Focus on: la cartella
27 Settembre 2010
La prima cartella di cui ho una vivida memoria storica era di Lady Loveley.
Giallo canarino con la chiusura a scatto e la tracolla lunghissima. L’ho usata dalla prima alla seconda elementare, prima che mio fratello, più piccolo e terribile, me la distruggesse a suon di pennarelli colorati.
L’ultima cartella invece di cui ho ancora salvata l’immagine sul desktop è quella realizzata da Mulberry per Alexa Chung. A postino con pattella chiusa da due fibbie, è stata e sarà ancora per molto una delle borse must have della stagione, se non altro perché è stata artefice e seguace del trend che ci vuole tutte munite di queste borse da impiegato della posta, capienti, ingombranti e molto molto cool.
Altra storia, altra cartella è poi quella di Proenza Schouler.
Inutile negarvi che donerei anche un rene per almeno una PS1, che badate bene non è la playstation come ha pensato il mio fidanzato quando nell’orecchio gli ho sussurrato l’idea di un possibile regalino, ma la it bag del marchio, che oggi tutte quelle che contano indossano e che in versione etno-chic e to-die-4 è in vendita nello store online più hot del momento, Colette.
Naturalmente e fortunatamente per noi, ragazze normodotate e non star del piccolo schermo né eredi di una catena di hotellerie di lusso, ci sono anche le versioni low cost. Non bisogna andare in questo caso troppo lontano. Con un click basta recarsi sul sito di Topshop e trovare cartelle da educanda o da impiegata occhialuta – ritengo che gli occhiali spessi e tartarugati siano della prima una naturale appendice- a pochi pound. Pardon, euro!
Simile come concetto, ma di differenti modelli è Asos. Qui la cartelletta è proposta anche in versione Doctor Bag, più vicina a quella medico che a quella del postino per rendere l’idea.
Se poi ci si vuole proprio rovinare – o meglio far credere alle altre di averlo fatto- il sito perfetto è Queen’s Wardrobe, dove è possibile reperire imitazioni ben fatte (forse sarebbe più corretto dire pezzotte) dei grandi marchi. Ecco così che una finta cartella Mulbery la compri con pochi spiccioli e con il resto investi in un finto trench Burberry, che con la prima ci va a nozze come il cacio suoi maccheroni.
Insomma a ciascuna secondo le proprie possibilità.
Volete sapere, infine, quale sarebbe la mia ciliegina sulla torta?
Ritrovare il portapenne di un tempo e quel bicchiere di plastica richiudibile che ormai non fanno più, ma che mi ricorda troppo l’infanzia…
Quello sì, che non avrebbe prezzo.