La nuova collezione di adaptive fashion di Tommy Hilfiger
Una capsule pensata per chi ha disabilità o difficoltà di movimento
24 Marzo 2021
Il termine “abbigliamento adattivo” fa riferimento a tutti quegli indumenti progettati per individui affetti da disabilità o in stati temporanei di ridotta mobilità fisica, come anziani o malati. Si tratta di un tipo di abbigliamento pensato per chi non può vestirsi da solo e dunque caratterizzato da chiusure semplici, soluzioni per vestirsi da seduti e adattamenti per protesi. Più di un miliardo di individui al mondo soffre di queste disabilità e, secondo una recente stima di Coresight Research, il mercato ha un volume di affari potenziale di oltre 64 miliardi di dollari. Eppure finora questo mercato è stato per lo più ignorato dal luxury fashion – si scrive “finora” perché Tommy Hilfiger ha appena presentato la sua prima collezione Adaptive per la stagione SS21 con l’obiettivo di tradurre la sua estetica tipicamente americana per il mondo dell’adaptive clothing.
La collezione è composta da un mix estetico di sporstwear e outdoor che combina la classica palette di colori rossi, bianchi e blu del brand con una palette pastello. I capi sono costruiti per funzionare senza sforzo sia come abbigliamento quotidiano che per occasioni più eleganti. La collezione è anche accompagnata da una campagna che vede come protagonisti atleti e modelli della comunità adaptive fra cui la ciclista olimpica Kristina Vogel, il paralimpico Rheed McCracken, il nuotatore e corridore paralimpico Haven Shepherd, l'ex giocatore di football Isaiah Pead, il paddle boarder Jonas Letieri, la modella Ashley Young, il modello Teddy B., e le modelle e sorelle Mila ed Elora.
La release di questa collezione è importante perché segnala l’ingresso, nel discorso sulla moda mainstream, di una categoria che finora era stata ignorata. Gli sforzi dei designer sul piano dell’adaptive clothing erano stati finora limitati a brand indipendenti come Magna Ready, IZ Adaptive, Adaptivelife, Care + Wear e Friendly Shoes – l’esperienza di questi brand-pionieri del mercato potrebbe rappresentare un importante capitale intellettuale per introdurre linee di abbigliamento adattive anche nelle collezioni dei brand più importanti. La nuova sfida sarà trasformare l'adaptive clothing in adaptive fashion - uno sforzo che non solo porterà i brand e il mondo del design ad accrescere la propria preparazione ma che segnerà anche l'opportunità per un aumento delle assunzioni di professionisti affetti da disabilità all'interno dei brand del settore.
Gli esempi del passato non mancano: oltre allo stesso Hilfiger, la cui linea di adaptive clothing è già presente da qualche anno negli USA, nel 2015 l’italiano Antonio Urzi disegnò una collezione di moda per disabili che sfilò a Milano; due anni fa, alla Jakarta Fashion Week, si tenne una sfilata simile, incentrata sulla maglieria. Insomma, il mercato sembra essere pronto e persino LVMH, stando a quanto riporta Vogue Business, sembrerebbe essere interessato a un mercato dalle potenzialità enormi. Al momento, comunque rimane la dichiarazione dello stesso Tommy Hilfiger che ha detto:
Vestirsi dovrebbe essere una gioia - un'esperienza che ti permette di avere un bell'aspetto e di sentirti bene con quello che indossi. Le nostre collezioni Adaptive hanno rivoluzionato il modo di vestire quotidiano delle persone con disabilità, dando loro l'indipendenza e la sicurezza di esprimere la propria individualità attraverso lo stile.