Our Trend Your Wardrobe: 666
27 Dicembre 2010
Spesso il Natale corrisponde a periodi di inspiegabile eccitazione, quando invece, nella realtà nulla è cambiato, o forse si cominciano a vedere troppe cose. Ecco che si fanno palesi i gesti estremi, le consuetudini e le falsità. E’ il periodo dell’anno dove tutti credono di dover dimostrare, di dover dare per forza, non pensando che il quotidiano conta molto di più di un periodo di stop, di riflessione e di distacco forzato dalla routine di tutti i giorni.
Si palesa la stanchezza e la nostalgia, così come l’impotenza nella continua voglia di fare della rincorsa al nuovo. Il consueto spunto per il trend, questa volta per forza di cose da definirsi natalizio, è una spinta alla controtendenza, al pensare e al voler trovare una chiave di lettura differente del mondo che ci circonda. Le antiche storie della magia nera ci narrano di tradizione alchemiche, esoteriche a voler alienare una forza oscura, un malessere che ci tocca profondamente in qualsiasi forma si palesi. Già perché non si pensa spesso alla sterilità e a quanto essa sia il vero nemico, il vero pericolo di una società in continua evoluzione. Nell’ambito della moda e del costume, si vivono anni di stagnazione, dove c’è una continua corsa al voltarsi indietro, al ripescaggio, per la paura e la consapevolezza che forse tutto è stato già pensato, fatto o detto. Si vive nel terrore e nell’ombra di uno spettro enorme di un qualcosa già accaduto, dove si preferisce citare, piuttosto che contestare.
Siamo dalla parte dell’anticonvenzionale, proprio perché il tradizionale è stato già provato e indossato troppe volte, riciclato e plasmato a propria immagine e somiglianza. Nascono nuovi designer, ma pochi si distinguono e hanno il coraggio di schierarsi; molti sono quelli che provano a mescolare, un qualcosa i cui ingredienti sono fin troppo chiari.
Preferiamo a questo punto privilegiare e dare risalto al tentativo maledetto di alcune nicchie del mondo della moda. Un nome su tutti, Dime Piece, marchio womenswear statunitense guidato da Ashley Jones e Laura Fama. Dime Piece si propone come significante di un messaggio positivo e di speranza creztiva dietro un’immagine tetra, cupa e maledetta. Algidità, colori scuri, trasparenze e croci sono alla base del progetto delle giovanissime designers from LA. Altro esempio sui generis quello di Gail Sorronda, designer Australiana sulle scene della moda dal 2007, che ci propone una donna maledetta, elegante e austera. Il suo total black è romanticamente figlio di una visionarietà al limite tra il posseduto e la santità di nomi della moda quali Azzedine Alaia, Madaleine Vionnet e Rei Kawakubo. Un alone di misticismo e sperimentazione che si avvicina all’Europa per essere vicina agli altari del fashion system, rimanendo comunque un livello più su della terra del consueto.
“Shunning the sun
Waiting for night to prosper
Blossom opening
Velvet darkness descending
Upon dark petals
Thorns turning outward
Ready to draw
The wine of life
From those who
Would suppress it
Or crush it under foot.
It remembers.
There will be no mercy.”