palco del Saturday Night Live per recitare il suo monologo, l'ha fatto indossando un completo nero composto da pantaloni sartoriali e giacca U-lock con chiusura laterale firmati Givenchy, che da una parte lo facevano sembrare appena uscito da un episodio di Star Trek, dall'altro non avrebbe sfigurato su una passerella parigina. Proprio quella chiusura così particolare, nata dalla commistione del design dei lucchetti che decorano il Pont des Arts di Parigi con il classico logo Givenchy, è stata una delle più vistose innovazioni introdotte dal neo direttore creativo della maison Matthew Williams, che intorno a chiusure, dettagli spesso secondari e fibbie tutt'altro che comuni ha costruito un'intera carriera.
Valentino ha il rosso, Chanel i completi in tweed - nonostante le accese polemiche con Saint Laurent -, Bottega Veneta il cuoio intrecciato, 1017 Alyx 9sm ha le fibbie. Sembra riduttivo detto così, ma il brand fondato nel 2015 da Matthew Williams insieme alla (ora ex) moglie Jennifer Murray e a Luca Benini di Slam Jam, ha costruito intorno a questo dettaglio un immaginario molto forte e identitario. A differenza dei grandi racconti che hanno segnato la storia della moda, che parlano di intuizioni fortuite nel cuore della notte o di scoperte inaspettate e quindi rivoluzionarie, la genesi di questo accessorio, in particolare quando applicato all'ormai famosissima Rollercoaster Belt, non ha nulla di particolarmente glam o geniale, ma è figlio di una mentalità che guarda alla sostanza, ad un tipo di moda che si interroga su come sono costruite le sue componenti.
Quella fibbia è infatti la riproduzione fedele della chiusura di quelle cinture e imbracature che si trovano nei parchi divertimenti, sulle montagne russe, sugli aerei (o nei passeggini di ultima generazione). Non un collegamento così immediato con quel mondo sofisticato a cui oggi Williams è associato, ma una trasposizione certamente inaspettata che, complici anche i trend del momento, ha funzionato alla perfezione. "[Il buckle] ha un peso specifico e un suono che fanno sì che le persone siano attratte da questo oggetto, quasi inconsciamente. La sua creazione è legata inoltre a Six Flags Magic Mountain, dove ho portato la mia famiglia. È un posto in California dove si va per festeggiare il diploma o un compleanno, dove puoi baciare una ragazza per la prima volta, o dove superare la tua paura dell’altezza. Quindi in un certo senso mi rappresenta, è un luogo di transizione, in luogo in cui puoi essere un bambino anche da adolescente. Mi piaceva questa idea di transizione, il buckle per me riflette questo concetto", avrebbe in seguito raccontato lo stesso Williams.
Sceso dalle montagne russe, Williams contattò immediatamente l'azienda produttrice di quelle imbracature, chiedendo di realizzarne una versione più leggera da inserire nella sua collezione. Come ha raccontato lo stesso designer, il buckle è stato scelto per la sua forma scultorea e molto materica, che rimanda ad un immaginario utilitaristico, ad un'estetica che ha fatto di vest tattici, marsupi multi funzione e sneaker tecniche la sua massima espressione, un trend che Williams stesso avrebbe poi contribuito ad ampliare.
Il successo del buckle e della Rollercoaster Belt fu immediato ed enorme, tanto da portare Williams a reinterpretare quella fibbia su scarpe, gioielli, cappellini e item in ogni forma e tessuto. Un fascino che avrebbe presto travalicato i confini del suo brand, arrivando fino all'amico di lunga data Kim Jones, che in occasione del suo debutto alla guida di Dior Men chiese a Williams di realizzare l'hardware della collezione, proponendo un buckle che riprendeva le iniziali CD e declinato su cinture, cappellini, collane, zaini e Saddle Bag, e dando il via ad una collaborazione continuativa che dura fino ad oggi. Fu lo stesso Williams a portare con sé quel buckle al momento della collaborazione con Nike, che ha visto nella Nike Air Force 1 High la più alta commistione degli universi Nike e Alyx, uniti in una silhouette semplice, ultra minimal e cromaticamente essenziale, arricchita ed elevata proprio da quella fibbia posta intorno alla caviglia. Non poteva che essere ancora una volta la chiusura l'elemento distintivo di Williams anche in occasione della partnership con Moncler, che nell'ambito del progetto Moncler Genius ha visto Williams regalare un'interpretazione contemporanea e a tratti streetwear dell'iconico piumino del brand.
In quello streetwear elevato che Williams ha presto trasformato in un luxury funzionale, il founder di 1017 Alyx 9sm ha costruito un linguaggio personale e unico, per questo di successo, inconfondibile non solo nell'aspetto, ma anche nel suono di quella chiusura, in un fugace momento in cui moda e funzione si uniscono.