Intervista a Henry Davies in occasione del lancio dell'Anaheim Factory Pack
Da One Block Down il più grande collezionista di Vans ci ha svelato i suoi segreti
One Block Down ha ospitato Henry Davis in occasione del lancio dell'Anaheim Factory Pack di Vans. Il collezionista, di The Other Side of The Pillow, ci ha raccontanto come si fa a diventare il più grande collezionista di Vans al mondo e ci ha svelato i suoi segreti. Leggete la nostra intervista.
#1 Come nasce la tua passione per Vans? E come ti è venuta in mente l’idea di creare The Other Side Of The Pillow?
Deriva dalla mia passione per il collezionismo. Ho iniziato molto giovane con i giocattoli e memorabilia del basket quindi in un certo senso questa è la mia natura e quando ho conosciuto Vans…è stato un punto di non ritorno. Ho amato questo prodotto e ho deciso di dedicargli la mia vita. Con the Other Side Of The Pillow sono riuscito a guadagnare con quella che è la mia vocazione.
#2 Su The Other Side of the Pillow vi occupate di rivendita di modelli rarissimi e quasi introvabili. In base a quali criteri li scegliete e come vi muovete per trovarli?
È davvero molto difficile perché non posso permettermi il lusso di scegliere un modello rispetto a un altro, sono tutte edizioni molto rare e spesso in tiratura limitata. I modelli vecchi sono i più difficili da reperire quindi cerco di prendere tutte quelle che trovo. Stiamo parlando di modelli di 20/40 anni fa, sai com’è, reperirli è davvero difficile e viaggio molto per potermeli procurare. Col passare del tempo si è creato un bel network, che ho contribuito in prima persona a creare, ma moltissimi dei miei prodotti provengono anche da aste, da altri collezionisti e persino dai mercatini.
#3 Il modello più arduo da ricercare che possiedi?
Una scarpa può essere rara per motivi diversi: può essere datata oppure un modello particolarmente in voga all’epoca della sua creazione. Negli anni '70 Vans ha creato anche delle scarpe da clown - vere e proprie scarpe da clown - e per riuscire a trovarle ho cercato ovunque. Su forum di clown in pensione, su siti di giocoleria, mercatini, ovunque…I modelli più vecchi sono particolarmente difficili da trovare anche perché, essendo scarpe da skate, venivano usati fino all’usura e poi gettati. Ora sono diciassette anni che colleziono scarpe e memorabilia Vans - dodici dei quali passati a fare esclusivamente questo - e la mia lista di modelli rari da trovare si accorcia di anno in anno…ed è una grandissima soddisfazione.
#4 Secondo te Vans rispecchia ancora, ciò che era in origine? I suoi valori sono ancora così forti per le nuove generazioni?
Sotto moltissimi aspetti Vans rappresenta ancora quello che era all’inizio, il cuore pulsante della skate culture…rappresenta e rappresenterà sempre quello spirito giocoso e californiano che è OFF THE WALL ma, al tempo stesso, ha dovuto prendere decisioni diverse in ordine di produzione e crescita della compagnia. Si trattava di un’azienda familiare e i valori familiari sono ancora presenti ma diventa difficile mantenerli crescendo come è successo a loro. Oggi Vans è un gigante a livello mondiale e alcune cose sono cambiate di conseguenza, ma ecco, se le persone lo amavano per ciò che era all’inizio, ora molte più persone possono accedervi e avere nuove ragioni per apprezzarlo. C’è un certo bilanciamento nella percezione del brand tra le vecchie e le nuove generazioni.
#5 Qual’è secondo te un vecchio modello Vans che dovrebbero riprodurre oggi?
Io ho dei preferiti che ho cercato di tenere segreti sperando di rivederli in commercio ma i segreti non si possono mantenere in eterno quindi ve li svelerò: le Style #43 convertibili degli anni '80. Sono scarpe da deck simili alle Era o alle Slip On ma convertibili. L’estetica di Vans deriva molto anche dalla beach culture oltre che dallo skate e questo era un modello che potevi indossare come una sneaker ma anche infilartela in stile sabot. È un modello molto raro. Alcune collezioni di surfwear ora stanno riproponendo modelli simili ma le originali sono queste. L’origine di questo modello tra l’altro è italiana: un galantuomo italiano le ha pensate e progettate per poi inviarle in America dove sono state effettivamente prodotte. Le Style #43 hanno davvero segnato la storia dello sneakerwear e forse dopo questo racconto verrano rimesse in produzione…sarebbe meraviglioso.