I 5 modelli di sneaker più "bootlegati" di sempre
L'high fashion non può fare a meno di reinterpretare le sneaker?
03 Marzo 2021
L’universo del fake è un luogo affascinante. Tanto più affasciante quando a farlo da protagonista sono le sneaker. Dalle versioni più creative - quasi inaspettate - ai flawless fake (fake molto fedeli all'originale) non esiste probabilmente sneaker sul mercato che non sia stata imitata.
Ma spesso ci si dimentica di includere in questo universo i misteriosi e spesso molto celebri knock-off o bootleg: sneaker che non sono esattamente fake ma che traggono palese ispirazione da modelli già esistenti sul mercato. L'intento del bootleg infatti non è quello di imitare completamente ma di attingere da un item e da alcuni dei suoi dettagli al fine di creare un prodotto nuovo. Un esempio recente sono le ultime sneaker presentate da Virgil Abloh lo scorso 21 gennaio durante lo show Louis Vuitton Menswear FW 2021.
La sneaker ha fatto il giro dei social per una sua palese somiglianza con le Nike Air Foamposite e più nello specifico con la Barkley Foamposite.
Abloh non è certo estraneo al fenomeno. La prima sneaker realizzata per la maison francese, la LV 408 Trainer,trae infatti chiara ispirazione dalla 1988 Avia 880 (oltre che dalla Nike Air Jordan 3).
Non c’è da meravigliarsi, negli anni molti marchi dell’high fashion hanno attinto dall'heritage dei brand di sportswear per realizzare le proprie sneaker.
Abbiamo deciso di ripercorrere la storia delle bootleg sneaker analizzando i 5 modelli più bootlegati di sempre.
Nike Air Force 1
Non esiste al mondo silhouette più imitata, vittima di esperimenti di vario genere, custom e ovviamente bootleg. Il più celebre sono sicuramente le Bapesta: lanciata sul mercato nel 2002 la sneaker Bape traeva chiara ispirazione dall'allora - come sempre - in voga Air Force 1 (ricordiamo Nelly che nello stesso anno ne scrisse l'inno ufficiale Air Force Ones). Le vivaci combinazioni di colore e le collaborazioni con artisti come Kanye West, N.E.R.D. e Daft Punk contribuirono alla sua popolarità. Nota di merito anche per le misteriose Ari "Menthol 10" un vero e proprio guanto di sfida lanciato a due giganti dell'industria, Nike e Newport (azienda produttrice di sigarette).
Nike Air Jordan 1, 4 e 11
Nonostante le difficoltà nel ricostruire una vera e propria storia del bootleg le Sang Jordan 1 potrebbero essere uno dei primissimi modelli da citare.
Nel 1985 infatti il brand coreano cercò di riprodurre l'Air Jordan 1 nella colorazione Chicago, sostituendo lo Swoosh con il logo a freccia. La silhouette per eccellenza è stata poi negli anni fonte di ispirazione per numerosi bootleg: dalla Saint Laurent SL10 alla Fear Of God Basketball Sneaker che ne riprendevano anche le classiche colorway Chicago, Bred e Royal.
Impossibile non citare poi i super luxury bootleg di Hender Scheme: tra tutte la silhouette della Air Jordan 4 con i suoi dettagli super luxury è riuscita a convincere anche gli sneakerhead più scettici. Air Jordan 4 ripresa di recente anche da Maison Margiela con la nuova Deadstock Leather Mid-High Sneakers. Menzione d'onore anche per il coraggiosissimo bootleg della Air Jordan XI Cool Grey la Hood by Air "Cool Grey".
Nike Dunk
Uno dei bootleg più discussi e controversi degli ultimi tempi vede protagonista la Nike Dunk.
Il caso Warren Lotas ha sicuramente il merito di aver riacceso la polemica sul fenomeno del bootleg e su quanto sottile sia il confine tra omaggio e imitazione. Lotas non è però stato sicuramente il primo. Alla fine degli anni '90, quando Nike decise di lanciare la linea SB e di entrare nel mondo dello skate, molti brand del settore non ne furono entusiasti. Consolidated tra tutti, in seguito alla collaborazione "Send Helps" con Nike, decise nel 2006 di rilasciare una scarpa chiamata "BS Drunks" che ne riprendeva lo schema di colori sostituendo però lo Swoosh con una banana. Ad accompagnare il lancio il motto "Don't Do it". Anche Rick Owens fu vittima del fascino delle Nike Dunk. Antenata della Geobasket la "Dunk" Rick Owens (soprannome dato negli anni dai fan del brand) nasceva nel 2006 anno in cui nella collezione Dustulator Rick Owens decise di prendere spunto da Nike, adidas e Puma per dare vita alla sua personale rappresentazione di sneaker.
adidas Stan Smith
La Stan Smith è una vera e propria tela bianca, una sneaker così versatile da adattarsi a qualsiasi gusto e qualsiasi situazione. Non c'è da meravigliarsi se negli anni è riuscita ad ispirare numerosi bootleg, fake ma anche collaborazioni (vedi quella più recente con Palace). Da citare la Common Projects Achilles Low, la Saint Laurent SL/01 Court Classic ma soprattutto la Alexander McQueen Oversized low-top sneaker.
Converse Chuck Taylor
Dal 1917 la Chuck Taylor All-Stars guida il cambiamento e la storia della sneaker industry e ovviamente anche quella dei bootleg. Da Bape a Visvim, passando per Maison Margiela e Rick Owens finendo con Dior in tempi più recenti, la lista dei brand che hanno attinto dall'heritage della Chuck Taylor sono infiniti.
Special: Nike Air Rift
Trarre ispirazione da un modello affascinante ma allo stesso tempo strano e complicato come le Nike Air Rift non sembrava impresa facile, eppure qualcuno ci è riuscito.
La Technical Fabric sneaker di Marni è il bootleg a cui forse è impossibile rinunciare.